venerdì 27 luglio 2012

Roberto Cannata - At the Stop

Venezia - dal 26 luglio al primo agosto 2012
Roberto Cannata - At the Stop

IL DICTYNNEION

San Polo 911/a (30125)
+39 3337748603
fernanda_facciolli@libero.it
www.fernandafacciolli.it


La mostra presenta una selezione critica dei lavori di Roberto Cannata (Mestre, 1961), artista eclettico, pittore e scultore di formazione accademica, da anni attivo sulla scena culturale nazionale ed internazionale, tra i quali una serie di opere recenti, realizzate per l’appuntamento veneziano.
orario: 16.00 – 20.00
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 26 luglio 2012. ore 19.30
curatori: gaetano salerno
autori: Roberto Cannata
genere: arte contemporanea, personale


comunicato stampa
Verrà presentata al pubblico giovedì 26 luglio 2012 alle ore 19.30, con intervento critico a cura di Gaetano Salerno, la personale di Roberto Cannata At the Stop, inaugurata lunedì 16 luglio 2012 presso gli spazi espositivi della Galleria Il Dictynneion di Venezia e visitabile fino a mercoledì primo agosto 2012 (vedi scheda evento allegata).

La mostra presenta una selezione critica dei lavori di Roberto Cannata (Mestre, 1961), artista eclettico, pittore e scultore di formazione accademica, da anni attivo sulla scena culturale nazionale ed internazionale, tra i quali una serie di opere recenti, realizzate per l’appuntamento veneziano.

Da sempre attento alle sperimentazioni tecniche e alle citazioni linguistiche colte, l’artista compie reiterate incursioni nel campo della figurazione per scandagliare, attraverso la pratica dell’osservazione del presente e della registrazione dei molti dati sensoriali che da esso emergono, le sottili dinamiche e i risvolti psicologici attuati dagli attori che popolano gli infiniti palcoscenici del mondo; nasce così un lavoro fortemente eloquente di una condizione umana sofferente e generalizzata, scioccante e inattesa, la cui natura inquieta è tradotta dalla desolazione di lande spettrali, dal silenzio permeante, dalla profanazione e perdita definitiva dei canoni estetici e del senso di euritmia.

La carica espressionista delle figure realizza un gioco pittorico che sapientemente pesca elementi nel bacino intellettuale delle Avanguardie Storiche dei primi del Novecento e con lucida oggettività scenica (ora cubista, ora metafisica, ora surrealista), struttura una forma di comunicazione visiva che si realizza nella piena conoscenza dei propri riferimenti culturali e nella consapevolezza di poterli rendere attuali e contestuali.

Gli universi-altri di Roberto Cannata, governati da leggi fisiche alternative che prescindono dalle imposizioni prospettiche della tridimensionalità scientifica, libere da gabbie esecutive e da parametri mimetici, rappresentano lo sfogo a digressioni psicologiche nelle quali, seguendo linee fluide e morbide simili a percorsi mentali di retaggio freudiano e aumentando iperbolicamente ora la nitidezza dei colori ora le loro sfumature, trovano origine figure biologicamente modificate e distorte, abitanti di un mondo post-atomico sopravvissuto (ma irrimediabilmente compromesso) alle reiterate catastrofi perpetrate illogicamente dalle sub-culture odierne.

Il lungo piano sequenza (dal quale l’artista estrapola i vari fermo immagine) su trame di vita fittamente intersecate tra loro eppure lineari e indipendenti nel loro incedere, vittime di una clausura intimista che inibisce l’osmosi dei sentimenti, diviene flusso narrativo continuo e a-temporale che dal passato storico dell’uomo, il logos (l’unione di legge e armonia) attraversa il presente di esistenze illusorie per proiettarsi rapido verso un futuro decadente e disilludente, nel quale l’unica condizione possibile è la solitudine.

L’equilibrio di un pensiero creatore originario è così minato da metamorfismi e da zoomorfismi ipertrofici dei quali diveniamo impotenti osservatori e dalla inquietante accettazione (e compiacimento) del disordine che governa questi incubi ormai materialmente tangibili, retti da principi di irrazionalità lontani – e contrari - da qualsiasi progetto divino.

