domenica 30 gennaio 2011

L’arte bonifica del territorio

Nola (NA) - dal 30 gennaio al 30 aprile 2011
L’arte bonifica del territorio


CHIESA SCONSACRATA SS. APOSTOLI
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Via San Felice (80035)
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Eventi in corso nei dintorni

mostra collettiva

vernissage: 30 gennaio 2011.
curatori: Pasquale Lettieri
autori: Aniello Barone, Raffaele Canoro, Peppe Capasso,Fabio Donato, Salvatore Emblema, Mario Franco, Guglielmo Longobardo, Renato Mambor, Hidetoshi Nagasawa, Hermann Nitsch, Luca Maria Patella, Pablo Picasso, Vettor Pisani
genere: arte contemporanea, collettiva
email: pasqualelet@alice.it


L’arte, bonifica del territorio
Nola, dicembre 2010 - aprile 2012

Obiettivo principale di questo progetto è quello di aprire la Città di Nola, pregna di storia e di memorie artistiche, ai processi evolutivi dell’arte contemporanea. Omaggio al passato? Pura espressione fantastica? Ricerca di nuove strade? Le domande, davanti ad un’operazione, così complessa ed affascinante, che vede strettamente connessi gli sperimentalismi della modernità e le memorie del passato, possono essere tante. Certamente sarà utile a dare un contributo alla querelle della definizione dell’arte, come poetica e come tecnica in flagranza del convivere di una gioiosa originalità, che non si ferma davanti a nulla, mettendo in discussione se stessa e tutto, in nome di una emozionalità, sempre in sovra codice, di continua trasformazione, in questa nostra epoca di modernità avanzata, liquida, capace di confrontarsi con tutte le espressioni dell’attività umane, con creatività e spirito di adattamento che nessuna altra epoca ha posseduto, in questa misura.
È una delle dimostrazioni del fatto che noi siamo espressione della cultura mediterranea in perenne situazione di crisi, vissuta nella povertà e nella ricchezza, nella molteplicità e nel pericolo. In questo momento di cambiamenti disordinati, sollecitati dalla crisi economica e istituzionale, dalla spettacolarità della moda, che sono diventati ineliminabili componenti del sistema della cultura. Un ciclo di mostre evocato da questa traccia introduttiva, per proporre l’evoluzione delle tecniche artistiche, storiche, a contatto con i bisogni e le esigenze d’oggi. Una serie di mostre/evento fatte di artisti i cui nomi meritano un’appendice non di maniera, ma assolutamente sentita e necessaria, per una traccia del passato e dell’oggi, a futura memoria. Salvatore Emblema, Renato Mambor, Hidetoshi Nagasawa, Peppe Capasso, Hermann Nitsch, Luca Maria Patella, Pablo Picasso, Vettor Pisani, Fabio Donato, Aniello Barone, Raffaele Canoro, Mario Franco, Guglielmo Longobardo: sono i nomi degli eredi di una tradizione che affonda le proprie radici nel tempo della storia e trova in queste occasioni la possibilità di lavorare sul nuovo, rinsanguando la propria qualità, al di fuori di una ripetizione prestigiosa sicuramente, ma in imminente pericolo di monotonia. L’esito sarà ogni volta inaspettato, dimostrando che in arte, non si volta mai pagina, ma si prende e si dà, senza intermissione, perché ogni invenzione non può fare a meno di un passato, del passato come essenzialità e metafisica del linguaggio, che traduce l’invisibile o il possibile in trama e ordito del nuovo, del fantastico reale.
Questo perché l’arte non è tecnica e basta, ma emblema della civiltà materiale, sublimazione del visibile, nel nome di un progetto artistico di alto profilo, come questo che propongono il Comune di Nola e l’Associazione Museopossibile. Tutto si tiene, come sempre, nel concerto della diversità, della particolarità che è una incommensurabile risorsa ed energia, che esprime un movimento multi direzionale, orientato alla ricerca della qualità, il tutto tenuto insieme nella regia ferma e discreta del curatore, Pasquale Lettieri, il cui pregio maggiore è la trasparenza, la leggerezza, che si mette in scena e mette a disposizione degli altri il proprio effetto di padronanza, che è delicato, rispettoso, armonizzante, quanto deciso e risolutivo.



sabato 29 gennaio 2011

Tullio Fantuzzi - Abitare il sogno

"Parete d'angolo”
Affresco a tecnica mista
(93x81 cm)

Trieste - dal 29 gennaio all'undici febbraio 2011
Tullio Fantuzzi - Abitare il sogno

GALLERIA RETTORI TRIBBIO 2
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Piazza Vecchia 6 (34121)
rettoritribbiots@gmail.com
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Eventi in corso nei dintorni

Magistrale disegnatore d’interni, Tullio Fantuzzi dipinge fin da giovanissimo. Razionalità, buon gusto ed estro fantastico s’intrecciano in queste opere dal taglio inizialmente figurativo, di forte e raffinata valenza materica.
orario: Feriali 10 - 12.30 / 17 - 19.30
Festivi 11 - 12.30
Lunedì chiuso
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 29 gennaio 2011. Ore 18
curatori: Marianna Accerboni
autori: Tullio Fantuzzi
genere: arte contemporanea, personale


