martedì 31 gennaio 2012

Incontri ravvicinati della Terra con due asteroidi

Il prossimo, Eros 433, il primo Neo visitato da una sonda spaziale

Aggiungi immagine Incontro ravvicinato della Terra con due asteroidi, di cui uno è già passato il 27 gennaio 2012 (venerdì) e il prossimo è atteso per domani 31 gennaio. Il primo, l’asteroide 2012 BX34 ha sfiorato a soli 59.000 Km il nostro pianeta,distanza da comparare a quella con la Luna, che si trova 380.00 Km da noi ed è quindi sei volte più lontana. Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma, ha potuto osservare il fenomeno e dichiara che l’asteroide è “delle dimensioni di un autobus”.

Per domani, invece, è atteso il passaggio del secondo, Eros 433, il primo ad essere individuato nel 1898 fra i Neo (Near Earth Objects), corpi di piccole dimensioni che orbitano nel Sistema Solare a distanze ridotte dalla Terra. Eros 433 fu, inoltre, il primo ad esser visitato dalla sonda Near (Near Earth Asteroid Rendezvouz) Shoemaker nel 2000. Si prevede che questo secondo corpo celeste verrà a trovarsi a circa 30 milioni di chilometri dal nostro pianeta, senza pericoli d’impatto.

La massima luminosità sarà raggiunta il prossimo 3 febbraio e sarà visibile anche dall’Italia, con un telescopio o addirittura con un binocolo dalle 22.30, in direzione sud est nella costellazione del Sestante, sotto quella del Leone. Tali dati sono confermati da Masi, il quale aggiunge che la visibilità raggiungerà una magnitudo di 8,1, inferiore, dunque, rispetto a quella delle stelle visibili a occhio nudo (magnitudo 6 e magnitudo 2 per la stella polare), ma la sua luminosità sarà accentuata dalla vicinanza alla Terra, la maggiore sin dal suo ultimo passaggio nel 1975. Al prossimo, che avverrà nel 2056, sarà ancor più vicino e quindi luminoso.


