venerdì 30 marzo 2012

Nei labirinti dell’astratto. II Edizione

Napoli - dal 29 marzo al 14 aprile 2012
Nei labirinti dell’astratto. II Edizione

CHIESA DI SAN SEVERO AL PENDINO

Via Duomo 286 (80138)
+39 081202053


L'esposizione approfondisce i meccanismi, i linguaggi e le tecniche che si orientano sull’astrattismo, ovvero su quella pittura che non rappresenta la realtà e che esprime contenuti nella libera composizione di linee, forme e colori
orario: da lunedì a sabato dalle 9.30 alle 18.30 (chiuso lunedì 9 aprile)
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 29 marzo 2012. ore 17.30
catalogo: in galleria.
curatori: Ilaria Galiano, Giorgia Loda
autori: Rovirò, Adrijana Tijardovic, Davide Vinattieri,Alessandro Vitali
genere: arte contemporanea, collettiva
email: info@studiosantagnese.com




comunicato stampa
Nei labirinti dell’astratto. II Edizione
A cura di Giorgia Loda, Ilaria Galiano

Date mostra
Sede

La seconda edizione della mostra internazionale d’arte contemporanea dal titolo: Nei labirinti dell’astratto
si terrà dal 29 marzo al 14 aprile 2012 presso il Complesso Monumentale di San Severo al Pendino a
Napoli. L'esposizione approfondisce i meccanismi, i linguaggi e le tecniche che si orientano sull’astrattismo,
ovvero su quella pittura che non rappresenta la realtà e che esprime contenuti nella libera composizione di
linee, forme e colori. Obiettivo della mostra è suscitare nel visitatore emozioni interiori, utilizzando
unicamente la capacità dei colori di trasmettere delle sensazioni. L’astrattismo ha la forza di liberare la
fantasia di molti artisti, che si sentono totalmente svincolati dalle norme e dalle convenzioni. Le direzioni in
cui si snoda l'arte astratta sono eterogenee, con premesse ed esiti profondamente diversi. La mostra in
oggetto si inserisce all’interno di un progetto di più ampio respiro, volto a creare e a presentare al pubblico
un gruppo di artisti che, attraverso la realizzazione di opere astratte, diano vita a un percorso di infinite
interpretazioni sul tema del colore e della luce. Il dinamismo vitale del colore e dei contrasti creerà un
universo scenico di grande fascino; gli artisti giocheranno su soluzioni stilistiche che sono il frutto di un
personale rapporto di spontaneità con l'opera, realizzata dando un ruolo privilegiato al proprio inconscio. Le
innumerevoli pulsazioni cromatiche diventano il fulcro di ciascuna opera sottolineando la capacità che l’arte
astratta ha di comunicare senza imitare le immagini reali. La mostra vedrà la partecipazione di artisti di alto
profilo che ben rappresentano l’identità del progetto a cura di Giorgia Loda, curatrice milanese che da diversi
anni pone al centro del proprio lavoro la promozione di giovani artisti emergenti e la divulgazione dell’arte
contemporanea. Tra gli artisti in mostra: Rovirò, Adrijana Tijardovic, Alessandro Vitali, Vidà (Davide
Vinattieri).

Rovirò: artista e stilista che porta avanti il proprio progetto creativo con grande successo. Rovirò e’ arte a
360°;l’artista ha creato una serie di esclusive linee pittoriche che si evidenziano, non solo attraverso i suoi
dipinti, ma anche dall’abbigliamento agli accessori. Rovirò costituisce un marchio che garantisce unicità.
Adrijana Tijardovic: artista croata, cittadina italiana, da poco tempo ha iniziato il suo percorso espositivo in
Italia. Con le sue opere si ispira all’Astrattismo Evocativo, cerca l’istologia delle emozioni esaltando l’armonia
nucleare del suo segno pittorico. Ultima mostra a Venezia, Casa Museo di Corto Maltese, febbraio 2012.
Alessandro Vitali: dopo un avvicinamento all'architettura, l’artista si trasferisce a Berlino dove attualmente
vive e lavora. Passione e ricerca sono gli elementi base che ispirano il suo lavoro, le sue opere testimoniano
un’apertura a nuovi linguaggi figurativi e sperimentali.
Vidà (Davide Vinattieri): artista toscano, intuitivo e autodidatta; la sua pittura si esprime attraverso una
personale ed elaborata ricerca artistica incentrata su un attento studio del colore. Ultima mostra al Salone
Internazionale d’Arte Contemporanea Art Shopping al Carrousel du Louvre di Parigi.

Informazioni sullo spazio espositivo:
La mostra sarà ospitata nei prestigiosi spazi del Complesso Monumentale di San Severo al Pendino a
Napoli. L’edificio è stato riportato al suo antico splendore grazie al restauro curato dalla Soprintendenza dei
Beni Ambientali ed Architettonici. La fruibilità del luogo è assicurata dal Servizio Patrimonio Artistico e
Museale della IX Direzione Centrale Politiche Culturali del Comune di Napoli.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli.

Coordinate Mostra:

Titolo:
A cura di:
Sede:

Date:
Inaugurazione:
Orari di apertura:

Informazioni:

Dal 29 marzo al 14 aprile 2012
Complesso Monumentale di San Severo al Pendino - Napoli

Nei labirinti dell’astratto. II Edizione
Giorgia Loda, Ilaria Galiano
Complesso Monumentale San Severo al Pendino
Via Duomo 286 – Napoli
dal 29 marzo al 14 aprile 2012
29 marzo 2012 dalle ore 17.30
da lunedì a sabato dalle 9.30 alle 18.30
(chiuso lunedì 9 aprile) /Ingresso libero
E-mail: info@studiosantagnese.com



Mario Sangiovanni - Paesaggio Flegreo

Napoli - dal 29 marzo al 29 aprile 2012
Mario Sangiovanni - Paesaggio Flegreo

PALAZZO REALE

Piazza Del Plebiscito 1 (80132)
+39 848690499
sbappsae-na@beniculturali.it
www.palazzorealenapoli.it


Circa cinquanta opere, tra dipinti e grafiche, propongono il legame vivo e tangibile con i luoghi, che l’artista osserva con sensibilità, tentando di recuperare il proprio vissuto in una dimensione memoriale
orario: dal lunedì al sabato ore 9,00 – 19,00
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 29 marzo 2012. ore 17.30
ufficio stampa: +39 3355289607 - annalisa.tirrito@tin.it
curatori: Patrizia Di Maggio, Daniela Ricci
autori: Mario Sangiovanni
genere: arte contemporanea, personale
email: pattydimaggio@libero.it