Magistrale disegnatore d’interni, Tullio Fantuzzi dipinge fin da giovanissimo, dai tempi in cui frequentava l’Istituto Statale d’Arte “Nordio” di Trieste sotto la guida di maestri storici quali Riccardo Bastianutto per le tecniche pittoriche, Dino Predonzani per la progettazione decorativa delle navi, Girolamo Caramori per l’incisione, Ugo Carà per la plastica, Ladislao De Gauss per il disegno dal vero ecc. Dopo questa fondamentale formazione, nel cui ambito si sono affinati i migliori artisti triestini, il pittore partecipa ai corsi della Scuola Libera di Figura tenuti da Nino Perizi al Museo Revoltella, componendo architetture figurative, in cui il corpo femminile si propone in tutta la sua rigogliosa bellezza. Ma in pittura, campo in cui l’autore ha meritato numerosissimi riconoscimenti, Fantuzzi approccia un altro genere: dipinge abitati silenti e luminosi, le cui forme, sottolineate da caldi cromatismi, proseguono armonicamente nello spazio della cornice. Una laboriosa tecnica ad affresco su intonaco, arricchita da inserzioni in cartone, connota i suoi lavori, in cui il soggetto prediletto, cioè i muri di vecchie case, trasmette al fruitore l’anima di chi vi ha vissuto.
Razionalità, buon gusto ed estro fantastico s’intrecciano in queste opere dal taglio inizialmente figurativo, di forte e raffinata valenza materica: seguendo un percorso di progressiva semplificazione, interpretano il tema e si accostano sempre di più a un contesto che guarda all’astrazione e attualmente si attesta sulla soglia di un armonico minimalismo, in cui l’equilibrio delle parti è spesso sotteso e compendiato da un filo reale, ma nel contempo simbolico, che collega le diverse componenti del quadro, bilanciandone il rapporto.
Sono lavori fantasiosi, vivaci e delicati, caratterizzati appunto da un simbolismo lieve e da colori accattivanti e coinvolgenti, in cui all’intonaco arricchito di pigmenti naturali, declinati generalmente su tela incollata su truciolare, Fantuzzi sa aggiungere la componente ineffabile del sogno.
Marianna Accerboni



Giordano Garuti

Mantova - dal 29 gennaio al 17 febbraio 2011
Giordano Garuti

ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN
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Via Ippolito Nievo 10 (46100)
+39 0376324260
info@sartoriarianna.191.it
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Eventi in corso nei dintorni

Personale del maestro Giordano Garuti, prezioso avvenimento, que-sto che sarà confermato dalla presentazione tenuta dal critico d’arte Renzo Margonari.
orario: Da lunedì a sabato 10.00-12.30 / 16.00-19.30.
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 29 gennaio 2011. ore 17.30
autori: Giordano Garuti
genere: arte contemporanea, personale



Sabato 29 gennaio 2011, la Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, in via Ippolito Nievo 10, inaugura la personale del maestro Giordano Garuti, prezioso avvenimento, que-sto che sarà confermato dalla presentazione tenuta dal critico d’arte Renzo Margonari alle ore 17.30.

L’esposizione, curata da Arianna Sartori, rimane aperta al pubblico fino al 17 febbraio, con i seguenti orari: 10.00-12.30 / 16.00-19.30, chiuso festivi.


“…Garuti ormai viaggia entro se stesso. A proposito dei suoi modi pittorici si può denotare che le spruzzatu-re sono in realtà "sbruffi", come li producono gli sciamani a scopo rituale-simbolico; l'inganno ottico di carte stropicciate non consiste in una dotta citazione, ma si rifa, invece, alla necessità di manipolare materialmente il supporto sul quale poi elaborare l'immagine; contare sul fatto che Garuri è artista per istinto e non per cul-tura, e tener presente la sua capacità tecnica derivante da un esperienza manuale ed empirica nella pratica di più svariati materiali. Ha ammirato un grande maestro, ignorato stupidamente dalla maggior parte dei pittori italiani, Corrado Cagli; è stato, a Cremona, uno dei rari amici del più solitario maestro del Fantastico, Sereno Cordani. Dunque egli ha un riferimento nazionale ed uno locale che individuano due artisti per i quali l'eclet-tismo di tecniche e di forme era la pratica costante nella dimostrazione della propria poetica libera da ogni schematismo o pre-concetto. Fatte queste premesse, si deve riservare a ciascuna evidenza una sia pur breve riflessione. Cosi è possibile comprendere perché una pittura in fondo barbarica, talvolta violenta, quasi sem-pre drammatica, per nulla cattivante, spesso cacaclismica, e con delle varianti di tensione che la spingono in opposte direzioni lacerandone l'unità espressiva, risulti tanto affascinante e grandemente empatica. …
La tecnica dell'immagine di Garuti agisce su due piani, dall'imitazione proposta come inganno ottico alla di-retta suggestione emessa dalla materia pittorica autoreferente. Devo rammentare, poiché significativo, che si-mile ampio ventaglio d'esperienza fattiva s'avvale d'una lunga pratica professionale da restauratore rinomato, che pone una base di solidarietà e capacità pratiche non comuni. Pertanto la spontaneità apparente delle sue figurazioni è il risultato di un esercizio liberatorio, non solo manifestazione istintuale. Su questa constatazione si può aprire la pagina delle bipolarità multiple che caratterizzano l'espressività di questo artista dalla duplice cultura, modenese e cremonese.
I suoi dipinti si determinano come superfici che slittano una sull'altra da percepirsi in trasparenza. Gli effetti rocciosi-cartacei, ritrovato appreso dalle sperimentazioni di Cagli, utilizzano la pittura pulviscolare (che fu in-visa a certa critica per molto tempo, accusata di tecnica anodina) adottata occasionalmente anche da Cordani oltre che da pochi altri artisti (tra gli altri, Roberto Grippa); il maestro cremonese, però, l'associava spesso alla lavorazione col pennello. Ibridando la procedura, Garuti, forse inconsciamente, accoglie questo dato ma so-vrapponendo le varie tecniche, così che attraverso l'una si intraveda l'altra. Nel suo lavoro simile le varie tec-niche, così che attraverso l'una si intraveda l'altra. Nel suo lavoro simile procedura acquista un significato del tutto particolare, poiché attraverso la consistenza di questi differenti modi pittorici può trovare il punto di su-tura tra la propria sensibilità europea - portatrice della regola severa derivata dal retaggio estetico greco antico quindi rinascimentale - e la conoscenza profonda dell'arte tribale africana ed estremorientale. La prima è de-terminata dalla calligrafica consistenza del segno. La pittura pulviscolare è una tecnica primordiale: i nostri at-tuali strumenti a pressione d'aria non sono che la moderna versione dell'osso cavo attraverso il quale l'uomo primitivo soffiava polvere colorata sulle pareti delle caverne, e viene ancora usata da popolazioni aborigene. Nell'arte pittorica estremorientale il segno e la macchia, originando una scrittura lungamente premeditata se-condo concetti filosofici esistenziali, si manifestano quasi per forza medianica: anche la pittura di Garuti ha brani determinati da una gestualità che si evidenzia con pennellate ampie, forti, e coaguli materici che ricor-dano l'Action Painting. Tutti questi aspetti convivono in un difficile ma interessante connubio interdipenden-te.
Nell'osservazione delle opere di Garuti un'ulteriore ambivalenza emergente è il coesistere tra soluzioni espres-sive divergenti e anche contrastanti che giungono tut-tavia ad armonizzarsi nella costituzione di una stessa immagine. La barriera normalmente frapposta tra ciò che convenzionalmente chiamiamo astrazione e figura-zione viene saturata. Abbiamo così la dimostrazione per evidenza che nella pratica dell'arte certe insistite convinzioni teoriche hanno sovente scarso significato. Attraverso la pittura pulviscolare con cui determina i caratteri ambientali, assommando la rappresentazione di figure a forme più tradizionalmente delineate, e con-cludendo col dripping,precisa le atmosfere dell'evento lungamente ma velocemente elaborato, Garuti realizza una sorta di sandwich figurale con un particolarissimo sapore. Nel contempo colloca la propria azione immagi-nativa in un territorio dai confini piuttosto indefiniti dove la materia cromatica svolge il doppio ruolo, appun-to, di descrivere e rappresentare le cose, ma anche fissare le atmosfere, dunque con un impiego tradizionale a scopo di "finzione" ma, con altre differenti applicazioni, estrinsecare anche la propria consistenza materiale secondo una visione attuale della funzione stimolatrice di sensazioni che viene attribuita all'identità fisica del mezzo…”.
Renzo Margonari, 2005