lunedì 30 gennaio 2012

Il nudo nell'Arte - David Hamilton


“Cacciatore dì sogni, l’uomo dagli occhi chiari insegue farfalle adolescenti con ali tenui, appena uscite dalla crisalide. Con delicatezza, per non sciuparle, le imprigiona immediatamente in una grande casa perduta, la sua casa, dove le osserva a lungo… Il fantomatico cacciatore di camera in camera, silenzioso come le sue farfalle.
È alla ricerca di qui cosa, di cui ignora completamente la natura. Spinge, dolcemente, il battente di una porta. Si ferma. Osserva e, finalmente, vede. Il suo nome è David Hamilton…”.
Con queste parole, undici anni fa, Alain Robbe-Grillet presentava il primo volume di David Hamilton “Reves de Jeunes Filles” (Sogni di fanciulle).
È l’inizio di una straordinaria carriera e, al tempo stesso, culmine di una ricerca d oltre dieci anni, ricerca di una realtà diversa, indefinibile cui erano con tutte le caratteristiche che, ancora oggi, fanno di David Hamilton qualcosa di più di un fotografo, di un personaggio alla moda, di un maestro dell’erotismo tenero.
Lo scatto iniziale si verificò nel 1969, quando la rivista testimoniò, nelle sue pagine, un incontro fondamentale: quello dell’uomo con la poesia. L’incontro cioè di David Hamilton con la canzone di Léonard Cohen, Suzanne, che lo colpì profondamente e intensamente, consentendo esprimere pienamente il suo talento artistico.
Le immagini di Suzanne, pubblicate da “Twen” nel 1969, racchiudevano per la prima volta tutte le qualità che, nel loro armonico complesso, costituiscono la sua peculiare sensibilità artistica: la luce sfumata e incerta del crepuscolo, la penombra segreta dei tendaggi socchiusi, l’intimità, il riserbo, il pudore e, in apparente contrasto, l’abbandono totale, senza riserve, della modella rivelarono al pubblico il giardino segreto di David Hamilton.
Giardino rimasto, poi, sostanzialmente inalterato nel tempo, ma incessantemente arricchito a ogni incontro con una donna-fiore, o con una sfumatura un armonico accostamento di colori in grado di affascinarlo. Dopo l’esordio su “Twen”, Hamilton è divenuto un personaggio pubblico: in una decina di opere ha dischiuso il suo giardino magico allo sguardo di artisti, critici, dilettanti e appassionati che ne sono rimasti immediatamente affascinati. E l’incanto continua, perché nell’arco degli anni, in ogni sua opera, Hamilton non ha rivelato che un angolo del giardino. Non perché l’artista abbia deliberatamente voluto celarne alcune zone, ma semplicemente perché non gli è ancora venuta l’idea di esplorarle.
David Hamilton in realtà è un figlio del suo tempo, che vive intensamente e che approfitta senza falsi pudori della fama e della gloria per viaggiare, per raggiungere il sole che ama profondamente, per esplorare il mondo alla ricerca di nuove modelle e fonti di ispirazione, per vivere una vita da divo. Egli sfrutta il suo talento senza problemi, ma sempre in senso positivo, senza mai fare concessioni o cercare facili consensi. Ha sempre saputo rifiutare le occasioni che non trovavano rispondenza nella sua sensibilità artistica. Non è mai caduto, per esempio, nell’erotismo banale e di facile effetto che gli proponevano coloro che non lo avevano evidentemente capito. E poiché il fulcro della sua ossessione artistica, della sua sensibilità è sempre la fanciulla, nel momento in cui si apre ancora inconsapevole alla sua vita di donna, David Hamilton ama troppo intensamente questa sua fonte d’ispirazione per non circondarla di una purezza, di un’essenzialità, fino a dare quasi l’impressione di voler cancellare il suo intervento di artista; e queste caratteristiche sono costanti e si ripropongono con evidenza in tutte le sue opere.
Il primo libro, “Réves de Jeunes Filles” consacrò la sua fama dopo il successo di Twen. Diede la prima occasione di penetrare nel giardino segreto, compiendo una scoperta, in qualche modo ambigua. Erotismo o ambiguità compiaciuta? Questo è il primo dubbio che l’opera di Hamilton suscita, dubbio che non sarà mai risolto e lascerà intatta l’ambiguità sottile delle visioni del fotografo “sonnambulo errante in lande sconosciute, alla ricerca della casa perduta”, come scrive Robbe Grillet. A quel tempo, colpiti dalla bellezza e dalla straordinaria intensità dell’espressione, alcuni pensarono che Hamilton sarebbe inevitabilmente rimasto prigioniero e vittima della sua stessa originalità e non sarebbe mai riuscito a rinnovarsi e a evolversi.