comunicato stampa
Mario Sangiovanni

“Paesaggio Flegreo”
a cura di Patrizia Di Maggio, Daniela Ricci

29 marzo - 29 aprile 2012
Napoli, Palazzo Reale, Sala Dorica

Inaugurazione giovedi 29 marzo ore 17, 30

La Sala Dorica di Palazzo Reale a Napoli accoglie per la prima volta le opere
dell’artista Mario Sangiovanni nella mostra “Paesaggio Flegreo”.
Dal 29 marzo al 29 aprile 2012 la personale, curata da Patrizia Di Maggio e Daniela
Ricci, è stata progettata come un racconto nel tempo e presentata come in un album di
fotografie.
Circa cinquanta opere, tra dipinti e grafiche, propongono il legame vivo e tangibile
con i luoghi, che l’artista osserva con sensibilità, tentando di recuperare il proprio
vissuto in una dimensione memoriale.
Porti, strade e case di Pozzuoli, dove Sangiovanni vive e lavora, analizzano la vita,
talvolta resa fragile e debole dalla contemporaneità, attraverso il paesaggio vissuto
come espressione della propria interiorità, ricco di sensazioni che passano dal quadro
allo spettatore.
«La pittura di Mario Sangiovanni è severa, robusta, essenziale» scrive nel catalogo
della mostra, Patrizia Di Maggio. «I volumi sono solidamente costruiti, racchiusi
dalla linea di contorno evidente, dominante; il colore è spesso, corposo, applicato per
stesure successive, con ampie pennellate».
«La coordinazione compositiva delle singole parti della realtà diventa l’insieme nella
sua rappresentazione geometrico figurale» puntualizza Daniela Ricci. «I paesaggi di
Sangiovanni, portando echi di un primitivismo essenziale ricco di valori, intendono
anche sottolineare problematiche sociali e naturali per lottare contro l’ansia che la
nostra società dei consumi ci impone …».
Una storia nella storia, dove il paesaggio riflette immagini reali fermate in un tempo
indefinito, introspettivo, spaziando tra abitati urbani, fabbriche dismesse e ambienti
solitari, specie all’alba o all’imbrunire, quando la sensibilità dell’artista coglie forme
ed ombre suggestive ed eloquenti.

SCHEDA
Titolo Evento: Paesaggio Flegreo
Curatori Evento: Patrizia Di Maggio, Daniela Ricci
Inaugurazione: Sala Dorica giovedi 29 marzo ore 17, 30
Periodo: 29 marzo - 29 aprile 2012
Sede: Napoli, Palazzo Reale, Sala Dorica
Giorni e orari di apertura: dal lunedì al sabato ore 9,00 – 19,00
Ingresso gratuito

Ufficio Stampa: Annalisa Tirrito, cell. 335.5289607, annalisa.tirrito@tin.it




Marco Zezza - Prime luci dell'alba

Napoli - dal 29 marzo al 15 maggio 2012
Marco Zezza - Prime luci dell'alba

MUSEO APPARENTE

Vico Santa Maria Apparente 17 (80132)
museoapparente@gmail.com
www.internationale-surplace.net


Marco Zezza scava in una memoria italica alla ricerca del momento in cui l'uomo aveva stabilito con la natura e con il naturale un rapporto diretto, ma accosta alle immagini di un passato etrusco, la mitografia degli indiani d'America e le narrazioni di un passato recente in cui il mito del progresso era solo un aggiornamento tecnologico di un deciso radicarsi alla terra

vernissage: 29 marzo 2012. h 19
autori: Marco Zezza
genere: arte contemporanea, personale
email: fuani.marino@libero.it


comunicato stampa
MARCO ZEZZA

Prime Luci dell’alba

Mostra 29 Marzo 2012 – 15 Maggio 2012

Se qualcosa non muore non può nascere altro è il titolo emblematico di uno dei collage in mostra,
ma allo stesso tempo è una dichiarazione di poetica dell'artista. Il progetto Prime luci dell'alba
come gran parte dei lavori di Marco Zezza ha un legame fortissimo con il suo tempo e la condizione
politica che stiamo vivendo. L'arte al tempo della crisi - più grave quella epistemica che quella
economica - per Marco Zezza deve necessariamente assumersi le responsabilità di un ruolo nodale
all'interno della società. L'artista storicamente è il soggetto critico della città1 e come tale Marco
Zezza rivendica alla sua azione una carica energetica capace di incidere nel presente. Infatti, l'artista
confida nel processo di rigenerazione spirituale oltre che estetico che l'arte, radicata così nella vita
dell'umanità intera, può innescare. E' un processo trasformativo analogo a quello che compie
l'artista creator che, in connessione profonda tanto con la natura che con il sociale, progetta una
nuova condizione di socialità. Marco Zezza scava in una memoria italica alla ricerca del momento
in cui l'uomo aveva stabilito con la natura e con il naturale un rapporto diretto, ma accosta alle
immagini di un passato etrusco, la mitografia degli indiani d'America e le narrazioni di un passato
recente in cui il mito del progresso era solo un aggiornamento tecnologico di un deciso radicarsi
alla terra. La distanza che separa l'artista da questo modello, nient'affatto ideale ma conosciuto
empiricamente nell'esperienza delle persistenze che rintraccia nella contemporaneità, non produce
smarrimento, ma desiderio e progetto. In questi momenti così distanti nel tempo e nello spazio
Marco Zezza riconosce un uomo universale e singolare e il persistere di un sentimento che centra
l'individuo in una collettività naturale e sociale, che tiene insieme i due caratteri dell'esistenza senza
che venga a prodursi con il conflitto e con la prevaricazione di un polo su un altro l'annientamento e
la rimozione dell'uno, ma, invece, una condizione di simultaneità e di inclusione. Il progetto
espositivo dell'artista così ricompone gli opposti, gli oggetti di prelievo e le storie differenti in
narrazioni plurime. Solamente attraverso il collage poteva farlo, cioè attraverso quel procedimento
che l'avanguardia storica ha assunto a dignità di medium, che già implicitamente nei meccanismi
che lo producono e in quelli estetici che attiva, propone una riprogrammazione utopica del mondo.
Il collage, infatti, permette all'artista, dell'avanguardia quanto a quello della nostra più stretta
contemporaneità, di riscrivere con differenti elementi, essi stessi portatori di un significato proprio,
una nuova narrazione che non cancella la memoria pregressa. Infatti se «l'opera non è più immagine
di una totalità formata in tutte le sue parti dalla soggettività dell'artista»2, scrive il critico letterario
tedesco Peter Bürger nel celebre saggio Teoria dell'avanguardia, registra la frammentazione del
reale. Nel caso dei papiers collés il procedimento che sminuzza i libri della Storia d'Italia
dell'inizio del ‘900, le riviste mediche degli anni '10 e le pubblicazioni antiche appartenute alla
famiglia dell'artista culmina nella riorganizzazione di tutti questi tasselli in una griglia geometrica.
La griglia, elemento strutturale e insieme simbolico del modernismo a cui Rosalind Krauss dedica
un saggio apparso per la prima volta nel 1979 sulla rivista “October” annuncia la volontà di silenzio
dell'arte moderna, la sua ostilità nei confronti della letteratura, del racconto e del discorso. La

Eugenio Trías, L'artista e la città, Le Lettere, Firenze 2005.
Bürger, Teoria dell'avanguardia, trad. it., Bollati Boringhieri, torino 1990, p.87.