"Giordano Garuti, caro artista, che si insinua violentemente in questo movimento, ha una mentalità che non chiede un incontro con il mondo pittorico sul piano della verosimiglianza e della duplicazione (come ormai è facile constatare negli artisti che rifanno il verso a...) bensì della concentrazione sulla libertà della propria ori-ginale azione artistica… Giordano Garuti ha una mentalità che non chiede un incontro col mondo pittorico sul piano della verosimiglianza e della duplicazione bensì della concentrazione sulla libertà della propria origi-nale azione artistica…".
Achille Bonito Oliva

"…Sembra che cerchi di esorcizzare gli incubi patiti nelle oscure peripezie della sua esistenza; sembra liberar-si, e liberare confusamente, ma con una certa energica furia visionaria, i fantasmi delle cose che ha visto, e-manandoli come ectoplasmi salienti a vortice, a fiamma catramosa e tossica… Da qualche tempo è staziona-rio, ha ripreso fiato, e infatti s'è messo a soffiare avanti a sé, a graffiare con spatolate e pennellate sovrappo-ste, queste mappe fumi-ganti dei suoi percorsi caotici…".
Elda Fezzi, 1971

"…È spesso espressionistica con presenze oniriche, sogni tuttavia non astratti e gratuitamente metafisici ma scaturenti sempre da un fondo realistico della vita e della storia, perciò la tua bellissima arte è politica (non panifica) nel senso che rifletti e sottolinei con originalità i nostri drammi le nostre angosce, le nostre malizie. Congratulazioni!"
Ferruccio Monterosso

“…È un atto creativo quello che vediamo, alla fine, il risultato di una germinazione poetica in pittura, la ge-stualità educata dalla conoscenza che si risolve nel gesto dettato da un primigenio istinto di scrittura. Ma non illudiamoci, nulla è casuale nel dipinger garutiano, anzi, tutto è volto ad acquisire un senso rinnovato, scartan-do la banalità e la consuetudinarietà del risaputo. In questo, tutta la pagina attuale altro non è che lo sviluppo, momentaneo e forse non duraturo, di una pittura che c'era già, quella visionaria e parasurreale che ben ab-biamo conosciuto negli ultimi anni di intenso lavoro dell'artista. Ed è, a mio parere, un gran bene che ci sia questo nuovo momento di scrittura, poiché esso equivale ad un ritorno a quelle fonti ispirative che, per un autore a tratti prolifero, sono fondamentali, tuttavia questo non distoglie dal poter in futuro perseguire nuove tracce, nuovi sentieri, nuove modalità.
Il gesto liberatorio ed istintuale sul quale alcuni insistono per condurre la pittura di questo autore più adden-tro ai territori della surrealtà, in realtà è un gesto che, parte "incendiario" ma si realizza "pompier", per para-frasare una celebre affermazione, ovvero parte anarchico ma si disciplina in pittura sorvegliata dalla volontà di essere tale: pittura pura, senza artifici ne furbizie, fatta di puro colore, di puro segno, racchiusa in un solo ge-sto che sta, che si compie nella frazione di un attimo dentro lo spazio e nella misura necessaria al suo com-piersi.
Questa mostra è un atto di pittura pura, senza altro da aggiungere, il che, nella sua magica e magnifica sempli-cità, è l'uno ed il tutto. Andate a vedere questa esposizione affascinante, come solo sanno essere le sfide in cui un autore che ha raggiunto successi nazionali e non solo e una certa autorevolezza sul campo, osa mettersi in gioco, con il coraggio dei folli e dei veri artisti…”.
Tiziana Cordani, 2007


L'artista Giordano Garuti è nato a Modena; vive e lavora a Cremona.
Espone sin dal 1965. Tra i premi vinti ricordiamo nel 1973 il Primo premio d'Arte Contemporanea "II Cava-lietto D'Oro" (MI) e nel 1975 Primo premio "Cavalletto" (medaglia d'oro) Comune di Cremona.



