Bologna - dal 15 marzo al 7 luglio 2013
Giacomo Manzù e il Concilio Vaticano II
RACCOLTA LERCARO |
Via Riva Di Reno 57 (40122) |
+39 0516566210 , +39 0516566211 |
segreteria@raccoltalercaro.it |
www.raccoltalercaro.it |
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La mostra comprende una cinquantina di opere realizzate da Manzù tra il 1929 e il 1988, molte delle quali provengono dalla Raccolta Manzù di Ardea. Altre, dalle collezioni della Fondazione Manzù di Ardea e della Raccolta Lercaro di Bologna. Sono inoltre esposte fotografie dell'epoca.
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orario: Da martedì a domenica, ore 11-18.30 - Chiuso il lunedì (feriali); Chiuso il giorno di Pasqua (31 marzo); Aperto il lunedì dell'Angelo (1 aprile), 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 15 marzo 2013. Ore 18.00 |
catalogo: in galleria. |
curatori: Francesco Buranelli, Marcella Cossu, Andrea Dall'Asta S.I., Giulia Manzù, Francesca Passerini, Elena Pontiggia |
autori: Giacomo Manzù |
patrocini: Realizzata in collaborazione con: Galleria nazionale d'arte moderna-Raccolta Manzù, Ardea Fondazione Manzù, Ardea
Promossa in collaborazione con: Galleria San Fedele, Milano Comune di Bologna-Istituzione Bologna Musei |
genere: documentaria, fotografia, altro, arte moderna
comunicato stampa
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Nell'ambito delle manifestazioni per la ricorrenza del 50° anniversario di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II (ottobre 1962) la Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro di Bologna, vuole ricordare questo momento storico, artistico e spirituale con un’esposizione dedicata al grande scultore Giacomo Manzù, in considerazione anche del rapporto intercorso tra l'artista e il cardinale Giacomo Lercaro, uno dei quattro moderatori del Vaticano II. La mostra - a cura di Andrea Dall’Asta S.I., Francesco Buranelli, Marcella Cossu, Giulia Manzù, Francesca Passerini, Elena Pontiggia - comprende una cinquantina di opere realizzate tra il 1929 e il 1988, molte delle quali - sculture, disegni, incisioni e pitture - provengono dalla Raccolta Manzù di Ardea collegata alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma. Altre, dalle collezioni della Fondazione Manzù di Ardea e della Raccolta Lercaro di Bologna. Sono inoltre esposte fotografie dell'epoca e parte di una corrispondenza epistolare intercorsa tra Manzù e alcuni significativi protagonisti del periodo, in particolare il cardinale Giacomo Lercaro.
L'intento è quello di ripercorrere le tappe principali del cammino umano e creativo dell'artista, nel desiderio di far emergere i tratti che lo hanno reso, insieme alle sue opere, uno tra i più significativi protagonisti del dialogo arte-fede nel XX secolo. Un particolare riferimento, quindi, è riservato al periodo compreso tra la vincita del primo concorso per le porte della basilica di San Pietro in Vaticano sul tema Il Trionfo della Chiesa (1947-48), le successive elaborazioni, specchio di una vicenda complessa segnata da tribolazioni interiori (1949-60), e l'approdo alla realizzazione dell'opera universalmente conosciuta, la Porta della Morte (1961-64). Attraverso lo snodo delle diverse sezioni emergono i temi fondamentali che hanno caratterizzato il percorso di Manzù: dal rapporto con don Giuseppe De Luca, caro amico, consigliere e spesso intermediario tra l'artista e il mondo ecclesiastico vaticano, a quello più conosciuto e maggiormente indagato con papa Giovanni XXIII. Emerge soprattutto l'urgenza di accordare i grandi temi della tradizione cristiana con una spiritualità che affonda le proprie radici nella realtà dell'uomo contemporaneo, drammaticamente segnata dalla guerra e dall'ingiustizia. Solo radicandosi nell'opacità della realtà umana è possibile intraprendere cammini di liberazione e di riconciliazione. L'artista elabora quindi un nuovo linguaggio figurativo che, negli anni Sessanta, diventerà espressione di quell'apertura auspicata e realizzata dalla Chiesa grazie al Concilio. In esposizione non mancano tuttavia soggetti più "profani" - come alcuni ritratti di Inge, compagna di una vita - che mostrano la vitalità creativa e la passione interiore di un artista in continua esplorazione delle più profonde dimensioni dell'animo umano, l'uomo che diceva di sé: «Io lavoro perché mi è una necessità indispensabile all'anima. Io sono un artigiano». Uno dei maggiori interpreti del secolo passato.
La Raccolta Lercaro ringrazia la Fondazione Manzù e la Galleria nazionale d'arte moderna-Raccolta Manzù di Ardea. Un ringraziamento particolare a Inge, Giulia e Mileto Manzù per avere permesso la realizzazione della mostra.
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