Nessun segno premonitore sembrava predestinare al successoDavid Hamilton, nato a Londra il 15 aprile 1933: i suoi genitori non avevano alcun legame con il mondo dell’arte ed egli stesso, nel corso degli studi, non si sentì mai attratto né dalla pittura, né dalla musica né, tanto meno, dalla fotografia.
Unici indizi della sua sensibilità furono gli studi di architettura seguiti “senza particolare successo” - come egli stesso ammette - un gusto spiccato per la decorazione e l’arredamento e, soprattutto, un carattere assolutamente indipendente, anticonformista, che fu alla base della sua giovinezza instabile, durante la quale tentò almeno duemila diverse professioni.
La prima tappa importante della sua vita fu il trasferimento a Parigi, nel 1957, all’età di 24 anni. Si dedicò, a quell’epoca, alla decorazione di negozi, introducendosi nel mondo della moda e della pubblicità e diventando, nel 1959, uno dei due direttori artistici della rivista Elle.
Come egli stesso racconta, imparò per la prima volta, in tale occasione, una vera professione, assimilando in una settimana la tecnica dell’impaginazione: assorbiva e tratteneva “come una spugna” ogni nozione che suscitasse il suo interesse.
In capo a un anno, però, tornò a Londra, dove divenne direttore artistico della rivistaQueen. In tale veste visse intensamente questa sua prima fase di creatività. In un giorno del 1962, il suo assistente Max Maxell gli suggerì di acquistare un apparecchio fotografico, una Minolta con obiettivo di 50 mm.
A quell’epoca la scelta della fotografia, come professione e come mezzo espressivo, era ancora lontana. Hamilton tornò in Francia nel 1963 e divenne consulente artistico della catena di magazzini Printemps, mansione che svolse per cinque anni. Proprio in questo periodo i suoi contatti cori il mondo della fotografia divennero più frequenti.
Il primo lavoro, in qualità di fotografo di moda, gli fu commissionato dalla rivista Elle: una ventina di pagine di presentazione, in occasione dell’apertura del villaggio del Club Méditerranée di Agadir, in Marocco.
L’anticonformismo del suo carattere e l’esigenza di assoluta autonomia lo costrinsero ad abbandonare l’incarico ai grandi magazzini: la qualità del suo lavoro era infatti riconosciuta e apprezzata, ma gli si rimproverava un’eccessiva disinvoltura e la sua spiccata predilezione per il sole e per la sua casa di Ramatuelle, che aveva da poco acquistata. Ma proprio questo amore per la sua casa in Provenza favorì la sua decisione di dedicarsi completamente e unicamente alla fotografia.
Ormai libero da qualsiasi impegno che lo costringesse a Parigi, egli trascorreva la maggior parte del suo tempo a Ramatuelle dove, nel 1967, fotografò per la prima volta una delle sue fanciulle. Le sue fotografie furono pubblicate da Jasmin e, poi, da Twen, in Germania.
L’incontro con Willy Fleckhaus, direttore di questa rivista, si rivelò fondamentale per l’evoluzione della sua carriera. “Per lui ho pubblicato le mie prime vere fotografie” racconta oggi (*) Hamilton rievocando il 1969, l’anno in cui creò le immagini che illustrano Suzanne, la canzone di Cohen.
(* l’intervista è degli anni ‘80)
Proprio a quell’epoca egli è divenuto il David Hamilton oggi famoso in tutto il mondo. Celebre, completamente indipendente, egli trascorre la sua esistenza in alcuni luoghi privilegiati che ama e che stimolano la sua creatività: Francia, Stati Uniti e il resto del mondo, che egli scopre con amore, compiendo lunghi viaggi.
Nonostante la sua intensa attività (dieci libri pubblicati, quattro album, tre film e cinque cortometraggi, mostre e pubblicità) egli riesce infatti a viaggiare instancabilmente per tutto il
pianeta. Nel 1981, come negli anni precedenti, ha inaugurato personalmente almeno dodici importanti mostre dedicate alla sua opera, in Giappone, in Italia, in Germania e negli Stati Uniti.
Una vita da divo che egli ama intensamente, anche se lo costringe, almeno in parte, a rinunciare ai suoi rifugi prediletti: la casa di Ramatuelle, l’atmosfera di New York, la dolcezza dei Tropici e gli inverni a Palm Beach, in Florida.





