venerdì 9 marzo 2012

Carter - Janus Travestito

Carter "Draped Landscape" tecnica mista su tela cm 127 x cm 101 - 2012

Napoli - dal 9 marzo al 30 aprile 2012
Carter - Janus Travestito

ANNARUMMA

Via Carlo Poerio 98 (80121)
+39 0810322317 , +39 0810322317 (fax)
info@annarumma.net
www.annarumma.net


[…] mutilato,incompleto, nemico a sé stesso è l’uomo contemporaneo […]:
uno stato d’antica armonia è perduto,
a una nuova completezza si aspira.

Italo Calvino
orario: da Martedì a Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19,30 Sabato su appuntamento
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 9 marzo 2012. ore 19,00
autori: J. Carter
genere: arte contemporanea, personale


comunicato stampa
La galleria annarumma inaugura Venerdì 9 Marzo alle ore 19:00, la personale di Carter (1970; vive e lavora a New York), già noto ai pubblici d’arte americano ed europeo, ed ora per la prima volta in Italia.

Affidando le sue generalità al nomignolo coniato negli anni delle scorribande in comitiva, l’artista già suggerisce i suoi orientamenti in materia d’arte: l’identità è infatti leitmotiv della sua ricerca, questa volta indagata mediante il protagonismo della testa, porzione anatomica che più d’ogni altra identifica la vita di un corpo, raccontandolo.
Bifronti e ieratiche come le ataviche iconografie di Giano, Divum Deus del Pantheon italico e divinità propiziatrice degli inizi, oppure appena abbozzate come quelle di fautriana memoria: appellandosi alla tradizione – sia essa prossima o remota – le teste di Carter fluttuano in mucillagini di colore come brandelli di identità autentica, riuscendo a scoprirsi dietro i bianchi drappi cuciti sulle tele, simili a cieli copernicani squarciati da una verità che non ha più paura di mostrarsi.

È dunque ancora l’eterna lotta tra essere e dover essere il perno della riflessione dell'artista, tante volte combattuta tra le pagine dei grandi capolavori letterari, e che qui si connota invece di difficoltà palpabili perché attuali, di spunti derivanti da fobie della odierna transitorietà. Ma l’arte di Carter è risolutiva: con ironia e consapevolezza storica supera lo smarrimento esistenziale, offrendosi piuttosto come superficie da completare.

Così, riscattate tutte le apparenze del mondo dalla vertigine della precisione, restituito l’individuo alla sua natura più autentica, il sentimento che abbiamo dei fenomeni, la percezione – valore fondativo dell’opera d’arte – riscopre nuovamente l’importanza dello sguardo particolare, della pluralità come possibilità, sgombrando il campo da standardizzazioni e paralizzanti categorizzazioni di sorta.



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