Vittorio Esteban Queirolo

Latina - dal 29 gennaio al 28 febbraio 2011
Vittorio Esteban Queirolo

LIVING BAR
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Via Nino Bixio 33 (04100)
+39 3467915246 , +39 0773280717
livingbar@libero.it
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Eventi in corso nei dintorni

Living Art Exibhition
vernissage: 29 gennaio 2011.
autori: Vittorio Esteban Queirolo
genere: arte contemporanea, personale
email: afont@tiscali.it



Artista cileno, Vittorio Esteban Queirolo nasce a Talcahuano nel 1963. Dopo gli studi effettuati presso la Scuola Italiana "Vittorio Montiglio" di Santiago e successivamente al Collegio Concepciòn, consegue la laurea in Arte alla Pontificia Università Cattolica del Cile. Inizia la sua attività pittorica ed espositiva alla fine degli anni settanta. Nel 1987 inaugura un'importante personale presso l'Istituto Italiano di Cultura in Cile. Seguono oltre trenta mostre monografiche presso atenei, sedi pubbliche e private. Numerosi i premi e i riconoscimenti conseguiti da Queirolo negli anni. Affermatosi sempre più nel panorama delle arti visive sudamericane, ha recentemente partecipato su invito a eventi espositivi in Europa.



Danilo Bucchi - Da Pagine di Taccuino


Bologna - dal 29 gennaio al 12 febbraio 2011
Danilo Bucchi - Da Pagine di Taccuino

C.30 CONTEMPORARY ART GALLERY
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Via Galliera 30/a (40121)
+39 051224332 , +39 051224332 (fax)
info@c30art.com
www.c30art.com
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Eventi in corso nei dintorni

In occasione di Arte fiera 2011 la C30 Contemporary Art Gallery presenta Danilo Bucchi. La mostra del giovane artista romano segue il filo conduttore dell'evento organizzato per Arte Fiera Off all'interno della Certosa di Bologna, tutte le opere esposte sono tratte dalla serie : Pagine di Taccuino.
orario: da lunedì al sabato ore 15.00 - 19.30

(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 29 gennaio 2011. ore 16.00
curatori: Federica Fabbro, Christian Vasciarelli
autori: Danilo Bucchi
genere: arte contemporanea, personale




venerdì 28 gennaio 2011

Maddalena Sardellino - Opere

Senza titolo N°18 115x95 cm.
Tecnica mista (acrilico e pastello) su carta vetrata

Napoli - dal 29 gennaio al 6 febbraio 2011
Maddalena Sardellino - Opere

LIBRERIA EVALUNA
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Piazza Vincenzo Bellini 72 (80138)
+39 081292372 , +39 081292372 (fax)
libreriadelledonne@evaluna.it
www.evaluna.it
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Eventi in corso nei dintorni

Maddalena dipinge soggetti cercando di tradurre il sentimento misterioso e potente che anima tutto ciò che ci circonda, attraverso la produzione di una figurazione in un rigoroso bianco e nero volto ad esaltare il silenzio delle sue immagini
orario: ore 10-17 19-23
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 29 gennaio 2011. ore 21.00
curatori: Lia Polcari, Bruno Zarzaca
autori: Maddalena Sardellino
genere: arte contemporanea, personale


Dal 29 gennaio al 6 febbraio 2011
Opere di Maddalena Sardellino
VERNISSAGE sabato 29 gennaio ore 21.00
organic buffet & DjSet
a cura di Sorriso Integrale
Maddalena dipinge soggetti cercando di tradurre il sentimento misterioso e potente che anima tutto ciò che ci circonda, attraverso la produzione di una figurazione in un rigoroso bianco e nero volto ad esaltare il silenzio delle sue immagini.
Tale silenzio, nel quale sono immersi i soggetti, diventa così il vero protagonista dei suoi dipinti.
Le sue figure femminili, anche se lontane dal modello classico, sono piene di misteriosità e fascino. La loro caratteristica bellezza regala alla collezione un tocco di originalità.
Il corpo umano è la creazione perfetta della natura, sensuale ed a modo suo onirico. Maddalena lo interpreta e sposta in una dimensione parallela, quasi metafisica, ne ruba l’espressione e la vitalità e lo rappresenta su uno sfondo pittorico indefinito e irreale, a sottolineare invece la cruda corporeità dei soggetti.
I suoi personaggi appaiono moderni nella scelta del bianco e nero, scelta sapiente volta a lasciare la visione del colore all'interno dell'osservatore, che recepirà l'immagine e l'emozione intrinseca e la rielaborerà con la tonalità più vicina ai propri personali sentimenti.
C'e' nella pittura di Maddalena Sardellino quel mistero e quella poesia legati alla forma, quella forma tanto bella e tanto spesso messa da parte a favore del concetto.
Nei dipinti si può trovare sempre un'emozione, un sentimento volto a coinvolgere chi guarda, sentimento a volte positivo come l'amore, a volte cupo come la disperazione ed alle volte introspettivo.
L'inquietudine dell'ignoto dello sfondo fa così forte contrasto e controcanto con la materialità e realismo del soggetto, le posizioni aggraziate danno valore alla bellezza della vita e ne sottolineano l'inevitabile fragilità.