Studio la Città presenta alla Howard Greenberg Gallery di New York quattro fra i più importanti fotografi italiani

Inaugura il 2 febbraio presso la Howard Greenberg Gallery di New York, la mostra An Italian perspective/Una prospettiva italiana, voluta e organizzata da Studio la Città di Verona

La rassegna, curata dalla storica e critica italiana Angela Madesani, presenta il lavoro di quattro fra i più importanti fotografi italiani: Gabriele Basilico (1944), Vincenzo Castella (1952), Luigi Ghirri (1943-1992) e Massimo Vitali (1944). La volontà è quella di riuscire a stimolare un pensiero su una possibile identità italiana di fotografia.


Saranno in mostra alcune immagini vintage di Luigi Ghirri, realizzate tra gli anni Settanta e l'inizio dei Novanta. Immagini che propongono diversi soggetti immortalati nell'arco di vent’anni e che pongono in evidenza l'approccio concettuale dell'autore.

Di Gabriele Basilico, tra i più noti protagonisti della fotografia italiana, sono in mostra fotografie appartenenti a diversi cicli di lavori da Bord de Mer, le immagini che ha realizzato per la Mission Photographique de la DATAR, nel 1984, alle immagini delle città da Mosca a San Francisco.

Di Massimo Vitali, figura di spicco nel panorama internazionale, sarà in mostra una delle recenti opere, tratta dalla famosa serie sulle spiagge, in cui sono raccontati spazi collettivi dove le masse si aggregano.

Vincenzo Castella, tra i più interessanti autori dello scenario fotografico italiano, presenta qui alcune immagini inedite di Istanbul, Malta e la prima del 2012: Venezia, prodotta appositamente per questa mostra.

GABRIELE BASILICO
è nato a Milano nel 1944, dove vive e lavora.
Il
lavoro di Gabriele Basilico è stato esposto in musei e istituzioni come il San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA), lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Biennale di Venezia, il Musée Européen de la Photographie a Parigi, e Ivam a Valencia. Le sue opere sono presenti nelle collezioni della maggior parte delle principali istituzioni pubbliche e private.


VINCENZO CASTELLA
è nato a Napoli nel 1952. Vive e lavora a Milano.
Dal 1980 espone i suoi lavori in Europa e negli Stati Uniti.
Le sue opere sono conservate nei maggiori archivi e collezioni pubbliche e private. Recentemente ha partecipato alla mostra Layers of Malta, organizzata presso il Centro per la Creatività - La Valletta - e ha presentato le sue opere durante la Biennale di Tirana. Il video “Cronache da Milano” è stato proposto nel 2009 da Studio la Città ad Art Unlimited - Basel nel 2009.

LUIGI GHIRRI
è nato a Scandiano nel 1943 ed è morto a Roncocesi il 14 Febbraio 1992.
Tra le sue più importanti esposizioni si annoverano: la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1979, "Iconicittà" a Ferrara nel 1980, "Viaggio in Italia", organizzata a Bari nel 1984 insieme a Gianni Leone ed Enzo Velati, ed "Esplorazioni sulla via Emilia. Vedute nel paesaggio", realizzata a Bologna nel 1986 e allestita in numerose altre sedi italiane e straniere.

MASSIMO VITALI
è nato a Como nel 1944. Vive e lavora a Lucca.
Vitali ha esposto in musei e gallerie a livello internazionale, e il suo lavoro è incluso nelle collezioni del Reina Sofia di Madrid, del Guggenheim Museum di New York dello Stedelijk Museum, di Amsterdam, del Centre Pompidou di Parigi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, del Metropolitan Bank Photo Collection Trust di Chicago, del Museum of Contemporary Art di Denver, del MMK di Francoforte sul Meno, della Sammlung E-On di Duesseldorf, della Fondation Cartier di Parigi e della Collezione Arts Plastiques a Charleroi.

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An Italian perspective
Dal 2 febbraio al 13 marzo 2012
Opening reception: giovedì 2 febbraio 2012, dalle 17.30 alle 20.00
Howard Greenberg Gallery
41 E 57 Street, 14th Floor, NEW YORK
www.howardgreenberg.com
info@howardgreenberg.com


Immagini:
Gabriele Basilico
Roma (89B3-47-12), Stampa ai sali d’argento su carta baritata, 1989, 50 x 60 cm

Vincenzo Castella
Malta #11.3, Diasec – C-print da 11x14’ Color Negative, 2011, 85,3 x 110 cm

Luigi Ghirri
Engelberg 1972, Stampa cromogenica da internegativo 4,5 x 6 cm, Foto Vintage stampata nel 1985, 25,4 x 20,3 cm

Massimo Vitali
# 4236 Poesia1 – 2009, C-print diasec su Dibond, 180x225 cm

Esposizione Arte Contemporanea “Percorsi Intrecciati “ di Pasquale Petrucci

www.pasqualepetrucci.it

Esposizione Arte Contemporanea “Percorsi Intrecciati “ di Pasquale Petrucci

TENUTA LUPO’

Via Laura, 201 - 84047, Paestum - Capaccio ( Campania, Salerno ) Italia

L’esposizione denominata “Percorsi Intrecciati” in esposizione presso l’hotel “ Tenuta Lupò in via Laura,201 / 84047 Paestum-Capaccio (SA) raccoglie diverse opere realizzate tra il 2004 e il 2011 che complessivamente rappresentano il risultato di diverse ricerche espressive che pur avendo completato un traguardo espressivo, continuano ad alimentare con lo stesso entusiasmo iniziale un percorso di ricerca che oggi sembra essere senza una fine, perché sistematicamente l’evoluzione espressiva si arricchisce di ulteriori e diversi risultati elaborativi.