costruzione geometrica ripetuta ossessivamente in tutte le opere in mostra tiene certamente conto
della natura significante della struttura ma viene utilizzata essa stessa come elemento di prelievo.
Più che eco del rigido controllo della «spazializzazione del racconto»3, la griglia geometrica si
dichiara come analogo della trama tessuta. Patchwork di discorsi ridotti in frammenti, il collage si
dona all'osservatore come tavola su cui sperimentare una ricostruzione individuale di quei discorsi
oppure come seducente alternanza optical. Il collage ha memoria di un passato in cui
nell'ornamento l'arte esprimeva lo stretto legame con l'architettura, con la città e il sociale. Il
rapporto complesso tra il materiale e il suo rivestimento che nello scardinare le regole
dell'ornamento – la cui natura era un delitto per Adolf Loos - ha interessato il dibattito dell'arte e
dell'architettura nel primo decennio del '900, mantiene nelle suggestioni del progetto di Marco
Zezza esposto al Museo Apparente il vigore della discussione suggerendo di riprendere il discorso
proprio dal rapporto tra oggetto e ornamento nel dubbio che l'odierna riduzione del processo
artistico a design - e a quello che vagamente viene definito “lavoro creativo”- sposti strategicamente
la riflessione sulla funzione e ruolo dell'arte nella vita alla superficie dell'oggetto. Angelo Trimarco
che dedica un libro ai temi del dibattito che dalla fine dell'Ottocento ha avuto come oggetto
l'ornamento, ricorda la posizione teorica di Herman Broch che rivendicava, lontano dai presupposti
funzionalisti, la necessità dell'ornamento come rivelazione della radice matematica dello stile4. Il
binomio astrazione geometrica e ornamento che nel lavoro di Marco Zezza si realizza nella serie di
collage è l'assunto che permette gli accostamenti per sollecitazioni e suggestioni tra la i riferimenti
al popolo etrusco e in particolare al loro specifico rapporto con la natura (alcuni dei libri smembrati
e sminuzzati erano vecchi saggi di storia dell'archeologia etrusca) insieme con i riferimenti,
rintracciabili nella composizione geometrica, alle popolazioni native dell'america. A questo
proposito lungo la riflessione sullo stile e sulla decorazione non può passare inosservata la
vicinanza tra le procedure utilizzate da Marco Zezza e la proposta critica centrale nel dibattito sulle
arti nel primo decennio del '900. Wilhelm Worringer che, nell'analisi dei due differenti poli - quello
dell'astrazione e quello dell'empatia - sostiene che «come ultimo e più esteriore espediente per
trasferire l'organico nella sfera dell'astratto-inorganico, va ricordata la tendenza a trattare i
particolari in modo puramente decorativo, riducendoli a motivi geometrici»5. Lo stesso Worringer
riconosceva che le forme dell'arte «primitiva, esotica o arcaica» esercitavano un gran fascino
sull'arte del suo tempo e perfino «una funzione di vero e proprio insegnamento». Lo studio delle
fasi arcaiche della produzione artistica si sviluppa proprio nel primo decennio del secolo intorno al
tema fondamentale dello stile. Prime luci dell'alba il grande collage-rosone che si staglia sulla
parete di fondo dello spazio espositivo è composto dalle pagine e da ritagli di un libro smembrato
pubblicato in Italia nei primi anni del '900. L'Apollo di Veio, la stupenda scultura etrusca esercita
sull'artista, lo stesso fascino quello di un passato mitico e dell'emergenza di un rinnovato
sentimento dell'antico che per certi versi, oltre le radicali differenze, ricorda lo stupore misto ad
adorazione che agitava Winckelmann nella visione dell'Apollo del Belvedere6. L'oggetto
d'ammirazione è radicalmente diverso, e diversa è la prospettiva storico-critica che muove la ricerca
di Winckelmann, ma è emblematico il potere simbolico e di narrazione che l'arte può assumere nel
rapporto con l'individuo. Prime luci dell'alba è un progetto complesso, parte di una poetica che
rivendica la possibilità che l'arte inneschi una trasformazione del mondo attraverso la rigenerazione
dell'individuo. L'intero progetto che utilizza, senza dissimularle, le figure retoriche (la sineddoche)
la citazione del gusto intellettuale sofisticato di inizio Novecento, i libri antichi tagliati e ricomposti
in una narrazione ulteriore, culmina nel grande rosone con la convergenza di tutti i temi in un
nucleo di energia creativa che si ripromette di contagiare l'Umanità.

E. Krauss, L'originalità dell'avanguardia e altri mii modernisti, trad. it., Fazi Editore, Roma 2007.
Trimarco, Ornamento, Il sistema dell'arte nell'epoca della Megalopooli, Mimesis, Milano 2009
5Wilhelm Worringer, Astrazione e empatia,trad. it., Einaudi, Torino 1975, p. 104
6Johann J. Winckelmann, Il Bello nell'arte. Scritti sull'arte antica, a cura di Federico Pfister, Einaudi, Torino 1973.


Shout disegna Napoli

Napoli - dal 30 marzo al 15 aprile 2012
Shout disegna Napoli

PAN - PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI - PALAZZO ROCCELLA

Via Dei Mille 60 (80121)
+39 0817958605 , +39 0817958608 (fax)
info@palazzoartinapoli.net
www.palazzoartinapoli.net


In occasione della tappa napoletana dell'America's Cup, l'associazione culturale Hde, che opera a Napoli da 5 anni organizzando eventi di rilievo internazionale nel campo dell'illustrazione, ha chiesto ad Alessandro Gottardo, in arte Shout, uno degli illustratori italiani più conosciuti e premiati in America, di realizzare alcune illustrazioni che rappresentino Napoli e diano il benvenuto agli ospiti internazionali
vernissage: 30 marzo 2012.
ufficio stampa: press@ajelli.it
curatori: Francesca di Transo
autori: Shout
genere: arte contemporanea, personale, disegno e grafica
email: assohde@gmail.com


comunicato stampa
In occasione della tappa napoletana dell'America's Cup, l'associazione culturale Hde, che opera a Napoli da 5 anni organizzando eventi di rilievo internazionale nel campo dell'illustrazione, ha chiesto ad Alessandro Gottardo, in arte Shout, uno degli illustratori italiani più conosciuti e premiati in America, di realizzare alcune illustrazioni che rappresentino Napoli e diano il benvenuto agli ospiti internazionali.

L'invito è stato accolto con grande entusiasmo dal disegnatore, quest'anno insignito di altre due Gold Medals della Society of Illustrators NY. Shout ha realizzato tre tavole dedicate alla città che si appresta ad accogliere l'evento: Napoli e la vela sono diventati infatti i protagonisti del disegno sintetico, ma sempre poetico, di Shout. Le tre tavole: di notte uno spicchio di luna bianca diventa la vela di una barchetta solitaria nel golfo; il Vesuvio pieno d'acqua ospita due bagnanti e la loro barca a vela, e nella terza illustrazione lo sfondo di un quadro con la silhouette del Vesuvio e una finestra condividono un unico surreale paesaggio marino.

Per l'occasione Shout sarà protagonista di una personale al PAN: oltre alle 3 illustrazioni su Napoli, dalle quali sono state realizzate delle serigrafie in 100 esemplari firmati e numerati dall'autore, la mostra comprenderà anche 48 stampe digitali, firmate e numerate, di alcuni tra i lavori più significativi realizzati da Gottardo in questi anni (tra i propri committenti annovera più di 200 clienti tra quotidiani, riviste, agenzie pubblicitarie, studi di design e case editrici).

La mostra, a cura di Francesca di Transo, avrà luogo dal 30 marzo al 15 aprile presso le sale del PAN Palazzo delle Arti di Napoli ed è realizzata con il contributo del Comune di Napoli, del Gruppo INGENRE di Corrado e Paolo Negri, e di E. Marinella.
All'inaugurazione sarà presente l'autore.