Nei suoi lavori appare evidente la centralità del disegno preparatorio, che determina l'autorevolezza plastica delle sue figure. Quanto alle soluzioni compositive, l'impaginazione dell'immagine è asimmetrica, dove l'equilibrio ottico è lasciato al gioco spaziale dei pieni e dei vuoti, del bianco-nero. Maddalena Sardellino proietta sull'osservatore il lato oscuro del nostro vivere, descrivendo il sonno della ragione, ma anche la sua catarsi attraverso la bellezza della scrittura pittorica.
_________________________________________
Maddalena Sardellino, giovane artista casertana, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Attualmente vive a Novara dove insegna Disegno e Storia del Costume
Mostre
2010
Dicembre “L’essere in sé” personale di pittura – “Ex libris” Palazzo Lanza Capua
2009
Maggio Mostra collettiva d’Arte contemporanea - Centro Culturale “La Riseria” di Novara
2008
Dicembre Artediffusione – collettiva presso “Barriera Albertina” Novara
Giugno Concorso internazionale “Vestiti d’arte” città di Vercelli (Terzo premio)
Aprile “Vuoto e creatività” collettiva - Studio D’Ars Milano
2007
Luglio “Ieri oggi e domani” collettiva happening contemporaneo - Rocca dei Rettori Benevento
Aprile“Chiaroscuro” personale presso Caffè letterario “Slowly” S.Maria Capua Vetere
2006
Giugno Concorso nazionale “Vestiti d’arte” città di Vercelli
Marzo“Dentro lo sguardo” collettiva-Galleria 9 colonne/Resto del Carlino Bologna e successivamente Galleria 9 colonne S.P.E./Il Giorno Milano
2005
Giugno Mostra collettiva di pittura- Galleria 9 colonne/Resto del Carlino Ferrara
Maggio Concorso nazionale di pittura contemporanea “Santhià” città di Santhià – assegnato Premio Nazionale “Sergio Agosti”
Concorso nazionale di pittura contemporanea “Premio Zanolo s.p.a.” comune di Trivero
Marzo Artediffusione–collettiva presso il Centro Culturale “La Riseria” di Novara
2004:
Giugno “Arte a quattro mani” pro “noi come voi” presso Castello Visconteo Sforzesco di Novara e presso il Maschio Angioino di Napoli
Maggio Concorso nazionale di pittura contemporanea “Santhià”“Esagerarte” collettiva di pittura - Centro Culturale “la Riseria” di Novara
Febbraio Artediffusione–collettiva presso il Centro Culturale “La Riseria” di Novara
2003:
Dicembre Mostra di pittura “RossoBlu” – doppia personale presso galleria Calandra di Torino
Giugno Concorso Nazionale “Vestiti d’arte” città di Vercelli
Marzo “Exporsi anno due”-collettiva presso lo Spazio Culturale S. Chiara Vercelli
www.maddalenasardellino.com


giovedì 27 gennaio 2011

L'Ottocento Elegante. Arte in Italia nel segno di Fortuny 1860-1890

L'Ottocento Elegante. Arte in Italia nel segno di Fortuny 1860-1890

Dal 29 gennaio al 12 giugno 2011 a Palazzo Roverella, a Rovigo rivive l’Ottocento vitale ed elegante dei grandi salotti à la page, delle corse, dei balli e dei ricevimenti.

E’ una mostra positiva e serena quella con cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi riprendono il filone classico nella programmazione espositiva del Palazzo: quello della pittura in Italia a cavallo tra gli ultimi due secoli.

E' un Ottocento elegante e folcloristico quello proposto dalla grande mostra di Palazzo Roverella, a Rovigo: tre decenni, dal 1860 al 1890, all'insegna della vitalità, dell'eleganza, dei grandi salotti borghesi, delle corse, ma anche delle feste popolari, dei carnevali, dei balli mascherati, dei travestimenti e dei mercati in piazza.
Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dal Comune di Rovigo e dall'Accademia dei Concordi, la mostra riprende il filone della pittura in Italia a cavallo tra gli ultimi due secoli. L'attenzione di Dario Matteoni e Francesca Cagianelli, che della mostra sono i curatori, si è appuntata su un periodo, la seconda metà del XIX secolo, attivato dall'unificazione del Regno d'Italia.

La mostra, senza dimenticare gli anni "ombrosi" che caratterizzarono questo secolo, sceglie di mettere in evidenza i fasti e l'abbondanza, a voler dar conto di una vitalità e di un dinamismo particolari, forse mai più rivissuti dalla storia successiva dell'arte in Italia.
Colore e sensualità trovano in uno spagnolo, Mariano Fortuny, il profeta in pittura. Dalla sua terra, Mariano Fortuny, porta il calore e cromie accese, gioiosità e giocosità della vita, facendo della pittura lo specchio variopinto di queste sensazioni.

Molteplici sono le "storie" trasportate nelle opere: dalla celebrazione delle vicende patrie, alle cronache sociali e religiose, alla nascita della borghesia, che, proprio in questi anni, stava ridefinendo il suo ruolo nello Stato appena formato e che sarebbe diventata, fino alla fine del secolo, il soggetto più ricorrente nella pittura del tempo.


L'Ottocento Elegante: la mostra del 2011
14/07/2010 -

E’ un Ottocento elegante e folcloristico quello che proporrà la grande mostra in programma dal 29 gennaio al 12 giugno 2011a Palazzo Roverella, a Rovigo.
L’Ottocento vitale ed elegante dei grandi salotti à la page, delle corse, dei balli e dei ricevimenti. E, al medesimo tempo, delle feste popolari, dei carnevali, dei balli mascherati e degli incontri tra le fronde, dei travestimenti e degli idilli. Poi l’Ottocento dei sogni popolato da carnose odalische e ammaliato dai conturbanti profumi d’Oriente.

E’ una mostra positiva e serena quella con cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il Comune di Rovigo, l’Accademia dei Concordi riprendono il filone classico nella programmazione espositiva del Palazzo: quello della pittura in Italia a cavallo tra gli ultimi due secoli.



L’attenzione di Dario Matteoni e Francesca Cagianelli, che della mostra sono i curatori, si è appuntata sul trentennio 1860 – 1890. Tre decenni di grandi speranze, di euforia, di fiducia, avviato, e per certi versi attivato, dall’unificazione del Regno d’Italia.
Certo fu un periodo di luci e ombre e questa mostra sceglie, non per intento celebrativo e tanto meno per scelta di occultare altre realtà, di mettere in evidenza le prime più che le seconde. A voler dar conto di una vitalità e di un vitalismo particolari, forse mai più rivissuti dalla storia successiva dell’arte in Italia.