La traccia espressiva nel suo evolversi s’intreccia con diverse spazialità – dalla staticità delle “Fotocomposizioni Metafisiche” e delle “Nuraghe Contemporanee” - si sviluppa il cromatismo delle “Composizioni Metafisiche” e la storicità visiva delle “Foto d’epoca” e di “CampaniArt “. Completa l’esposizione la “DigitalArt” e la “Grafica digitale”.Sono percorsi intrecciati formati da diversi traguardi che gradualmente completano un mosaico che insaziabile continua a progettare continue ricerche espressive.

P.Petrucci

sabato 28 gennaio 2012

Ester Negretti

ENERGHEIA
GALERIE LISETTE ALIBERT PARIS
ENERGHEIA

En liaison avec la ville de Montrouge Lisette Alibert vous invite Le dimanche 5 février à partir de 16h Au vernissage, dans sa galerie de la Place des Vosges,
d’une exposition d’art contemporain placée sous le thème du textile et de l’énergie.
Vous pourrez y découvrir des oeuvres spécialment créées pour cet évènement par HAUSEY-LEPLAT, MAHE’ BOISSEL, KAKO NOEL H., ESTER MARIA NEGRETTI, SILUE, MIMMO TOTARO.
Cette ex position est une sélection “off” de la 8è édition de Miniartextil présentée dans les Salons de l’Hotel de Ville de Montrouge DU 4 AU 24 FEVRIER 2012 .

Arte&Arte
Via Pannilani, 23
I - 22100 Como +39.031.305621
www.miniartextil.it
artearte@miniartextil.it


GALERIE LISETTE ALIBERT
26, PLACE DES VOSGES 75003 Paris

Ester Negretti
Via Don Brusadelli (Ex-Ticosa)
22100 COMO

Sito: www.EsterNegretti.com
Mail: info@esternegretti.com



giovedì 26 gennaio 2012

Pietro Lista - Nero di Marte 44

Napoli - dal 26 gennaio al 5 marzo 2012
Pietro Lista - Nero di Marte 44

THE APARTMENT
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Vico Belledonne A Chiaia 6 (80121)
info@theartapartment.com
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Eventi in corso nei dintorni

Elogio del buio e del vuoto.Dopo aver attraversato tutti i volti del potere,dopo aver pittoricamente inciso masse di carne, volti, ombre e sembianze, Pietro Lista, ora, entra nel silenzio delle cose rintracciando segni, spiragli, guizzi di luce.
orario: Me/Ven 16.30-19.30, Sabato su appuntamento
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 26 gennaio 2012. ore 18.30
autori: Pietro Lista
genere: arte contemporanea, personale


La galleria the Apartment è lieta di presentare a Napoli la personale del Maestro Pietro Lista dal titolo ”Nero di Marte 44” . La mostra , che sarà inaugurata il 26 gennaio 2012 alle 18.30, e durerà fino al 5 marzo 2012, prende il titolo dal colore usato dal Maestro in questi suoi nuovissimi lavori, che è appunto il Nero di Marte 44 . Curatrice della mostra è Alessandra Redaelli.

La scelta di azzerare la tavolozza cromatica all’essenziale, attraverso l’utilizzo quasi unicamente del colore nero, rappresenta uno stravolgimento totale rispetto ai lavori del passato di Pietro Lista , il cui intento è quello di azzerare tutte le forme figurative che lo avevano rappresentato fino a questo momento.

Dopo aver attraversato tutti i volti del potere, dopo aver pittoricamente inciso masse di carne, volti, ombre e sembianze, Pietro Lista, ora, entra nel silenzio delle cose – nel buio delle nuove opere - rintracciando segni, spiragli, guizzi di luce, fragili lingue d'esistenza, morbide, anzi morbidissime apparizioni nell'unicità composita delle trame del nero. Elogio del buio e del vuoto.

