Leonardo Spreafico - Natura morta in rosa,1957 olio su tela 74x100
Milano - dal 10 maggio al 2 giugno 2012
Leonardo Spreafico
GALLERIA PONTE ROSSO
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Via Monte Di Pietà 1a (20121) |
+39 0286461053 , +39 0286461053 (fax) |
ponterosso@ponterosso.com |
www.ponterosso.com |
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Nella mostra retrospettiva dedicata all’artista Leonardo Spreafico sono esposte trenta opere (dipinti, tempere e disegni) realizzate dagli anni ’40 agli anni ’70.
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orario: da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19 Chiuso domenica e lunedì (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 10 maggio 2012. ore 18 |
autori: Leonardo Spreafico |
genere: personale, arte moderna
comunicato stampa |
| Leonardo Spreafico nasce a Monza nel 1907. Studia all’Istituto Superiore d’Arte con Semeghini, Arturo Martini e Raffaele De Grada. Frequenta l’Accademia di Brera e successivamente soggiorna a Venezia, Stoc-carda, Parigi. Nei primi anni trenta a Milano fa parte del sodalizio “Garibaldi 89” con Broggini, Pittino, Afro, Badodi, Musso. Nel 1936 a 28 anni è invitato per la prima volta ad esporre alla Biennale di Venezia. Nel 1941 ottiene la cattedra di “Figura e Pittura” all’Istituto Superiore d’Arte Moderna di Monza. Nel ‘48 alla XXIV Biennale veneziana gli viene assegnata una parete e nello stesso anno, al IV Premio Ber-gamo, una sua opera “La modella triste” è acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Grande impegno rivolge all’Arte Sacra portando a compimento cicli di opere come pale d’altare, affreschi, mosaici, vetrate. Muore a Cinisello Balsamo nel 1974.
Scrive CARLO ADELIO GALIMBERTI nella presentazione alla mostra:
(…) Il cosiddetto “ritorno all’ordine” nel primo dopoguerra, sospinse la pittura oltre i sommovimenti delle avanguardie storiche e produsse in Italia un movimento denominato «Novecento», con gli stimoli della rivi-sta «Valori Plastici» e con le teorie di Ardengo Soffici, e che ebbe però anche il suo fiacco risvolto in un’arte pomposa e servilmente accademica. A tutto questo Spreafico non si adegua, reagendo alla staticità “statuaria” di Novecento e annoverando in questa scelta compagni illustri quali Marino Marini e Pio Seme-ghini e più tardi il Gruppo dei Sei di Torino così come a Milano il coraggioso gruppo di Corrente. Ciascuno di questi avrebbe avuto la propria caratteristica stilistica, spesso non assimilabile in ciascun esponente, ma in tutti, come in Spreafico, germogliava l’autonomia dall’ufficialità retorica e stancamente accademica. Ecco allora che le opere di quel periodo, qui rappresentate con alcuni esemplari in questa mostra, si rifanno all’esperienza cezanniana, saltando a piè pari tutta la convulsa stagione delle avanguardie storiche per ritor-nare alla prima germinazione dell’arte contemporanea che appunto in Cézanne ebbe il suo cantore più eccel-so. Se pensiamo infatti che è proprio con Cézanne che si inaugura quella stagione in cui il colore non è più il riempitivo di una forma, ma è esso stesso l’elemento costruttivo dell’immagine, possiamo così meglio com-prendere l’evoluzione artistica di Spreafico che si svilupperà negli anni successivi in quella fiabesca maniera cromatica che lo contraddistinguerà anche e soprattutto nel secondo dopoguerra.. (…)
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