Le figure di questo consorzio sociale, le cui regole si sostituiscono a quelle della vita reale, aspettano passivamente ma diligentemente at the stop una soluzione ai mali del mondo o una risposta alle domande esistenziali che non arriveranno; anche l’attesa, imbrigliata in costrutti narrativi che parafrasano Beckett e Ionesco per l’evidente incapacità di comunicazione e per la cieca fiducia in epiloghi felici scanditi da uno scorrere percettibilmente lento di un tempo post-assiale, funge da inganno consolatorio e da unica certezza possibile; scartata l’ipotesi di una trascendenza salvifica, nella speranza di una svolta improvvisa, si ricerca la spinta energetica che, apparentemente senza senso e senza scopo, consente di intraprendere una quotidiana battaglia con i nostri destini individuali forse già decretati, forse invece liberi di muoversi e di inventarsi, perdendosi e ritrovandosi, nel labirinto dei canovacci vitali.


L’artista sarà presente in galleria in occasione della presentazione critica a cura di Gaetano Salerno, direttore di Segnoperenne.it (curatore anche delle due precedenti personali dell’artista Sentieri della Persuasione e gradozero) e durante i successivi giorni di apertura della mostra.



Paolo Polenghi - Sensi

Trieste - dal 26 luglio al 15 agosto 2012
Paolo Polenghi - Sensi

SALA COMUNALE D'ARTE

Piazza Dell'Unità D'Italia 4 (34121)


Per approfondire la lettura delle sculture proposte, lo spettatore deve utilizzare non solo la vista, ma anche il tatto per carpirne la magia compositiva grazie al contatto con le forme e i diversi materiali utilizzati, e l'olfatto in quanto i legni utilizzati per alcune delle raffigurazioni femminili emanano un profumo evocativo di boschi incantati
orario: 10-13 e 17-20
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 26 luglio 2012. ore 19
curatori: Elena Cantori
autori: Paolo Polenghi
telefono evento: +39 3287349711
genere: arte contemporanea, personale
email: elena.cantori@virgilio.it
web: www.paolopolenghi.it


comunicato stampa
Paolo Polenghi
"Sensi"



VERNISSAGE

giovedì 26 luglio 2012 ore 19

Sala Comunale d'Arte di Trieste


Eleanor Roosevelt citava: il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni e in questa nuova mostra le sculture dell’artista triestino Paolo Polenghi, riportano i suoi “sogni” alla realtà trascinando il pubblico a percepire il suo immaginario mondo femminile con l’ausilio dei sensi.
Il titolo di questa mostra vuole sottolineare che per approfondire la lettura delle sculture proposte, lo spettatore deve utilizzare non solo la vista, ma anche il tatto per carpirne la magia compositiva grazie al contatto con le forme e i diversi materiali utilizzati, e l'olfatto in quanto i legni utilizzati per alcune delle raffigurazioni femminili emanano un profumo evocativo di boschi incantati.
Paolo Polenghi, all'inizio del suo percorso artistico, libera il suo impulso creativo dalla forma geometrica portandolo inizialmente a “dar corpo ai corpi” con un gesto dolce, morbido e armonioso grazie alla duttilità della creta/terra. Successivamente le sue creazioni diventano, via via, sempre più decise e incisive tramite l’utilizzo della fusione in bronzo, nel fuoco.
Esempio perfetto sono le sue affascinanti teste di donna i cui prototipi in terracotta dai tratti delicati e dallo “sguardo non sguardo” esprimono composta tristezza, ma grazie alla fusione bronzea e alla successiva lucidatura evidenziano improvvisamente una suggestione di misteriose e ambigue emozioni.
In questi ultimi anni l’artista è impegnato nell’esplorare un altro materiale “arcaico”, il legno, nel quale si legge la contrapposizione del gesto violento dell’utilizzo di un attrezzo quale la motosega e le forme longilinee e sinuose che ne escono, evocative di una donna sensuale, fiera del proprio animo e della propria femminilità.
La mostra rimane aperta al pubblico sino al 15 agosto 2012.
Si ringrazia inoltre per la collaborazione Marco Cecchini Independent Winery di Faedis (Udine) che ci delizierà con i suoi vini in occasione del vernissage.