Colore e sensualità che trovano in uno spagnolo, Mariano Fortuny, il loro profeta in pittura. Fortuny dalla sua terra aveva portato il calore e il colore, il gusto per trasporre su tela la gioiosità e giocosità della vita, facendo della pittura lo specchio variopinto di queste sensazioni. Tavolozze di accesa cromia, tele di virtuosistica elaborazione. Sensazioni che nelle diverse scuole del Paese assumono peculiarità diversissime: dal gusto quasi calligrafico di alcuni, alla luminosità – il cosiddetto “Impero del bianco” – in altri, al colorismo di tradizione settecentesca per altri ancora.



Così come diverse sono le “storie”: dalla celebrazione delle vicende patrie, a cronache sociali, talvolta intrise di religiosità, ma soprattutto racconto partecipe di una borghesia che stava ridefinendo il suo ruolo nel nuovo Stato unitario.



E’ evidente il meccanismo di rispecchiamento che coinvolge questa borghesia e che potrà offrire una solida base di un successo a tale pittura giunta senza flessioni fino agli anni '80: «Le signore e i signori alla moda, i borghesi ricchi» scriveva nel 1877 il pittore e critico pugliese Francesco Netti «ritrovavan se stessi in quelle opere. Vedevan le stesse stoffe che avevano addosso, i tappeti che avevano a casa, il lusso nel quale vivevano, e poi scarpe di raso, mani bianche, braccia nude, piccoli piedi, teste graziose. Quelle figure dipinte stavano in ozio tali e quali come loro. Al più guardavano un oggetto, o si soffiavano con un ventaglio. Le più occupate facevano un po' di musica o leggevano un romanzo. Era il loro ritratto anzi la loro apoteosi. E si faceva a gara per averle».



www.ottocentoelegante.it

Fabrizio Michelucci - Alla ricerca della Forma

La ricerca della forma - Embrace Sorrowful - Smalti ed olio su tela - 90X130

Bologna - dal 27 al 31 gennaio 2011
Fabrizio Michelucci - Alla ricerca della Forma

CASA BOLOGNINI E TORRE ALBERICI
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Via Santo Stefano 4 (40125)
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Eventi in corso nei dintorni

Fabrizio Michelucci, cerca nella materia il suo conforto, conscio che questa sarà sempre imperfetta, ricca di disarmonicità, piena di graffi, incisioni e apparenti lacune, perché soltanto il solco che sfregia la materia la rende reale, la rende viva.
orario: ore 10.00 -13.00 / 16.00 – 20.00
(possono variare, verificare sempre via telefono)

vernissage: 27 gennaio 2011. ore 19.30
curatori: Marco Testa
autori: Fabrizio Michelucci
telefono evento: +39 3466420206
genere: arte contemporanea, personale
email: ristorartelibero@libero.it



Fabrizio Michelucci, cerca nella materia il suo conforto, conscio che questa sarà sempre imperfetta, ricca di disarmonicità, piena di graffi, incisioni e apparenti lacune, perché soltanto il solco che sfregia la materia la rende reale, la rende viva. Volti di donna accompagnano il suo studio sulle emozioni. La matericità delle opere di Fabrizio Michelucci è quel bisogno di dare concretezza a ciò che è soltanto una percezione, è voler esplorare momenti, istanti, talvolta impercettibili, dell’animo umano. Un broncio, un sorriso, un pensiero, un urlo strozzato, escono dal quadro con prepotenza, portano alla memoria momenti indimenticabili, indelebili, che ciascuno porta dentro di se. La libertà coloristica permette di percepire la dinamicità dei sentimenti, colti e non fermati, nell’istante del divenire.



Nasce nel 1959 a Firenze dove vive e lavora. Figlio d’arte ha sempre trovato nella espressività figurativa una forma di ricerca personale. Studi scientifici, negli anni 1980-90 ha collaborato con stilisti di moda, realizzando e rappresentando le collezioni , studiando la fisicità del corpo umano partendo dalle realizzazioni dei classici. Dopo il 2007 decide di impegnarsi esclusivamente della sua produzione artistica, nel 2008 espone le sue opere nella sua prima personale e successivamente in una collettiva alla Ken's Art Gallery Firenze, nel 2009 vince il primo premio del concorso d’arte contemporanea Ars Palliorum a Narni, e partecipa con le sue opere alla collettiva In Ordine Sparso, ed In Ordine Sparso #2, presso la Galleria RestaurArte a San Gemini (TR) a cui viene dedicato uno spazio nel TG.RAI Regione Umbria. Nel 2010 partecipa alla collettiva Teseo segnalata tra le mostre Art OFF di Art First Bologna.



mercoledì 26 gennaio 2011

Domenico Grenci - Animae

Milano - dal 26 gennaio al 28 febbraio 2011
Domenico Grenci - Animae

ELEONORA D'ANDREA CONTEMPORANEA
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Via Luigi Settembrini 26 (20124)
+39 3408596967
gallery@elexpo.it
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Eventi in corso nei dintorni

Attraverso l'uso del bitume steso a pennellate, l'artista crea zone di umidità che ne espandono il colore, creando delle immagini vaghe
cariche di forza e immediatezza espressiva.
orario: Martedì, Mercoledì, Giovedì ore 16.30-20
Lunedì, Venerdi, Sabato e Domenica su appuntamento
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: Igresso Gratuito
vernissage: 26 gennaio 2011. ore 18.30
catalogo: in galleria.
curatori: francesca baboni, Stefano Taddei
autori: Domenico Grenci
genere: arte contemporanea, personale



