sabato 1 settembre 2012

Enrico Castellani / Guenther Uecker

Uecker, Aufstand-Brief an Peking

Venezia - dal 31 agosto 2012 al 13 gennaio 2013
Enrico Castellani / Guenther Uecker

GALLERIA INTERNAZIONALE D'ARTE MODERNA DI CA' PESARO

Santa Croce 2076 (30135)
+39 041721127 , +39 0415241075 (fax), +39 0415209070
mkt.musei@comune.venezia.it
www.museiciviciveneziani.it


Due grandi maestri dell’arte contemporanea, rappresentanti di rilievo dell’ultima
generazione del Gruppo Zero - mai presentati insieme in Italia in un’esposizione
museale - si ritrovano dopo quasi cinquant’anni per questa mostra allestita nei
suggestivi ambienti al secondo piano di Ca’ Pesaro.
Presentano una selezione di lavori storici tra i più rappresentativi della loro
produzione, oltre a opere recenti, alcune realizzate appositamente per l’evento.
orario: 10 – 18 (biglietteria 10 – 17)
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: Intero: 10,00 euro
Ridotto: 8 euro
Ragazzi da 6 a 14 anni; studenti* da 15 ai 25 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di
ragazzi o studenti; over 65; personale* del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; titolari di
Carta Rolling Venice; soci F.A.I.*
Gratuito
residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini da 0 a 5 anni; portatori di handicap con
accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici* che accompagnino gruppi; 1
gratuità ogni 15 biglietti previa prenotazione; m
vernissage: 31 agosto 2012. dalle 12,00 alle 18,00
autori: Enrico Castellani, Guenther Uecker
genere: arte contemporanea, doppia personale

comunicato stampa
Due grandi maestri dell’arte contemporanea, rappresentanti di rilievo dell’ultima
generazione del Gruppo Zero - mai presentati insieme in Italia in un’esposizione
museale - si ritrovano dopo quasi cinquant’anni per questa mostra allestita nei
suggestivi ambienti al secondo piano di Ca’ Pesaro.
Presentano una selezione di lavori storici tra i più rappresentativi della loro
produzione, oltre a opere recenti, alcune realizzate appositamente per l’evento.
Coprodotta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dalla Fondazione Mudima di
Milano, a cura di Lóránd Hegyi e Davide Di Maggio, la mostra offre un particolare
confronto fra due contesti artistici, quello italiano e quello tedesco: due modelli di
un’arte sistematica, concettuale ed anche sensoriale.
La presentazione in dialogo delle opere dei due artisti regala la possibilità di
ripensare alle grandi linee dello sviluppo dell’arte nel secondo dopoguerra e di
riflettere su una forma di concettualismo spirituale ma anche sensuale, un
fenomeno tipico e profondamente europeo, elemento centrale nel lavoro di
entrambi.
Una riflessione intellettuale e filosofica dunque, ma anche una grande ricchezza
visuale per il pubblico, senza per questo essere né didattica né accademica.
Il percorso espositivo infatti costituisce l’occasione per ammirare una selezione dei
più significativi lavori dei due artisti: Enrico Castellani espone una ventina di lavori
scelti tra i più significativi e importanti del suo percorso fino ad arrivare ad opere
più recenti.
Altrettante le opere di Günther Uecker, di grandi dimensioni e datate a partire dagli
anni ’60.
La mostra suggerisce, attraverso una lettura particolare dei monumentali spazi di
Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, un importante riepilogo delle
diverse tipologie del lavoro di Uecker e Castellani, dando l’opportunità di analizzare
le posizioni dei due artisti che lavorano nello spazio e con lo spazio, interpretandolo
secondo il proprio contesto socioculturale, antropologico e politico.
Accompagneranno l’esposizione due volumi, raccolti in un’unica edizione, ognuno
dedicato a ciascun artista, editi dalla Fondazione Mudima e dalla Fondazione Musei
Civici di Venezia.
Con il contributo di:
Mostra coprodotta da
Fondazione Musei Civici di Venezia
Fondazione Mudima di Milano
A cura di
Lóránd Hegyi e Davide Di Maggio
Fondazione Mudima Milano
Enrico Castellani/Günther Uecker

Ca’ Pesaro,
Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia
1 Settembre 2012 / 13 Gennaio 2013