Marcello Di Donato- Timeless

Cava De' Tirreni (SA) - dal 31 marzo al 30 aprile 2012
Marcello Di Donato- Timeless

GALLERIA COBBLER - PIAZZA SAN FRANCESCO

Piazza San Francesco 18 (84013)
info@cobblergallery.it
www.cobblergallery.it


Marcello Di Donato a metà degli anni‘80, ha scelto di dedicarsi alla fotografia, in special modo alle sperimentazioni con le tecniche fotografiche della polaroid sx-70. Nel corso degli ultimi due decenni, è stato costantemente invitato ad esporre
il suo lavoro in numerose gallerie
orario: da martedi a sabato ore 18,00-20,30
(possono variare, verificare sempre via telefono)
prenota il tuo albergo a Cava De' Tirreni (SA):
Booking.com
biglietti: free admittance
vernissage: 31 marzo 2012. ore 18,00
curatori: Bruno Di Marino
autori: Marcello Di Donato
genere: fotografia, personale



comunicato stampa
Junkspace e Timeless sono due mostre fotografiche di Marcello Di Donato, totalmente opposte e, tuttavia, perfettamente complementari, allestite in due spazi espositivi molto diversi: rispettivamente il MARTE e il Cobbler. La prima, costituita da una serie di C-print a colori, scattate in gran parte di giorno in svariati luoghi geografici, è basata su un procedimento di registrazione del reale, senza alcun tipo di calcolo e costruzione e senza alcun intervento postproduttivo. La seconda mostra, invece, è composta da immagini in bianco e nero, scattate di notte in uno stesso luogo e quasi tutte incentrate su uno stesso soggetto (busti scultorei), frutto di un’accurata preparazione e di una lunga esposizione fotografica.

Da un lato lo scatto, la poetica dell’istante, spesso assolutamente casuale; dall’altro l’estetica della posa, la ricerca particolare di un effetto luministico. Eppure tanto le visioni diurne, che si articolano a volte in dittici e trittici e si “attraggono” per associazioni concettuali e formali, quanto le visioni notturne, avvolte da un’aura di nitido isolamento, sono realizzate dalla stessa persona, dal medesimo artista che lavora da sempre con il medium fotografico. Il fatto che poi Marcello Di Donato sia originario di Cava dei Tirreni, così come il curatore delle due mostre, Bruno Di Marino, studioso di immagine in movimento e arti visive, rafforza ancora di più questa singolare “partita doppia” costituita da Junkspace e Timeless.


Fausto Palomba - Lagrimas de Oro

Avellino - dal 31 marzo al 20 aprile 2012
Fausto Palomba - Lagrimas de Oro

TEATRO CARLO GESUALDO

Piazza Castello (83100)
+39 0825756403 , +39 0825756403 (fax)
info@teatrocarlogesualdo.av.it
www.teatrocarlogesualdo.av.it


l reportage racconta il lavoro nelle miniere aurifere abusive sorte negli ultimi anni nella Selva Amazzonica del Madre de Dios, in Perù
orario: 10.00 - 13.00; 17.00 - 20.00
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 31 marzo 2012. ore 17
curatori: Teresa Freddo
autori: Fausto Palomba
telefono evento: +39 082534937
genere: fotografia, personale
email: info@atbconsulting.it
web: www.atbconsulting.it

comunicato stampa
ATB Consulting
presenta

Lagrimas de Oro

Mostra fotografica di Fausto Palomba

Vernissage
Sabato 31 marzo – ore 17.00
Teatro Comunale “Carlo Gesualdo” - Piazza Castello
Avellino

COMUNICATO STAMPA

Si inaugurerà sabato 31 marzo, alle ore 17.00, presso il foyer del Teatro Comunale “Carlo Gesualdo” di
Avellino, “Lagrimas de oro”, la personale del fotografo Fausto Palomba, a cura di Teresa Freddo, con il
Patrocinio morale della Provincia e del Comune di Avellino. Intervengono Ilaria Urbani (giornalista), Dott.
Luca Cipriano (Presidente Istituzione Teatro "Carlo Gesualdo"), Dott. Carmine Lepore (Socio Fondatore ATB
Consulting s.a.s.)

Il reportage racconta il lavoro nelle miniere aurifere abusive sorte negli ultimi anni nella Selva Amazzonica
del Madre de Dios, in Perù. Immersi nella foresta, gli operai lavorano instancabilmente setacciando le acque
dei fiumi alla ricerca del prezioso metallo. Nei fine settimana i minatori si ritrovano in città da far-west come
Colorado: un pugno di casette di legno, qualche bar dove ubriacarsi e dove cercare compagnia mercenaria,
un paio di rivenditori d'oro.

Le fotografie di Fausto Palomba restituiscono con sguardo lucido e attento un mondo lontano, forse poco
conosciuto, ma intrinsecamente legato al nostro. Le miniere abusive sono infatti una delle innumerevoli
conseguenze dei nuovi assetti economici mondiali. La crisi degli ultimi anni ha comportato un vertiginoso
aumento del prezzo delle materie prime e in particolare dell’oro. Da tutto il Sud America, gente in cerca di
fortuna si è riversata in massa nel cuore dell'Amazzonia peruviana, riuscendo a guadagnare anche il triplo
della media degli stipendi del paese.

La maggiore disponibilità economica non ha però ancora portato ad un miglioramento delle condizioni di vita
e di lavoro. Il fotografo mostra così da vicino lo squallore e la miseria degli accampamenti e delle cittadine,
puntando l'obiettivo sullo sguardo triste e imbronciato di una giovanissima prostituta o immortalando i disastri
ambientali che l'attività di estrazione sta comportando a causa dell'uso di materiali inquinanti.

Nel quadro di una realtà sociale ed economica complessa, si fa tuttavia strada il sorprendente ritratto
di un'umanità da scoprire. Condizioni di vita precarie lasciano ancora spazio ai giochi dei bambini, non
spengono i sorrisi di chi comunque lavora immerso nel fango e in sostanze tossiche, non cancella la
speranza dei più giovani che provano a costruire per sé e per le proprie famiglie un paese migliore.

Gli scatti lasciano trasparire contrasti crudeli e descrivono la durezza della vita dei minatori. Poi spiazzano
grazie ad una carica poetica che emoziona e lascia spazio a profonde riflessioni sui tempi che viviamo.

FAUSTO PALOMBA
Classe 1978, naturalista, vive e lavora a Torre del Greco, ma si divide tra l'Europa e il Sud America
collaborando con Perù Etico, agenzia di viaggi responsabili. Da sempre appassionato di fotografia, nel 2006
cura per il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, la mostra
fotografico-naturalistica “Geosito nell’Alveo del Carcavone”, sull'attività vulcanica del Vesuvio. Nel 2010 con
la mostra "Huaro", presentata alla Conferenza Internazionale dell’Unicef in Brasile, racconta il progetto di
recupero di bambini disabili e senza famiglia di Cusco in Perù. Nel 2011 vince il concorso fotografico “Napoli
Sotterranea” indetto dal Collettivo “Riprendiamoci le strade” di Napoli e nello stesso anno inaugura insieme
alla fotografa Maria di Pietro, presso il Teatro dell’Arte di Torre del Greco, la mostra “Baires: dos miradas”,

due punti di vista sul viaggio effettuato a Buenos Aires con la delegazione italiana del Festival del Cinema
dei Diritti Umani di Napoli. Il cinema è infatti un'altra sua grande passione. E' direttore della fotografia di
diversi lavori, tra cui il mediometraggio "Subbuteo" (2006) di D. Musacchia con Renato Scarpa, finanziato dal
Centro Anti-camorra della Regione Campania.