Per il Maestro Lista “ i nuovi quadri rappresentano notte e schegge di luce e si guardano come la luna e le stelle, perché” -continua - “ sono lavori cui appartiene un profondo senso mistico e religioso”.

Il buio spezzato da lampi di luce è uno dei motivi portanti nel lavoro di Lista. In qualche modo anche nella sua vita. Si ricorda ancora perso su una montagna, di notte, con la macchina in panne, più di quarant’anni fa. Ricorda il senso di smarrimento e poi il sollievo quando intravede, attraverso delle persiane chiuse, un lampo di luce che segnala una presenza.

Non a caso l’anno dopo questo evento, nel 1968, Pietro Lista di notte realizza sulla spiaggia di Amalfi una delle sue performance più famose: La scoperta della luce. Centocinquanta metri di filo elettrico isolato e accuratamente seppellito gli permettono di scavare con le mani nel punto dove batte l’onda per rivelare al pubblico sbalordito lampi di luce che sembrano provenire dalle viscere della terra.

“La tela nera è il silenzio, l’ inizio, l’assenza che precede la creazione, il nulla primordiale da cui la vita può scaturire rinnovata. Ed è quello che accade quando l’artista decide di accendervi una luce e dipingervi una macchia bianca: una piccola luna. Oggi le sue tele nere, scalfite da lampi di luce bianca, possiedono una compiutezza estetica sbalorditiva. Sono porzioni di spazio capaci di creare un luogo altro che cattura lo sguardo incantandolo. Ma sono soprattutto esperienze sensoriali che mettono lo spettatore nella condizione inevitabile di guardarsi dentro”, scrive la curatrice Alessandra Redaelli.

Le opere di Pietro Lista , in esposizione negli spazi della galleria the Apartment, sono circa 14 , di diverso materiale e dimensioni, tra cui 8 olio su tela e 6 carte. La mostra sarà visitabile fino al 5 marzo 2012.

Cenni biografici. Pietro Lista nasce nel 1941 a Castiglion del Lago (Perugia), frequenta l'Accademia di Belle Arti a Napoli. Nel 1964 inizia la sua attività espositiva in Italia e all'estero. Nel 1968 partecipa alla mostra curata da Germano Celant Arte povera + Azione Povera , (Amalfi 1968). Nello stesso anno costituisce il Gruppo Teatrale Artaud, e pubblica il manifesto "Il Verbo sorge dal sonno come un fiore". In questi stessi anni realizza numerosi films d'artista e happenings. Nel 1970 apre la galleria Taide a Salerno, e fonda la rivista Taide - Materiali minimi. Negli anni Ottanta inizia a dedicarsi alla scultura e alla ceramica. Nel 1983 fonda a Paestum il MMMAC Museo dei Materiali Minimi di Arte Contemporanea 'Marcello Rumma'. Nello stesso anno tiene un'esposizione personale alla galleria Trans-Forum a Parigi e partecipa alla mostra collettiva "Pole Position" alla Galerie K di Tokyo. Nel 1991 realizza la scultura "Mnemata", collocata all'ingresso dell'Università di Salerno . Per la grafica è stato segnalato in Bolaffi, nel 1969, da Filiberto Menna, nel 1976 da Achille Bonito Oliva. Ha realizzato numerose performances e girato tre film d'artista. Attualmente è presente al CAM, il museo di arte contemporanea di Casoria nella mostra collettiva curata da Vittorio Sgarbi dal titolo CAMPANIA SENSES .