La Galleria Eleonora D'Andrea presenta dal 26 gennaio al 27 marzo 2011 presso la sua sede di Milano in via Settembrini 26, (al primo piano), il giovane artista Domenico Grenci. Nato ad Ardore (RC) nel 1981, si è diplomato al Liceo Classico di Locri e ha successivamente conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo due anni come tutor all'Accademia di Belle Arti, ha deciso dedicarsi pienamente alla Pittura lasciando il lavoro universitario. Attualmente vive e lavora a Bologna. Durante la sua carriera ha partecipato attivamente a workshop e ha conseguito importanti premi italiani ed esteri. Ricordiamo il Premio Morandi per l'incisione (2005), il Premio S.A.M.P. (2006) con acquisizione dell'opera da parte della Fondazione CARISBO, il Premio Celeste (2007) il primo premio del Goldener Kentaur a Monaco di Baviera (2007); il primo premio al Maggio Fiorito a Cento di Ferrara (2008) e il Premio delle Arti di Catania. Le sue opere sono presenti in molte collezioni importanti, quale la collezione della già citata Fondazione CARISBO e dell'azienda mondiale Tetrapack, che dal 2008 espone le sue opere nella hall della sua sede modenese. La mostra qui presentata si inserisce perfettamente in un percorso di ricerca artistica che lega artista e gallerista da quattro anni e che vede il suo culmine nelle esposizioni presentate nel 2010 - 2011: nella primavera passata nella galleria di Prato, attualmente a Milano e nella prossima primavera presso la Rocca di Bazzano (BO). Artista emergente di indiscutibile sensibilità, Domenico Grenci si muove su una base figurativa e se ne stacca in maniera innovativa, utilizzando medium della modernità per indagare la psicologia celata dietro i volti raffigurati. Attraverso l'uso del bitume steso a pennellate, l'artista crea zone di umidità che ne espandono il colore, creando delle immagini vaghe cariche di forza e immediatezza espressiva. Con un linearismo accurato, propone armonie perfette ed equilibri bilanciati, ricercando una bellezza vista come esperienza intima e estetica. Eppure queste donne, dall'immagine sbavata, non sono rassicuranti, ma sono fragili e irrequiete, vittime dei canoni mediatici di bellezza femminili della nostra epoca e della mercificazione del loro stesso corpo. Il colore ottenuto è costituito dalle varie tonalità del seppia, colore che ci ricorda le vecchie stampe fotografiche. E di istantanee sembra trattarsi: come l'antica leggenda degli indiani d'America sosteneva che la fotografia rubasse loro l'anima, così queste immagini sembrano essere lo scatto rubato a una persona che, abbandonando tutte le difese, si mostra per quello che è, in tutta la sua nudità. L'immagine dipinta smette di essere una mera raffigurazione del reale più superficiale, ma ci spinge di fronte a una natura traballante, a un'inquietudine che lascia trasparire sofferenza e turbamenti dell'anima, che rompe la nostra quotidianità spingendoci ad abbandonare la maschera per approcciarci all'immagine con la maggiore sincerità. Nato ad Ardore (RC) nel 1981, si è diplomato al Liceo Classico di Locri e ha successivamente conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo due anni come tutor all'Accademia di Belle Arti, ha deciso dedicarsi pienamente alla Pittura lasciando il lavoro universitario. Attualmente vive e lavora a Bologna. Durante la sua carriera ha partecipato attivamente a workshop e ha conseguito importanti premi italiani ed esteri. Ricordiamo il Premio Morandi per l'incisione (2005), il Premio S.A.M.P. (2006) con acquisizione dell'opera da parte della Fondazione CARISBO, il Premio Celeste (2007) il primo premio del Goldener Kentaur a Monaco di Baviera (2007); il primo premio al Maggio Fiorito a Cento di Ferrara (2008) e il Premio delle Arti di Catania. Le sue opere sono presenti in molte collezioni importanti, quale la collezione della già citata Fondazione CARISBO e dell'azienda mondiale Tetrapack, che dal 2008 espone le sue opere nella hall della sua sede modenese. La mostra qui presentata si inserisce perfettamente in un percorso di ricerca artistica che lega artista e gallerista da quattro anni e che vede il suo culmine nelle esposizioni presentate nel 2010 - 2011: nella primavera passata nella galleria di Prato, attualmente a Milano e nella prossima primavera presso la Rocca di Bazzano (BO). Artista emergente di indiscutibile sensibilità, Domenico Grenci si muove su una base figurativa e se ne stacca in maniera innovativa, utilizzando medium della modernità per indagare la psicologia celata dietro i volti raffigurati. Attraverso l'uso del bitume steso a pennellate, l'artista crea zone di umidità che ne espandono il colore, creando delle immagini vaghe cariche di forza e immediatezza espressiva. Con un linearismo accurato, propone armonie perfette ed equilibri bilanciati, ricercando una bellezza vista come esperienza intima e estetica. Eppure queste donne, dall'immagine sbavata, non sono rassicuranti, ma sono fragili e irrequiete, vittime dei canoni mediatici di bellezza femminili della nostra epoca e della mercificazione del loro stesso corpo. Il colore ottenuto è costituito dalle varie tonalità del seppia, colore che ci ricorda le vecchie stampe fotografiche. E di istantanee sembra trattarsi: come l'antica leggenda degli indiani d'America sosteneva che la fotografia rubasse loro l'anima, così queste immagini sembrano essere lo scatto rubato a una persona che, abbandonando tutte le difese, si mostra per quello che è, in tutta la sua nudità. L'immagine dipinta smette di essere una mera raffigurazione del reale più superficiale, ma ci spinge di fronte a una natura traballante, a un'inquietudine che lascia trasparire sofferenza e turbamenti dell'anima, che rompe la nostra quotidianità spingendoci ad abbandonare la maschera per approcciarci all'immagine con la maggiore sincerità.



domenica 23 gennaio 2011

Camilla Rossi - Mappe


Formato ridotto (terra) - Tecnica mista su carta intelata
cm. 46x73 - 2002


Unghietta dalla serie delle Anatomie - Tecnica mista
su carta intelata - cm. 40x40, 2004


Brescia - dal 23 gennaio al 14 febbraio 2011
Camilla Rossi - Mappe

MIMESIS GALLERY
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Piazza S. Silvestro (25012)
Calvisano
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Eventi in corso nei dintorni

“Creare uno spazio, percorrerlo, plasmarlo con i segni dell’esperienza. Nelle “Mappe” di Camilla Rossi, serie di dipinti e piccoli libri, il tempo della scoperta ed il tempo della creazione si mescolano inestricabilmente, e la costruzione del segno si combina con le proprie coordinate cartografiche.
orario: Sabato e Domenica
dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 19,00
Da Lunedì a Venerdì su appuntamento
(possono variare, verificare sempre via telefono)

vernissage: 23 gennaio 2011. ore 17
autori: Camilla Rossi
note: Testo di presentazione alla mostra di Lorenzo Bassi.
genere: arte contemporanea, personale
email: info@camillarossi.it
web: www.camillarossi.it


Domenica 23 Gennaio 2011 dalle ore 17,00 verrà inaugurata l’esposizione dell’artista Camilla Rossi dal titolo “Mappe”.