Coordinate mostra

Titolo: Lagrimas de oro
Sede: Teatro Comunale “Carlo Gesualdo”– Piazza Castello, Avellino
Inaugurazione: sabato 31 marzo 2012, ore 17.00 - 19.30
Date: 31 marzo- 20 aprile 2012
Orari: 10.00 - 13.00; 17.00 - 20.00
Ingresso libero
Contatti:
Teresa Freddo

Email: teresa.freddo@libero.it
Tel: +39 339 62 69 487

Informazioni al pubblico

ATB Consulting
Via A. Rubilli, 7 – scala A Int. 15
83100 – Avellino
Telefono:
+39 0825 34.937
+39 0825 191.20.10
Fax:
+39 0825 191.19.06

Email: info@atbconsulting.it

Sito: www.atbconsulting.it


domenica 25 marzo 2012

Giovanni Izzo - Promised Land

Caserta - dal 25 marzo al 20 maggio 2012
Giovanni Izzo - Promised Land

LA SIGNORA ALICE

Via Raffaele Gasparri 202 (81100)
+39 08231713173
atelier@lasignoraalice.it
www.lasignoraalice.it


Ritratti di immigrati, volti troppo spesso oscurati dal linguaggio comune e presentati come clandestini. Un prezioso invito a guardare in volto le persone, ad osservarle con curiosità e rispetto, e superare diffidenze e paure che sfociano spesso in episodi di intolleranza, chiusura e razzismo, perché non c’è modo più sicuro di liberarsi dal pregiudizio che guardare l’altro negli occhi
orario: dal giovedì al sabato dalle 19 alle 24 – domenica dalle 12 alle 16
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 25 marzo 2012. ore 18
autori: Giovanni Izzo
patrocini: Ordine degli Architetti P. P. C. di Caserta
genere: fotografia, personale
email: spazio81associazione@gmail.com


comunicato stampa
Mostra fotografica di GIOVANNI IZZO | PROMISED LAND

Vernissage Domenica 25 Marzo 2012 ore 18.00
Fino al 20 Maggio – dal giovedì al sabato dalle 19 alle 24 – domenica dalle 12 alle 16
La Signora Alice Atelier cucina, via Gasparri 20 - 81100 Caserta/0823 1713173

Con il Patrocinio dell’Ordine degli Architetti P. P. C. di Caserta

L’Atelier Cucina La Signora Alice dopo aver ospitato il progetto fotografico “ 12 Testimoni del territorio “ - dodici scatti per raccontare la storia, l’architettura, l’arte di Terra di Lavoro a cura del Fai Delegazione Caserta – dà vita ad un nuovo progetto. Chi sono i 12 testimoni? Se non li conosciamo, li scopriremo presto. La Signora Alice, con la collaborazione dell’Associazione culturale Ottantuno, aprirà le proprie porte ad ognuno dei 12 testimoni singolarmente, invitandoli a presentarsi attraverso il proprio punto di vista sulla fotografia.

Ad inaugurare la rassegna, Domenica 25 Marzo alle ore 18 negli spazi di via Gasparri 20 a Caserta, sarà il fotografo artista GIOVANNI IZZO che con il progetto PROMISED LAND, svolto in collaborazione con il centro di prima accoglienza Donazione Fernandez e pubblicato nel 2010 da Federico Motta Editore, ci accompagnerà nel viaggio verso la Terra Promessa attraversando il paesaggio umano di Castel Volturno, capitale multietnica della provincia di Caserta.
Ritratti di immigrati, volti troppo spesso oscurati dal linguaggio comune e presentati come clandestini. Un prezioso invito a guardare in volto le persone, ad osservarle con curiosità e rispetto, e superare diffidenze e paure che sfociano spesso in episodi di intolleranza, chiusura e razzismo, perché “non c’è modo più sicuro di liberarsi dal pregiudizio che guardare l’altro negli occhi” (Marina Itolli).

_GIOVANNI IZZO è nato a Grazzanise nel '53. Ha frequentato l’Istituto d’Arte e si è poi diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Decisivo l’incontro con Mimmo Iodice di cui è stato allievo, seguendone il prezioso insegnamento ben oltre la durata del corso. Per questa fondamentale esperienza ed altri approfondimenti e confronti artistici e professionali, ha meritato l’approdo alla Biennale di Venezia nel 1978. Si è affermato al Kodak European Gold Award,giudicate le sue immagini,uno standard di eccellenza per il ritratto artistico e creativo. Ha realizzato test sulle pellicole per conto di Kodak. Dal 2002 collabora con Canon-Italia . Ha ottenuto moltissimi riconoscimenti critici su fondamentali riviste nazionali ed internazionali di fotografia e architettura, tra le quali: "Il Fotografo Professionista", "Progresso Fotografico", "Photo International", "Photographies", "Dove", "Posh","Bauwelt" La sua è una ricerca pura sull’essenza dell’arte e scienza fotografiche.
www.izzofotografia.com

_LA SIGNORA ALICE nasce a Caserta nel Settembre del 2011 come piccolo atelier di arti culinarie, alla guida del quale Pietro e Antonia compiono in maniera continuativa la trasformazione delle proprie passioni, ponendo il loro piccolo spazio come galleria di suggestioni. Un involucro delicato di pochi elementi, nella maggior parte riutilizzati attraverso sapienti interventi di artigiani, rimessi con pudore alla magnificenza della Reggia di Caserta che fa capolino dall’apertura dell’unica sala, e che si pone come costante interlocutore delle arti che in essa si alterneranno. LA SIGNORA ALICE si pone l’obiettivo di integrarsi alle realtà che in più settori tendono al recupero e alla” valorizzazione delle potenzialità locali”, mettendosi in gioco in prima persona con le creazioni del proprio menù e attraverso la ferma convinzione di poter trasformare il suo piccolo spazio in una possibilità che vive nell’espressione di chi ne beneficerà. Eventi sempre diversi saranno l’espressione pratica della linea guida dell’associazione, e si alterneranno tra di loro in un crescendo di idee che non lasceranno mai deluso chi già segue “L’Alice pensiero” e di tutti coloro che ancora non lo conoscono ma che lo conosceranno.
www.lasignoraalice.it

_OTTANTUNO nasce nel 2009 ad Aversa, Caserta, dall’idea di tre giovani architetti, Caterina Belardo, Luigi Rondinella e Silvia Tartaglione, come insieme collaborativo di architetti ed artisti teso allo svolgimento di indagini sul “recupero culturale” del territorio. OTTANTUNO riversa in modo eclettico le sue attenzioni sui disagi culturali e territoriali dei contesti antropizzati, elaborando trasversalmente il concetto di “trasformazione”, indagato nelle sue potenzialità compositive ed espressive. OTTANTUNO segmenta la sua struttura in due macro-settori dedicati all’architettura e alla promozione di artisti campani e non solo mediante l’organizzazione di mostre e workshop. Il progetto collettivo OTTANTUNO si è avvalso della collaborazione del grafico Giacomo Ferrandino e della storica dell’arte Lucia Ferrara. Attualmente l’organizzazione degli eventi è curata interamente dagli architetti Caterina Belardo e Silvia Tartaglione.
http://ec2.it/ottantuno

Per ulteriori informazioni contattare
Arch. Silvia Tartaglione
389 4867130



sabato 24 marzo 2012

EFFICIENZA ENERGETICA E ARCHITETTURA SOSTENIBILE

Mostra e convegno internazionale
6a edizione

Fiera di Verona
9 - 11 maggio 2012

EFFICIENZA ENERGETICA NELL’INVOLUCRO EDILIZIO & ARCHITETTURA SOSTENIBILE:
coibentazione termica e acustica, infissi e vetrature, schermature, architettura solare e in legno, bioedilizia