The Apartment

Vico Belledonne a Chiaia 6, Napoli

Me/Ven 16.30-19.30, Sabato su appuntamento

Tel.081/412350

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Ufficio stampa e comunicazione

Barbara Migliardi

barbaramigliardi@hotmail.com

sabato 21 gennaio 2012

Simona Stivaletta - Adagio

Vasto (CH) - dal 21 gennaio al 2 marzo 2012
Simona Stivaletta - Adagio

GALLERIA ARTIBUS
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Via Messina 2 (66054)
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Eventi in corso nei dintorni

I quadri di Simona Stivaletta trasportano l’osservatore in un’atmosfera sospesa, di difficile collocazione spazio-temporale, volutamente scissa da un’unica lettura identificativa.
orario: da lunedì a venerdì ore 17-20
Chiuso Mer/Sab/Dom
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 21 gennaio 2012. ore 19.00
curatori: Daniela Madonna
autori: Simona Stivaletta
genere: arte contemporanea, personale


Adagio… con brio

I quadri di Simona Stivaletta trasportano l’osservatore in un’atmosfera sospesa, di difficile collocazione spazio-temporale, volutamente scissa da un’unica lettura identificativa. Solo rapidi dettagli agganciano le immagini ad un dato arco di anni piuttosto che ad altri, mentre gli sfondi neutri o nebulosi assorbono lo sguardo in una dimensione musicale, riflessiva, che invita a non dare mai nulla per scontato nella percezione di figure e architetture. Il ritmo di queste note visive è, come dice l’autrice stessa titolando l’esposizione in programma presso la Galleria ArtiBus di Vasto, un Adagio. La lentezza, la calma, la ieraticità caratterizzano persone e animali che si proiettano curiosi verso il mondo di chi li vede per la prima volta ma sembra conoscerli da sempre. Occhi grandi, spalancati, in cerca di dialogo con chi si affaccia oltre i confini della tela, conferiscono all’apparente immobilismo una vivacità capillare ed ingenua. All’adagio, dunque, si fonde un malcelato brio che trasforma narrazioni enigmatiche in possibili stralci di vita. Su tutto campeggia l’attenzione rivolta ad una femminilità fragile ma granitica, pronta a difendersi e a difendere ciò che ama con determinazione.


Carlo Improta - Gli artigiani

Napoli - dal 21 al 31 gennaio 2012
Carlo Improta - Gli artigiani

FORUM UNIVERSALE DELLE CULTURE - EX ASILO FILANGIERI
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Vico Giuseppe Maffei 4 (80138)
www.forumdelleculturenapoli2013.com
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Eventi in corso nei dintorni

Mostra personale
orario: dalle 9,00 alla 17,00 dal lunedi al sabato
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 21 gennaio 2012. ore 17
catalogo: in galleria.
curatori: Filomena Pagnani
autori: Carlo Improta
telefono evento: +39 0815595300
genere: fotografia, personale
email: carlo.improta@tin.it



In Mostra alla Fondazione del Forum Universale

delle Culture 2013, ex Filangieri, sala del Refettorio via Maffei, 4 Napoli
Dal 21-01– al 31-01-2012
Inaugurazione 21-01-2012, ore 17,00 tel 0815595300
Sito http://carloimprota.xoom.it
Si ringrazia: il Presidente della Fondazione Dottore Sergio Marotta
Presenta Il critico e storico dell’arte Dottore Stefano Taccone
Curatrice della mostra Filomena Pagnani
Presidente dell’Associazione non profit L’Essenzialista.