Testo di presentazione alla mostra di Lorenzo Bassi.

“Creare uno spazio, percorrerlo, plasmarlo con i segni dell’esperienza. Nelle “Mappe” di Camilla Rossi, serie di dipinti e piccoli libri, il tempo della scoperta ed il tempo della creazione si mescolano inestricabilmente, e la costruzione del segno si combina con le proprie coordinate cartografiche.
Le mappe che affiorano più o meno in evidenza sulla tela, combinandosi con colori e gesti aggraziati, trasmettono l’illusoria sensazione di poter affrontare lo spazio con un ordine predeterminato e rassicurante. Solo una volta intrapreso il viaggio ci si troverà d’innanzi a ciò che meno ci si aspetterebbe: il totale disorientamento. Dunque, nei punti di riferimento tracciati dall’artista, non c’è apertura ad un microambiente finito, ma un’enigmatica iniziazione all’aperto, inteso come totalità del possibile. Le mappe catalizzano una forza centripeta capace di calamitare sulla tela forme perfette che se prima potevano solo rimanere sospese nel mondo delle idee, ora si condensano, assumendo una nuova dimensione nella concretezza dell’opera. Nemmeno una tecnica così solida come l’incisione ne risulta immune, cosicché persino i segni sono parzialmente svuotati della loro materialità, anch’essa fluttuante nell’aperto.
Quelli che per l’artista sono semplici appunti di viaggio, stilizzate architetture dello spazio sulla tela, una volta innestati nel tessuto pittorico generano un attraente cortocircuito, sovrapponendo creato e creatore. La legge ineluttabile secondo cui gli eventi per manifestarsi devono accadere due volte - nell’immanenza del naturale, con il segno e la sua energia materiale, e nello spazio personale, nella forma già da sempre del ricordo - viene ribaltata nel paradosso della memoria che precede l’esperienza.
Le mappe non sono quindi un diario spaziale di un divenire storicizzato dell’opera, ma espressione costante del suo darsi sempre e solo nel presente. Camilla Rossi sperimenta con questa serie una più intima possibilità di comunicazione con la propria arte, collocando chi guarda in quel punto così geograficamente vicino al confine tra pulsione artistica e opera da neutralizzare non solo il sistema di orientamento del viaggiatore, ma anche quegli stessi punti di riferimento, le mappe, che l’artista aveva premurosamente svelato.”



Luciano Angioli - Naturalismi Postmoderni





Prato - dal 23 gennaio al 10 aprile 2011
Luciano Angioli - Naturalismi Postmoderni


HOTEL SAN MARCO
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Piazza San Marco 48 (59100)
+39 057421231 , +39 057422378 (fax)
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Eventi in corso nei dintorni


mostra personale
orario: ore 10:00 - 20:00 aperto tutti i giorni
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 23 gennaio 2011. ore 17
curatori: Franco Bertini, Alessandro Marini
autori: Luciano Angioli
genere: arte contemporanea, personale
email: sistemacopia@libero.it



Luciano Angioli è in rapporto idilliaco con la natura e la sua opera è un acuta e dettagliata ricerca nel paesaggio del Principio generante quale fonte di vita organica e pensiero concettuale.
Paradigma di questo mondo fantastico sono atmosfere lussureggianti, dalle molteplici varietà botaniche, in unione con l’essenza creatrice femminile e con splendide architetture, decontestualizzate metafisicamente da svariate epoche.
Il processo di simbiosi con la realtà porta l’artista ad abbattere le barriere del tempo e dello spazio, come se non fosse importante solo dare una percezione “gestaltica” di tutto ciò che esiste, ma rappresentare, oltretutto, l’analisi interiore dello svolgimento psicologico che si esplicherà nella forma pittorica. Infatti per l’artista ha molto valore l’accumulazione delle visioni mentali attraverso il ricordo, più che una mimesi crono-storica degli aspetti del reale.
Le forme sono ben contorniate, mosse da un notevole rigore scientifico, poiché Luciano Angioli è un amante e ricercatore di fossili e di documenti archeologici.
Incantevoli armonie cromatiche fluttuano, luminose, negli spazi mitici e ricchi di simbologie, dove la Dea della fertilità si avvolge misteriosamente alla natura, in un susseguirsi di “fiori, alberi, valli e limpidi ruscelli”.
I colori, a volte luminosi e anche soffusi, provengono da un immaginario fiabesco e ludico, caratteristica della pittura “Naif”, di cui Henri Rousseau fu il maggior esponente.
Memorie arcaiche popolano la fantasia dell’artista materializzandosi, nel quadro pittorico, in geometrie di solidi, rendendo la spazialità frammentata, ma nello stesso tempo ricca di una volontà ricostruttiva per non cadere nell’oblio, inoltre le relazioni spaziali prospettiche sono quasi del tutto abolite.
L’originalità di Angioli è insita, soprattutto nell’aspetto “psicologico-sostanziale”, anche se ci sono leggere sintonie artistiche con artisti quali Salvo e Luca Alinari.
Il “naturalismo” filosofico-rinascimentale di Angioli dona alla sua opera un’enorme preziosità, ideale e compositiva, rendendola unica e sublime nella contemporaneità postmoderna.
Egli è dotato di un grande talento e capacità tecnico-espressive e assurge a modello del recupero dei grandi valori etici e culturali della pittura.

Alessandro Marini

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