La Galleria Canovaccio Arte Contemporanea in collaborazione con Bat-Accademia delle Belle Arti di Terni ospita le litografie di Antoni Tàpies l’artista catalano scomparso all’età di 88 anni il 6 febbraio scorso. Il 3 novembre alle ore 18 in Largo Filippo Micheli 20, sede della Galleria, verrà celebrata l’opera del pittore e scultore contemporaneo più rappresentativo a livello internazionale, LOS CARTELES DE TAPIES Y LA ESFERA PUBLICA. Una serata-evento nel corso della quale si potrà ammirare il lavoro di Tapies, la sua ispirazione.
La materia, le visionarie trame grafiche incise con urgenza concitata e brusca, sono congenitamente implicite sin dall'inizio, nel suo lavoro. Il problema di Antoni Tàpies non è, prima, di essere, di sentirsi, surreale o astratto, così come dopo non sarà di definire la qualità del proprio informale. Altro è il senso, altra la ricerca oscura e potente, della sua pittura. Nelle opere della seconda metà degli anni ‘50, dalle quali prende avvio la pluridecennale grandiosa partitura visiva del lavoro di Tàpies, l'intuizione profonda del senso della materia è valore chiave. Lo stesso artista parla di "una specie di materia prima interiore", che egli non intende "come un mondo a parte, ideale o soprannaturale, ma come l'unica, totale e veridica realtà, della quale tutto si compone". Dunque, il quadro non rappresenta delle cose, ma è una cosa; non racconta la realtà, perché è, in se stesso, realtà. Scrive Tàpies nel 1958: "L'opera è frutto di una lenta gestazione dell'artista. Prende per così dire l'abitudine di pensare e di reagire per mezzo di immagini che poi in modo quasi inconscio, si decantano, si imprimono o si cancellano. Ma quando crediamo, di potere di punto in bianco, lavorare su di una determinata idea, ci accorgiamo che anche l'opera comanda, perché ha le sue leggi - interne ed esterne - di sviluppo. Si ribella e ci impone le sue condizioni come i personaggi di Pirandello. Come ovunque vi sia vita, si svolge un dialogo tra l’autore e la materia della sua opera. All'inizio lo scopo non è sempre chiaro: il cammino si forma sotto i passi". E ribadirà più avanti, a proposito di questa fine decennio, la propria "forte avversione per il colore", quella che lo induce a rastremare il proprio campire al bianco e nero, poi alla dominante grigia, in odore di monocromia.
“La pintada è lo squillo di tromba in pieno sole. La pintada è vitale. Essa distrugge i piedistalli del falso ordine e l'ipocrisia dei valori che non concedono amnistie. E a volte può essere il grido del sole e il rosso sangue delle quattro ditate che sono il simbolo della nostra libertà e democrazia. Ce la toglieranno dalle strade ma essa risorgerà più forte e sicura dalle mani degli artisti e dei poeti". Così, nel 1984, Tàpies.
E dice di lui Arnaldo Pomodoro, a sua volta geniale uomo di segni: "Mi colpisce la costruzione architettonica che riesce a dare al quadro: che è un dettaglio ingigantito, dove non vedi mai l'intera struttura e guardando ricordi un particolare, un segno soltanto…". Per questo ancora, di fronte a questi segni urgenti, a queste materie stratificate ed elise, a questi oggetti al limite d'una vita possibile, noi avvertiamo comunque un'unica tensione, un unico sentir vivere e sentirsi vivere, una idea di corporeo che non si lascia ridurre all'arbitrio della logica. Questa è la potenza di Tàpies, questo l'enigma geniale della sua opera, consegnata al nostro sguardo.
Galleria Canovaccio Arte Contemporanea Largo Filippo Micheli, 20 Terni Tf. 0744 422762
Accademia Belle Arti di Terni Via XI Febbraio, 43 Tf. 0744 402436 www.italianartschool.it
|
|
Nessun commento:
Posta un commento