genere: arte contemporanea, personale
Sabato 29 gennaio 2011, la Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, in via Ippolito Nievo 10, inaugura la personale del maestro Giordano Garuti, prezioso avvenimento, que-sto che sarà confermato dalla presentazione tenuta dal critico d’arte Renzo Margonari alle ore 17.30.
L’esposizione, curata da Arianna Sartori, rimane aperta al pubblico fino al 17 febbraio, con i seguenti orari: 10.00-12.30 / 16.00-19.30, chiuso festivi.
“…Garuti ormai viaggia entro se stesso. A proposito dei suoi modi pittorici si può denotare che le spruzzatu-re sono in realtà "sbruffi", come li producono gli sciamani a scopo rituale-simbolico; l'inganno ottico di carte stropicciate non consiste in una dotta citazione, ma si rifa, invece, alla necessità di manipolare materialmente il supporto sul quale poi elaborare l'immagine; contare sul fatto che Garuri è artista per istinto e non per cul-tura, e tener presente la sua capacità tecnica derivante da un esperienza manuale ed empirica nella pratica di più svariati materiali. Ha ammirato un grande maestro, ignorato stupidamente dalla maggior parte dei pittori italiani, Corrado Cagli; è stato, a Cremona, uno dei rari amici del più solitario maestro del Fantastico, Sereno Cordani. Dunque egli ha un riferimento nazionale ed uno locale che individuano due artisti per i quali l'eclet-tismo di tecniche e di forme era la pratica costante nella dimostrazione della propria poetica libera da ogni schematismo o pre-concetto. Fatte queste premesse, si deve riservare a ciascuna evidenza una sia pur breve riflessione. Cosi è possibile comprendere perché una pittura in fondo barbarica, talvolta violenta, quasi sem-pre drammatica, per nulla cattivante, spesso cacaclismica, e con delle varianti di tensione che la spingono in opposte direzioni lacerandone l'unità espressiva, risulti tanto affascinante e grandemente empatica. … La tecnica dell'immagine di Garuti agisce su due piani, dall'imitazione proposta come inganno ottico alla di-retta suggestione emessa dalla materia pittorica autoreferente. Devo rammentare, poiché significativo, che si-mile ampio ventaglio d'esperienza fattiva s'avvale d'una lunga pratica professionale da restauratore rinomato, che pone una base di solidarietà e capacità pratiche non comuni. Pertanto la spontaneità apparente delle sue figurazioni è il risultato di un esercizio liberatorio, non solo manifestazione istintuale. Su questa constatazione si può aprire la pagina delle bipolarità multiple che caratterizzano l'espressività di questo artista dalla duplice cultura, modenese e cremonese. I suoi dipinti si determinano come superfici che slittano una sull'altra da percepirsi in trasparenza. Gli effetti rocciosi-cartacei, ritrovato appreso dalle sperimentazioni di Cagli, utilizzano la pittura pulviscolare (che fu in-visa a certa critica per molto tempo, accusata di tecnica anodina) adottata occasionalmente anche da Cordani oltre che da pochi altri artisti (tra gli altri, Roberto Grippa); il maestro cremonese, però, l'associava spesso alla lavorazione col pennello. Ibridando la procedura, Garuti, forse inconsciamente, accoglie questo dato ma so-vrapponendo le varie tecniche, così che attraverso l'una si intraveda l'altra. Nel suo lavoro simile le varie tec-niche, così che attraverso l'una si intraveda l'altra. Nel suo lavoro simile procedura acquista un significato del tutto particolare, poiché attraverso la consistenza di questi differenti modi pittorici può trovare il punto di su-tura tra la propria sensibilità europea - portatrice della regola severa derivata dal retaggio estetico greco antico quindi rinascimentale - e la conoscenza profonda dell'arte tribale africana ed estremorientale. La prima è de-terminata dalla calligrafica consistenza del segno. La pittura pulviscolare è una tecnica primordiale: i nostri at-tuali strumenti a pressione d'aria non sono che la moderna versione dell'osso cavo attraverso il quale l'uomo primitivo soffiava polvere colorata sulle pareti delle caverne, e viene ancora usata da popolazioni aborigene. Nell'arte pittorica estremorientale il segno e la macchia, originando una scrittura lungamente premeditata se-condo concetti filosofici esistenziali, si manifestano quasi per forza medianica: anche la pittura di Garuti ha brani determinati da una gestualità che si evidenzia con pennellate ampie, forti, e coaguli materici che ricor-dano l'Action Painting. Tutti questi aspetti convivono in un difficile ma interessante connubio interdipenden-te. Nell'osservazione delle opere di Garuti un'ulteriore ambivalenza emergente è il coesistere tra soluzioni espres-sive divergenti e anche contrastanti che giungono tut-tavia ad armonizzarsi nella costituzione di una stessa immagine. La barriera normalmente frapposta tra ciò che