  • edifici a bassissimo consumo energetico
  • edifici passivi
  • architettura in legno
  • coibentazione termica / acustica
  • strutture prefabbricate ad elevata coibentazione
  • componenti speciali per trattamento ponti termici
  • guaine / intonaci termoisolanti / coibentazione a cappotto
  • infissi ad elevate prestazioni termiche
  • vetrature float triple / con veneziane integrate
  • vetrature bassoemissive
  • vetrature a controllo solare
  • facciate continue ventilate / a doppia pelle
  • verande / serre solari / solare passivo
  • schermature fisse / mobili per ombreggiamento facciate
  • lucernari / sistemi per illuminazione naturale
  • materiali fonoassorbenti / fonoimpedenti
  • materiali, componenti e trattamenti per bioedilizia
  • tetti verdi / verde pensile

climatizzazione, illuminazione, building

  • ventilazione controllata e recupero del calore
  • sistemi di free cooling
  • riscaldamento e raffrescamento radiante a pavimento/ parete / soffitto
  • radiatori a bassa temperatura / valvole termostatiche
  • regolazione termostatica / zonizzazione / contabilizzazione individuale del calore
  • caldaie a condensazione / a 4 stelle
  • circolatori ad alta efficienza
  • reti e minireti di teleriscaldamento
  • climatizzazione da fonti geotermiche
  • pompe di calore a gas
  • condizionamento ad assorbimento
  • sensori di presenza / di luce naturale
  • lampade fluorescenti innovative
  • illuminazione a Led / Lec / fibre ottiche
  • illuminazione stradale ad alta efficienza
  • regolatori di flusso per illuminazione pubblica
  • semafori a Led
  • elettrodomestici a doppia alimentazione
  • sistemi domotici per il risparmio energetico
  • ascensori innovativi ad alta efficienza

SOSTENIBILITÀ DEL CICLO DELL’ACQUA:
risparmio acqua potabile, riciclo acqua piovana e acque grigie, trattamento acque reflue

  • riduttori di flusso / miscelatori termostatici / rompigetto areati
  • addolcitori / filtri / purificatori di acqua potabile
  • impianti per riciclo acqua piovana e acque grigie
  • fitodepurazione acque reflue civili
  • impianti di depurazione acque reflue civili e industriali
  • elettropompe ad alta efficienza

CERTIFICAZIONE, CONSULENZA, PROGETTAZIONE, SERVIZI, ESCO, RICERCA & SVILUPPO:

  • certificazione energetica degli edifici
  • project development / consulenza / progettazione
  • termocamere / diagnostica energetica e acustica
  • riqualificazione energetica / acustica di edifici esistenti
  • energy management / facility management
  • Esco / performance contracting
  • gestione certificati bianchi
  • prodotti bancari / finanziari specializzati
  • divulgazione / trasferimento tecnologico
  • formazione professionale / informazione e divulgazione
  • ricerca e sviluppo / dimostrazione
  • test / ispezione / certificazione di materiali e componenti

SOFTWARE PROFESSIONALE, EDITORIA TECNICA


ENTI E ASSOCIAZIONI DI SETTORE

Prima personale in Italia di Kees Goudzwaard. Da Cardi Black Box a Milano

La galleria Cardi Black Box presenta Setting for White, prima personale in Italia dell’artista olandese di fama internazionale Kees Goudzwaard nata a Utrecht nel 1958

nauguraizone 26 marzo 2012 | dalle 18 alle 21 | cardi black box | milano

Il lavoro di Kees Goudzwaard è facilmente riconoscibile e la volontaria ripetizione strutturale nelle sue composizioni, caratterizzate da forme piane di colori tenute insieme attraverso nastro adesivo di carta, diventa un modo di incrementare la sensibilità dello spettatore verso leggere variazioni nella superficie, nei bordi, nei contorni e anche nelle dimensioni. Al limite tra astrazione e rappresentazione, i suoi lavori possono essere letti sia come quadri astratti composti da grandi campiture di colore che come nature morte composte di carta e nastro adesivo. Le sue composizioni grandi e piccole dimostrano, come la complessità pittorica possa essere raggiunta anche attraverso un vocabolario estremamente ristretto. Infatti la profonda tridimensionalità e il realismo di questi lavori, la loro capacità di ingannare lo spettatore attraverso l’uso di diversi piani, trasformano le singole tele in dei paesaggi prospettici.


Il segno del nastro adesivo sulla tela ha una doppia funzione: da un lato infonde un senso di equilibrio e di realtà alla composizione, dall’altro creando differenti griglie e spazi si sostituisce alla linea. In questo modo lo stesso nastro adesivo diventa l’elemento che contiene, traccia, seleziona e porta il segno della mano dell’artista e della sua decisione.

Questa è una conseguenza del processo di produzione del lavoro di Kees Goudzwaard che inizia creando un collage di ritagli quadrati e rettangolari di fogli colorati, acetati e di pellicola trasparente che poi compone fissandoli in forme più o meno regolari.

Questo processo è lento e complicato, e si sviluppa gradualmente poiché implica numerose decisioni, riflessioni e pause fino a che l’artista ottiene l’atmosfera e la composizione desiderata.

A questo punto Kees Goudzwaard decide che può ricreare il suo collage originario riproducendolo meticolosamente sulla tela in scala 1 a 1, e trasformando così l’atto creativo della pittura in un lavoro di lenta trasposizione semi-meccanica. Lavorando come un fotografo che ha posizionato il diaframma della sua macchina fotografica in modo tale da rimanere aperta per mesi, talvolta per anni, Kees Goudzwaard trasforma la copia in un nuovo originale visto che il collage, che porta le tracce della creatività dell’artista, non si confronta mai con il pubblico e viene distrutto una volta finito la sua riproduzione su tela. Questo modo di lavorare offre all’artista la possibilità di concentrarsi esclusivamente sulla pittura e sul colore, permettendo così a lui e poi al suo pubblico di concentrarsi sull’immagine dipinta senza alcuna sorta di distrazione, rendendo in qualche modo la composizione e il soggetto insignificanti.

In questo modo gli olii di Kees Goudzward sembrano volontariamente provvisori, in qualche modo aperti e non finiti, poiché l’artista ha deciso di separare il momento della creazione dal momento della pittura. Questa pratica deriva da un inconscio scetticismo acquisito, da un’impulsiva repulsione verso l’idea di una pittura chiusa e statica. Questi interventi, tuttavia non possono essere ridotti a degli esercizi post moderni autoriflessivi, in quanto sembrano acquisire un’ indipendenza che spiega la loro forte e silenziosa presenza fisica. E’ come se l’artista al fine di trovare un modo di comunicare direttamente con il suo pubblico abbia bisogno di agire in un universo puramente pittorico composto di colore, spazio e profondità; un universo fatto di trasparenze, bordi e griglie che sebbene visivamente sia totalmente bidimensionale, offre un’esperienza visuale intima che offre allo spettatore una relazione diretta con i colori e le forme riprodotte sulla tela.

Il fatto che Kees Goudzwaard sviluppi la sua poetica, ostinatamente sfidando gli imperativi dell’innovazione e dello sviluppo, rende il minuzioso processo di produzione dei suoi lavori un mezzo per un fine che è complesso, estetico e concettuale.