NOTE BIOGRAFICHE
Enrico Castellani, nasce nel 1930 in provincia di Rovigo. Nel 1957 si stabilisce a
Milano, e diviene esponente attivo della nuova scena artistica. Stringe rapporti di
amicizia e collaborazione in particolare con Piero Manzoni. Dopo prime esperienze
di carattere informale, ispirate all'action painting americana, riconoscendo questo
tipo di arte come maturo per un superamento, elabora con la collaborazione alla
rivista Azimuth da lui fondata insieme a Manzoni, un nuovo inizio, che propone
l'azzeramento totale dell'esperienza artistica precedente, basato su un nuovo patto
con il progresso sociale.Tale azzeramento viene realizzato da Castellani insieme a
Piero Manzoni e Agostino Bonalumi con l'utilizzo di tele monocrome (spesso
totalmente bianche) estroflesse con varie tecniche in modo da creare effetti di luci
ed ombre cangianti con l'inclinazione della sorgente luminosa. Si tratta di
un'esperienza del tutto originale e considerata di fondamentale importanza nella
storia dell'arte astratta del novecento, non solo per quanto riguarda la scena
italiana, ma soprattutto di quella internazionale, la cui eco influenzò ed ispirò
Donald Judd che in un articolo del 1966 definì Enrico Castellani padre del
minimalismo.
Da allora Enrico Castellani avvia un percorso rigorosissimo di studio ed analisi delle
possibilità fornite dall'estroflessione della tela mediante l'utilizzo di chiodi, centine e
di sagome di legno e metallo inserite dietro la tela. Nel 1959 realizza la sua prima
superficie a rilievo, dando vita ad una poetica che sarà la sua cifra stilistica costante
e rigorosa e definendo ciò che la critica ha chiamato “ripetizione differente”,
considerata da molti critici di estrema purezza, dove la ripetizione accuratamente
scelta dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni della tela costituisce un
percorso sempre nuovo, anche se coerente ed intenso.. Da allora il suo procedere
continua a svilupparsi nell’ambito dell’estroflessione, ma nella sua compatta e
coerente produzione ha realizzato e continua a farlo, opere che si discostano
nettamente dalle superfici a rilievo, rivelando molto su temi a lui cari quali il tempo,
il ritmo e lo spazio.
Günther Uecker nasce nel 1930 a Wendorf, Mecklenburg, in Germania. Scultore,
scenografo e artista cinetico, compie i suoi primi studi artistici a Wismar e
all’Accademia di Berlin-Weissensse dal 1949 al 1953, realizzando inizialmente
opere nello stile del Realismo Socialista. Fino al 1957 frequenta l’Accademia di
Düsseldorf e in questi anni esegue i suoi primi dipinti con forme in rilievo. Nel 1957
inizia a dipinge opere nei colori bianco, nero o rosso con una struttura di punti o
linee verticali o orizzontali che ne ricopre completamente la superficie. Allo stesso
Fondazione Mudima Milano
Enrico Castellani/Günther Uecker

Ca’ Pesaro,
Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia
1 Settembre 2012 / 13 Gennaio 2013

anno risalgono i primi lavori a rilievo in cui fa uso dei chiodi, primo passo di una
sperimentazione che lo porta in seguito a porre sulla superficie del quadro altri
oggetti, come ad esempio turaccioli o tubi di cartone. La superficie ricoperta di
chiodi si pone come antitesi alla superficie dipinta e consente nello stesso tempo
all’artista di esplorare l’articolazione della luce attraverso le ombre create dai
chiodi. Lavorando prima su sequenza matematiche regolari di chiodi, a partire dal
1960 l’artista introduce strutture organiche e realizza le sue prime strutture rotanti
a forma di disco e le sue prime scatole illuminate (light boxes). Amico di Yves Klein,
Heinz Mack e Otto Piene, nel 1961 fonda con questi ultimi il Gruppo Zero, che
sviluppa interessanti ricerche cinetico visuali nell’ambito della nascente Arte
cinetica, della quale rappresenta il versante tedesco. Interessata al movimento,
quest’arte nuova ha inediti punti di contatto con la scienza e la tecnologia, rivelando
inoltre agganci con il Dadaismo e il Futurismo. Il Gruppo Zero, diventa ben presto
punto di riferimento e d’ispirazione di molte tendenze europee di quegli anni, come
il Gruppo T ed il Gruppo N in Italia e varie sperimentazioni di Optical Art in tutta
Europa. La sperimentazione di Uecker si esprime attraverso strutture oscillanti,
sedie, tavoli e pianoforti ricoperti di chiodi, comprendendo dal 1966 anche progetti
con la corrente ad alta frequenza e, dal 1969, progetti di grandi dimensioni
all’aperto. I suoi lavori comprendono anche stampe monocrome a rilievo, films e la
realizzazione delle scenografie e i costumi per le opere Fidelio (1974) e Parsifal
(1976)



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