convenzionalmente chiamiamo astrazione e figura-zione viene saturata. Abbiamo così la dimostrazione per evidenza che nella pratica dell'arte certe insistite convinzioni teoriche hanno sovente scarso significato. Attraverso la pittura pulviscolare con cui determina i caratteri ambientali, assommando la rappresentazione di figure a forme più tradizionalmente delineate, e con-cludendo col dripping,precisa le atmosfere dell'evento lungamente ma velocemente elaborato, Garuti realizza una sorta di sandwich figurale con un particolarissimo sapore. Nel contempo colloca la propria azione immagi-nativa in un territorio dai confini piuttosto indefiniti dove la materia cromatica svolge il doppio ruolo, appun-to, di descrivere e rappresentare le cose, ma anche fissare le atmosfere, dunque con un impiego tradizionale a scopo di "finzione" ma, con altre differenti applicazioni, estrinsecare anche la propria consistenza materiale secondo una visione attuale della funzione stimolatrice di sensazioni che viene attribuita all'identità fisica del mezzo…”. Renzo Margonari, 2005
"Giordano Garuti, caro artista, che si insinua violentemente in questo movimento, ha una mentalità che non chiede un incontro con il mondo pittorico sul piano della verosimiglianza e della duplicazione (come ormai è facile constatare negli artisti che rifanno il verso a...) bensì della concentrazione sulla libertà della propria ori-ginale azione artistica… Giordano Garuti ha una mentalità che non chiede un incontro col mondo pittorico sul piano della verosimiglianza e della duplicazione bensì della concentrazione sulla libertà della propria origi-nale azione artistica…". Achille Bonito Oliva
"…Sembra che cerchi di esorcizzare gli incubi patiti nelle oscure peripezie della sua esistenza; sembra liberar-si, e liberare confusamente, ma con una certa energica furia visionaria, i fantasmi delle cose che ha visto, e-manandoli come ectoplasmi salienti a vortice, a fiamma catramosa e tossica… Da qualche tempo è staziona-rio, ha ripreso fiato, e infatti s'è messo a soffiare avanti a sé, a graffiare con spatolate e pennellate sovrappo-ste, queste mappe fumi-ganti dei suoi percorsi caotici…". Elda Fezzi, 1971
"…È spesso espressionistica con presenze oniriche, sogni tuttavia non astratti e gratuitamente metafisici ma scaturenti sempre da un fondo realistico della vita e della storia, perciò la tua bellissima arte è politica (non panifica) nel senso che rifletti e sottolinei con originalità i nostri drammi le nostre angosce, le nostre malizie. Congratulazioni!" Ferruccio Monterosso
“…È un atto creativo quello che vediamo, alla fine, il risultato di una germinazione poetica in pittura, la ge-stualità educata dalla conoscenza che si risolve nel gesto dettato da un primigenio istinto di scrittura. Ma non illudiamoci, nulla è casuale nel dipinger garutiano, anzi, tutto è volto ad acquisire un senso rinnovato, scartan-do la banalità e la consuetudinarietà del risaputo. In questo, tutta la pagina attuale altro non è che lo sviluppo, momentaneo e forse non duraturo, di una pittura che c'era già, quella visionaria e parasurreale che ben ab-biamo conosciuto negli ultimi anni di intenso lavoro dell'artista. Ed è, a mio parere, un gran bene che ci sia questo nuovo momento di scrittura, poiché esso equivale ad un ritorno a quelle fonti ispirative che, per un autore a tratti prolifero, sono fondamentali, tuttavia questo non distoglie dal poter in futuro perseguire nuove tracce, nuovi sentieri, nuove modalità. Il gesto liberatorio ed istintuale sul quale alcuni insistono per condurre la pittura di questo autore più adden-tro ai territori della surrealtà, in realtà è un gesto che, parte "incendiario" ma si realizza "pompier", per para-frasare una celebre affermazione, ovvero parte anarchico ma si disciplina in pittura sorvegliata dalla volontà di essere tale: pittura pura, senza artifici ne furbizie, fatta di puro colore, di puro segno, racchiusa in un solo ge-sto che sta, che si compie nella frazione di un attimo dentro lo spazio e nella misura necessaria al suo com-piersi. Questa mostra è un atto di pittura pura, senza altro da aggiungere, il che, nella sua magica e magnifica sempli-cità, è l'uno ed il tutto. Andate a vedere questa esposizione affascinante, come solo sanno essere le sfide in cui un autore che ha raggiunto successi nazionali e non solo e una certa autorevolezza sul campo, osa mettersi in gioco, con il coraggio dei folli e dei veri artisti…”. Tiziana Cordani, 2007
L'artista Giordano Garuti è nato a Modena; vive e lavora a Cremona. Espone sin dal 1965. Tra i premi vinti ricordiamo nel 1973 il Primo premio d'Arte Contemporanea "II Cava-lietto D'Oro" (MI) e nel 1975 Primo premio "Cavalletto" (medaglia d'oro) Comune di Cremona.
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