L’apparente aspetto distaccato e meccanico della sua pittura permette all’artista di concentrarsi sulla rappresentazione del proprio processo pittorico, come una metafora per rappresentare il tempo. Guardando il lavoro di Kees Goudzwaard diventiamo capaci di immaginare il tempo senza gli eventi: il tempo come un monolitico concetto totalmente astratto. Questo è il motivo per cui il suo processo di produzione diventa concettualmente importante ma, allo stesso tempo, non può essere la chiave per interpretare il suo lavoro e ritorna così ad essere qualcosa di semplicemente strumentale.

Anche se la creatività di Kees Goudzwaard si manifesta nella prima fase in cui i collage di carte e nastro adesivo vengono composti, è il processo del trasporre su tela le forme che all'artista permette di catturare il tempo come se fosse un’entità solida. Questo spiega il senso di calma dell'esperienza visiva dei lavori, capaci di contrastare l’esperienza frammentata e schizzofrenica della nostra realtà contemporanea, virtuale e digitalizzata.

_________________________________

KEES GOUDZWAARD – SETTING FOR WHITE
Mostra a cura di Art at Work
27 marzo – 21 aprile 2012
Lun-Sab: 10:00-19:00

CARDI BLACK BOX GALLERY
Corso di Porta Nuova, 38 - Milano
Tel. + 39 02 45478189
gallery@cardiblackbox.com
www.cardiblackbox.com


General inquires: Paola@cardiblackbox.com

Sales inquiries: Edoardo@cardiblackbox.com

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L’Inferno di Dante. Una storia naturale

L’Inferno di Dante. Una storia naturale


Gaeta - dal 24/03/2012 al 06/05/2012

Sergio Vecchio e l’enigma di Argo

Sergio Vecchio Rebus della sera

Salerno - dal 24 marzo al 15 aprile 2012
Sergio Vecchio e l’enigma di Argo

GALLERIA IL CATALOGO

Via Antonio Maria De Luca 14 (84122)
+39 089232666
info@ilcatalogo.com
www.ilcatalogo.com


Sergio Vecchio è aduso ascrivere le sue opere ad un ciclo e le tele concepite per lo spazio de’ Il Catalogo, fanno parte dell’era di Argo, un tema ispirato dallo sguardo dei suoi due amici “in forma” di cane, Giotto e Frida, testimoni, confidenti, consiglieri delle sue giornate di lavoro nel laboratorio paestano
orario: tutti i giorni, escluso il lunedì: ore 10 -13 17,30-20
(possono variare, verificare sempre via telefono)

vernissage: 24 marzo 2012. ore 19
catalogo: in galleria.
autori: Sergio Vecchio
genere: arte contemporanea, personale
email: chieffipress@alice.it


comunicato stampa
Sergio Vecchio
Argo
L’ eremita nella capanna di vetro

24 marzo – 15 aprile 2012

Inaugurazione: sabato 24 marzo ore 19
Apertura: tutti i giorni, escluso il lunedì: ore 10 -13 17,30-20
Info.: 089/232666

Sergio Vecchio e l’enigma di Argo

La galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, ospiterà da sabato 24 marzo 14 olii dell’artista cilentano

La primavera della Galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, si apre con il ritorno nello spazio espositivo di Sergio Vecchio. Il fil rouge che lega le quattordici opere della mostra, il cui vernissage sarà vissuto sabato 24 marzo alle ore 19 per restare fruibile sino a domenica 15 aprile, è la tecnica ad olio, che potrà vedersi applicata a tele di piccole dimensioni e a due grandi carte a mano di Acireale. Sergio Vecchio è aduso ascrivere le sue opere ad un ciclo e le tele concepite per lo spazio de’ Il Catalogo, fanno parte dell’era di Argo, un tema ispirato dallo sguardo dei suoi due amici “in forma” di cane, Giotto e Frida, testimoni, confidenti, consiglieri delle sue giornate di lavoro nel laboratorio paestano. “Tutto parte da una capanna di vetro – si legge nel catalogo della mostra, corredato da una preziosa antologia critica - capace di catturare ogni sfumatura di luce, dall’alba più tenue al tramonto più infuocato, dai colori lividi dell’albeggiare, al petrolio della notte, riscaldata da una semplice e fumosa stufa a legna, dove Sergio cerca la forma su infinite carte d’alici, il colore, crea e disfa, le sue terre, gli azzurri, i rossi, vive la sua tela, novello filosofo cinico sulle tracce dell’umido tartufo di Giotto e Frida e della loro condizione di felice autarchia. Due le carte di Acireale, su cui l’olio ha schizzato l’officina di Argo e il suo carattere un po' fedele un po' infido, un po' mite e un po' aggressivo, talvolta disposto ad attendere il cibo, talvolta impaziente, il suo sguardo, geloso, che strappa baci. Le sue figure, le dee, le bufale in “Rebus della sera” o in “Itinerari dell’enigma”, sono apparizioni che emergono nello spazio delle attese e del buio delle cose e ne rompono l'equilibrio, fissando l'evento e il racconto. Le masse figurali non hanno necessità d'essere destrutturate: l'energia è unica e tutta interna e non può giungere alla forzatura, alla deformazione, alla caricatura; questo spazio specifico è la condizione formale di quella stabilità dell’immagine o di quella distribuzione della materia dei pieni e dei vuoti, che è il segno di Sergio Vecchio. La tecnica diventa emozione "fattiva" che la natura insegna solo se trasferita nella zona "crepuscolare" della memoria, dove il documento si trasforma in sogno. Un sogno della dea la quale, insieme ai suoi animali, sa di non doverne mai svelare l’enigma, di non sollevare il velo di un passato già violato, per salvarlo da sguardi di occhi che non sanno più vedere”.

Sergio Vecchio è nato a Castellabate (Sa) nel 1947. Ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, allievo di Carlo Alfano e di Giovanni Brancaccio. Dopo una breve permanenza tra Roma e Napoli intorno alla fine degli anni Settanta si trasferisce a Salerno dove insegna discipline pittoriche per trentacinque anni presso il Liceo Artistico della città. Si dedica sin da giovanissimo alla ricerca grafica e pittorica, collabora come disegnatore a vari giornali e riviste specializzate. Interessato alle tecniche dell’incisione pubblica numerose raccolte di stampe con le quali, in Italia, partecipa a rassegne prestigiose del settore come ad esempio “Il Salone del libro” di Torino nel 1986, oppure “Galassia Gutenberg” a Napoli nel 1992 o ancora alla “Mostra del libro d’Arte” a Firenze e Pavia nel 1993. Il 1968 è l’anno in cui ‘riscopre’ Paestum ed inizia per lui una felice ed interminabile stagione creativa. Nel 1978 fonda l’Archivio-Laboratorio di Paestum dove raccoglie immagini, opere, documenti, gouaches, fotografie, vari materiali sull’antica città a partire dal Settecento fino all’arte contemporanea con cui vengono realizzate riviste, libri e documentari televisivi. Dopo una iniziale fase sperimentale di ricerca approda con contaminazioni di tecniche e linguaggi diversi, al tema della Magna Grecia, suo paesaggio dell’anima, realizzando performances, scritture, eventi e, soprattutto, grandi dipinti. Negli anni Settanta e Ottanta è presente a Napoli, Salerno e Roma con varie mostre personali e collettive. Nel 1971 viene invitato alla “Rassegna d’Arte Contemporanea” di Varese, nel 1975 prende parte alla “X Quadriennale di Roma”, nel 1978 partecipa al Premio Michetti a Francavilla a Mare e presenta la personale alla Galleria La Piazzetta di Roma, nel 1983 espone all’Auditorium S. Fedele di Milano. Nel 1984 è segnalato da Pierre Restany ed inserito nel Catalogo Generale della Grafica Italiana dell’Arte, Mondadori e per l‘Annuario Comanducci dell’Arte Italiana. Negli anni Novanta anche la Sicilia diviene un suo luogo di ricerca creativa con la frequentazione costante dei siti archeologici più noti dell’isola, allestendo numerose mostre personali e partecipando a collettive. È qui che scopre la carta di Acireale e gli opifici ove la lavorano, instaurando con gli artigiani un rapporto di stima e di collaborazione. Vive e lavora a Paestum. Nella primavera del 2011 il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, ospita una mostra delle opere degli ultimi anni.

