Venezia - dal 26 luglio al primo agosto 2012
Roberto Cannata - At the Stop
IL DICTYNNEION
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San Polo 911/a (30125) |
+39 3337748603 |
fernanda_facciolli@libero.it |
www.fernandafacciolli.it |
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La mostra presenta una selezione critica dei lavori di Roberto Cannata (Mestre, 1961), artista eclettico, pittore e scultore di formazione accademica, da anni attivo sulla scena culturale nazionale ed internazionale, tra i quali una serie di opere recenti, realizzate per l’appuntamento veneziano.
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orario: 16.00 – 20.00 (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 26 luglio 2012. ore 19.30 |
curatori: gaetano salerno |
autori: Roberto Cannata |
genere: arte contemporanea, personale
comunicato stampa |
| Verrà presentata al pubblico giovedì 26 luglio 2012 alle ore 19.30, con intervento critico a cura di Gaetano Salerno, la personale di Roberto Cannata At the Stop, inaugurata lunedì 16 luglio 2012 presso gli spazi espositivi della Galleria Il Dictynneion di Venezia e visitabile fino a mercoledì primo agosto 2012 (vedi scheda evento allegata).
La mostra presenta una selezione critica dei lavori di Roberto Cannata (Mestre, 1961), artista eclettico, pittore e scultore di formazione accademica, da anni attivo sulla scena culturale nazionale ed internazionale, tra i quali una serie di opere recenti, realizzate per l’appuntamento veneziano.
Da sempre attento alle sperimentazioni tecniche e alle citazioni linguistiche colte, l’artista compie reiterate incursioni nel campo della figurazione per scandagliare, attraverso la pratica dell’osservazione del presente e della registrazione dei molti dati sensoriali che da esso emergono, le sottili dinamiche e i risvolti psicologici attuati dagli attori che popolano gli infiniti palcoscenici del mondo; nasce così un lavoro fortemente eloquente di una condizione umana sofferente e generalizzata, scioccante e inattesa, la cui natura inquieta è tradotta dalla desolazione di lande spettrali, dal silenzio permeante, dalla profanazione e perdita definitiva dei canoni estetici e del senso di euritmia.
La carica espressionista delle figure realizza un gioco pittorico che sapientemente pesca elementi nel bacino intellettuale delle Avanguardie Storiche dei primi del Novecento e con lucida oggettività scenica (ora cubista, ora metafisica, ora surrealista), struttura una forma di comunicazione visiva che si realizza nella piena conoscenza dei propri riferimenti culturali e nella consapevolezza di poterli rendere attuali e contestuali.
Gli universi-altri di Roberto Cannata, governati da leggi fisiche alternative che prescindono dalle imposizioni prospettiche della tridimensionalità scientifica, libere da gabbie esecutive e da parametri mimetici, rappresentano lo sfogo a digressioni psicologiche nelle quali, seguendo linee fluide e morbide simili a percorsi mentali di retaggio freudiano e aumentando iperbolicamente ora la nitidezza dei colori ora le loro sfumature, trovano origine figure biologicamente modificate e distorte, abitanti di un mondo post-atomico sopravvissuto (ma irrimediabilmente compromesso) alle reiterate catastrofi perpetrate illogicamente dalle sub-culture odierne.
Il lungo piano sequenza (dal quale l’artista estrapola i vari fermo immagine) su trame di vita fittamente intersecate tra loro eppure lineari e indipendenti nel loro incedere, vittime di una clausura intimista che inibisce l’osmosi dei sentimenti, diviene flusso narrativo continuo e a-temporale che dal passato storico dell’uomo, il logos (l’unione di legge e armonia) attraversa il presente di esistenze illusorie per proiettarsi rapido verso un futuro decadente e disilludente, nel quale l’unica condizione possibile è la solitudine.
L’equilibrio di un pensiero creatore originario è così minato da metamorfismi e da zoomorfismi ipertrofici dei quali diveniamo impotenti osservatori e dalla inquietante accettazione (e compiacimento) del disordine che governa questi incubi ormai materialmente tangibili, retti da principi di irrazionalità lontani – e contrari - da qualsiasi progetto divino.
Le figure di questo consorzio sociale, le cui regole si sostituiscono a quelle della vita reale, aspettano passivamente ma diligentemente at the stop una soluzione ai mali del mondo o una risposta alle domande esistenziali che non arriveranno; anche l’attesa, imbrigliata in costrutti narrativi che parafrasano Beckett e Ionesco per l’evidente incapacità di comunicazione e per la cieca fiducia in epiloghi felici scanditi da uno scorrere percettibilmente lento di un tempo post-assiale, funge da inganno consolatorio e da unica certezza possibile; scartata l’ipotesi di una trascendenza salvifica, nella speranza di una svolta improvvisa, si ricerca la spinta energetica che, apparentemente senza senso e senza scopo, consente di intraprendere una quotidiana battaglia con i nostri destini individuali forse già decretati, forse invece liberi di muoversi e di inventarsi, perdendosi e ritrovandosi, nel labirinto dei canovacci vitali.
L’artista sarà presente in galleria in occasione della presentazione critica a cura di Gaetano Salerno, direttore di Segnoperenne.it (curatore anche delle due precedenti personali dell’artista Sentieri della Persuasione e gradozero) e durante i successivi giorni di apertura della mostra.
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