La dottrina dell’ “essenzialismo”, stando all’accezione nella quale Carlo Improta lo intende
e lo pratica, oltre a teorizzarlo in primis attraverso un romanzo, un “giallo poliziano” intitolato appunto L’essenzialista7, al suo insistere sul ritorno ad una essenzialità della vita in quanto totalità delle facoltà umane, ma anche assenza di orpelli, possiede senz’altro non superficiali caratteri di opposizione alle logiche quantitative ed accelerative che abbiamo considerato essere tipiche del ciclo della modernità inaugurata con le due grandi rivoluzioni del XVIII secolo. La
circostanza per cui la sua attenzione, essendosi riproposto un confronto con la sfera sociale,
fino ad ora probabilmente da lui mai affrontata così esplicitamente per mezzo degli strumenti
visivi, non ricada su quelle che sono le figure più ricorrenti degli attuali scenari della crisi
(vecchia, ma persistente, classe operaia, nuovi lavoratori atipici, migranti…), bensì su di una
categoria di lavoratori che più di ogni altra, forse persino più di quella degli agricoltori e degli allevatori, appare dimenticata e ai limiti della percezione dell’inesistenza, quella degli artigiani, è particolarmente degna di nota. Personaggi che Improta, con una accuratezza, un tatto ed una dedizione che ricorda in maniera davvero assai prossima il giornalista Sergio Sentori protagonista de L’essenzialista, nonché uno dei suoi tanti alter ego, che indaga, mosso più da una esigenza spirituale individuale che dal dovere professionale, sulla vita del misterioso pittore Franco Rubi (e non è irrilevante a tal proposito osservare come la cittadina toscana di Montepulciano, ove peraltro lo stesso Improta trascorre da decenni parte della sua vita, sia tanto il luogo in cui,nel romanzo, Sentori ripercorre le tracce di Rubi, quanto il luogo in cui si trovano le botteghe artigiane immortalate da Improta ), ha pian piano avvicinato vincendone la paura e la diffidenza, sentimenti spiegabili con la condizione di clandestinità entro la quale sono stati forzatamente relegati, conseguenza dell’autentica «persecuzione sociale che negli ultimi trent’anni», come l’artista stesso tiene a
sottolineare, «hanno subito gli artigiani da parte dello stato. Sono talmente tante le tasse che
subiscono che l’utile è letteralmente scomparso».
«Per loro, che sanno fare qualcosa con le proprie mani e non solo col cervello», continua
Improta, «è impossibile cambiare mestiere. Non possono più avere collaboratori ma solo servirsi di se stessi».

Andreas Zampella

Cava De' Tirreni (SA) - dal 21 gennaio al 4 febbraio 2012
Andreas Zampella

GALLERIA COBBLER - PIAZZA SAN FRANCESCO
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Piazza San Francesco 18 (84013)
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www.cobblergallery.it
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Eventi in corso nei dintorni

La mostra del giovane artista Andreas Zampella reduce dell’esperienza della Biennale di Venezia, testimonia la sua recente ricerca con nuovi contenuti ed espressione artistica.
orario: da martedi a sabato ore 18,00-20,30
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 21 gennaio 2012. ore 16,00 Cobbler
ore 20,00 Marte
curatori: Rosa Cuccurullo
autori: Andreas Zampella
genere: arte contemporanea, personale


A Cava de’ Tirreni (SA) il giorno 21 gennaio alle ore 18,00 presso la Galleria Cobbler - Spazio per l’arte contemporanea, Piazza San Francesco n 18, sarà inaugurata la mostra di Opere su carta di Andreas Zampella dal titolo Andreas Zampella.
In collaborazione con il MARTE - Mediateca , Arte - Eventi, alle ore 20,00 sarà inaugurata la mostra Opere su tela, Corso Umberto I ,137.
Saranno in esposizione 5 opere olio su carta e 8 opere olio su tela
A soli ventidue anni, Andreas Zampella viene chiamato ad esporre al Padiglione Italiano della Biennale di Venezia del 2011 con “La Cena di Golia”, un pastello ad olio su tela di quattro metri di lunghezza e due di altezza: la qual cosa non ha suscitato in noi sorpresa, confermando, anzi, la sua particolare capacità creativa, già rivelata nelle prime mostre collettive giovanili tenute a Cava de’ Tirreni.
Nel mondo dei personaggi insoliti e a tratti inquietanti, ma sempre intriganti, di Zampella si muovono corpi di uomini-animali che potremmo definire eleganti mostri, forme antropomorfe, frammenti di corpo umano, ripetizioni, ossessioni, che affermano la loro presenza; vibrano ombre inconsce forti, che si impongono occupando lo spazio ora del foglio ora delle grandi tele: lati oscuri che si rendono visibili, partecipando ed integrandosi ad una rappresentazione reale, completa e vera. In un momento storico-culturale di caos senza idee, la galleria Cobbler propone il lavoro di questo giovane artista perché egli ha qualcosa di nuovo da dire e tanta strada davanti per continuare a farlo con impegno e serietà.

Pietro Lista Rosa Cuccurullo

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