L’ Ufficio Stampa
Olga Chieffi cell. 347/8814172



Angelo Baccanico - Ombre e Fuochi

Opera di Angelo Baccanico - All'ombra del Vesuvio ieri e oggi, olio su tela, cm. 97x149, part.

Napoli - dal 24 marzo al 31 maggio 2012
Angelo Baccanico - Ombre e Fuochi

HOLIDAY INN NAPLES

Via Domenico Aulisio (80143)
Centro Direzionale Is. E6


Le ombre che sottili animano il campo visivo e i fuochi che occupano spinti chiasmi risultano, essenzialmente, macchie guizzanti e respiri palpitanti, tra incroci simbolisti, contaminazioni immaginative, ibridazioni vincolanti; insomma, nella pittura onesta di Angelo Baccanico si rincorrono motivi certi di un’inquietudine

biglietti: free admittance
vernissage: 24 marzo 2012. ore 18.30
curatori: Maurizio Vitiello
autori: Angelo Baccanico
genere: arte contemporanea, personale
email: mauriziovitielloitaly@yahoo.it


comunicato stampa
Angelo Baccanico con “Ombre e Fuochi”
all’Holiday Inn Naples,
a cura di Maurizio Vitiello.

Nell’accogliente spazio dell’Holiday Inn Naples, Via D. Aulisio - Centro Direzionale is. E6 Napoli, sabato 24 marzo
2012, alle ore 18.30, sarà inaugurata la mostra, curata dl critico d’arte Maurizio Vitiello, intitolata “Ombre e Fuochi”,
con opere dell’artista Angelo Baccanico. Vengono proposte pitture di un’espressività in cui si rincorrono motivi certi
di un’inquietudine contemporanea. Alle ore 19.00 interventi di Pino Cotarelli, Nando Romeo, Antonino Scialdone e
Carlo Spina, moderati da Maurizio Vitiello. Sino a giovedì 31 maggio 2012.

Breve bioscheda

Angelo Baccanico è nato a Boscoreale (Napoli) il 16 settembre 1940, vive e opera a Napoli al Centro Direzionale. Ha
seguito gli studi a Napoli e ha insegnato materie artistiche. Ha partecipato a rassegne e a collettive, ha realizzato varie
personali in tutt’Italia e all’estero. Alcune delle sue opere sono in collezioni private italiane ed estere. Hanno scritto e/o
commentato: Monzurro, Piero Girace, Guido Della Martora, Genny Bruzzano, Guido Pavese, Bruno De Stefano, Franco
Lista, Pino Cotarelli, Nando Romeo, Maurizio Vitiello e altri.

Scheda della mostra “Ombre e Fuochi”, a cura di Maurizio Vitiello

Le ombre che sottili animano il campo visivo e i fuochi che occupano spinti chiasmi risultano, essenzialmente, macchie
guizzanti e respiri palpitanti, tra incroci simbolisti, contaminazioni immaginative, ibridazioni vincolanti; insomma, nella
pittura onesta di Angelo Baccanico si rincorrono motivi certi di un’inquietudine.
Il forte talento intellettuale di protagonisti della vita culturale italiana porta sempre verità chiare e trasparenti e la pittura
di Angelo Baccanico è diretta, senza mediazioni; talvolta, appare multifocale, poiché si vedono, in differenziati piani-
sequenza, frames consecutivi di teorie descrittive parallele.
Esistono e si rincorrono ombre in fuga, quasi smaterializzazioni di silhouettes, accennate con tagli rapidi di occhi e
di sguardi in un paesaggio, per metà mitico e per metà gioiosamente epico, su cui vola una mano divina a difendere il
terreno, i territorio, il bene comune e una sorgente di fuoco attende lontano il suo momento per poter far sentire la sua
voce confusa tra vomitanti ruggiti e bagliori accecanti, se mai dovesse un giorno risvegliarsi il vulcano; il Vesuvio, che
si staglia tra griglie, per il momento, raccoglie e respira solo febbricitanti, sottili ritmi e tacite frenesie.
Angelo Baccanico assicura soggetti che hanno voglia di conquistare lo spazio, anzi tentano di sedurlo, di coprirlo,
di invaderlo e questa costante si ritrova nella dinamica, dichiarata ed estrema, di incursioni figurative, ma anche gli
approcci, sempre paralleli, di carattere e tono informale testimoniano, in contrasto, penetranti ed effusive micro/macro-
tessiture.
Angelo Baccanico imposta la redazione delle sue opere con variegati impasti cromatici, talvolta accesi, anche per
favorire l’assunzione icastica della scena e controbilanciare la segnica presenza dei protagonisti che l’animano.
Il nostro vivere, con tutte le problematiche quotidiane e le opacità di bilancio, può essere controllato ed esaminato
grazie ad una profonda presa di coscienza, corroborata anche dal vaglio di ciò che si sedimenta o che s’intende
sedimentare.
Il “focus” dell’azione pittorica di Angelo Baccanico, che prende spunto da vene intimistiche e da riflessioni, cala, poi,
il suo interesse sulla rappresentazione di alterne vicende umane; in fondo, l’artista ha sempre cercato di estroflettere
immagini forti, in cui frammenti e cromie potessero partecipare e fissare visioni d’insieme consistenti.
Si riesce, così, a captare la volontà dell’artista di significare con tratti, determinati da gesti precisi, un controllato
ventaglio di motivi e di conformazioni visive.
L’artista assegna a una personalissima scala di colori, regolata da reticoli di segmenti, che vibrano tra torsioni
dinamiche, pensieri alti e ci riassumono l’uomo che riattraversando i miti oltrepassa la storia.
Il suo itinerario pittorico, sostanziato da suggestioni e visioni simboliste, nelle quali si percepiscono accadimenti
possibili o prossimi futuri tracciati da figure semioniriche, da ombre danzanti e da presenze variegate, raccoglie e
assembla, seguendo palpitanti visioni, un esercizio cadenzato di tocchi e di determinazioni di sostegno; così, l’artista
con redazioni pittoriche caricate assume una posizione propria, agganciata, comunque, a solchi di ambiti simbolici.
La pittura di Angelo Baccanico snoda sequenze e inquadrature di un universo raccolto da risposte di uno specchio
intimo, che guarda anche al mondo, alla nostra terra toccata dalla mani dell’uomo, al nostro territorio sfregiato, al nostro
orizzonte futuro.
Le fratte stesure, premiate da rossi infuocati o da blu notte, aprono nuove frontiere di un percorso sensibile.
Angelo Baccanico cura l’assoluto divenire con coniugazioni cromatiche acconce e sagoma e rifila campi leggendari
dell’origine per meglio intendere i profili del futuro.

Maurizio Vitiello
Napoli, Febbraio 2012


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