Elena Cantori

Curatrice della mostra


Francesco VACCARONE / Gong CHEN - CODICI MINATI : dalla Poesia Visiva al Cryptic Web

Ai Weiwei - tecnica mista su tela - 100x70cm - 2011

Portovenere (SP) - dal 28 luglio al 28 agosto 2012
Francesco VACCARONE / Gong CHEN - CODICI MINATI : dalla Poesia Visiva al Cryptic Web

CASTELLO DORIA

Calata Doria (19025)
+39 0187794800
urp@comunediportovenere.it
www.comune.portovenere.sp.it/castello_doria.htm


Due artisti uno italiano ed uno cinese, due formazioni artisticamente e culturalmente diverse, due generazioni tra loro lontane (Francesco Vaccarone è nato nel 1940 e Chen Gong nel 1984 ).
vernissage: 28 luglio 2012. ore 21,30
autori: Gong Chen, Francesco Vaccarone
genere: arte contemporanea, doppia personale



comunicato stampa

Portovenere Castello DORIA Sabato 28 Luglio ore 21,30 -

OPENING - Francesco VACCARONE Gong CHEN

"CODICI MINATI : dalla Poesia Visiva al Cryptic Web."

Due artisti uno italiano ed uno cinese, due formazioni artisticamente e culturalmente diverse, due generazioni tra loro lontane (Francesco Vaccarone è nato nel 1940 e Chen Gong nel 1984 ).

Di ambedue, poco più che ventenni, si documentano, in questa mostra al Castello di Portovenere, come denominatore comune, gli esiti della tensione creativa che appartiene ad una stagione della giovinezza ribelle per ogni generazione di artisti, assai spesso animata dal progetto di trasformazione e di rinnovamento della vita e dei linguaggi stessi che la simboleggiano.

Di Vaccarone le poesie visive ed il collages degli anni Sessanta; le opere che esponeva nel 1965 alla Carabaga di Genova alla prima mostra italiana della “poesia visiva” con autori come Bonito Oliva, Balestrini, Bueno, Isgrò, Jri Kolar, Miccini e Pignotti ed altri ; documenti di una stagione che lo vedeva impegnato nelle battaglie politiche e culturali dell’avanguardia sperimentale con il Gruppo Studio di Genova e con il Gruppo 63 di cui animò nella sua città, La Spezia, un memorabile convegno aperto da Umberto Eco nel 1966.

In una diversa temperatura storica e culturale anche Gong Chen dirige oggi le sue attenzioni creative al superamento delle categorie percettive e di pensiero determinate non tanto dalla tradizione quanto dall’innovazione continua della tecnica e dell’informazione che soffoca questo nostro mondo ed i suoi archetipi junghianamente intesi per lasciare spazio alle censure politiche praticate tecnologicamente dal suo stesso paese di origine su personaggi ed eventi sensibili a cui il giovane artista rende omaggio con il suo lavoro “I nomi che non esistono”.

Questo è oggi uno degli argomenti centrali del lavoro di Chen, come bene evidenzia Cristina Muccioli in un recente studio sui suoi I Ching.

Nei due autori il sistema dei codici linguistici disumanizzanti ed alienanti viene combattuto e minato con la forza della poesia che è per sua natura liberatoria e disvelante.

Paolo Asti



Francesco Vaccarone (La Spezia 1940). Dipinge da giovanissimo pur dedicandosi a studi classici e filosofici. Con l’atelier base alla Spezia ne apre altri a Genova(‘65), Roma(‘69), Milano(‘75), Stoccolma (‘90).Pittore, incisore, scultore svolge l’attività dalla fine degli anni‘50. Mostre in Europa, USA, America Latina, Egitto, in gallerie pubbliche e private. Invitato(1986) alla IX Quadriennale Nazionale di Roma nella sez. storica “Emergenze della ricerca artistica italiana dal 1950 al 1980”. Vinceil Premio Internaz. Do Forni a Venezia nel 1988.Il Palazzo dei Diamanti di Ferrara ordina sue esposizioni nel 1977 e nel 1990. Sul suo lavoro una vasta bibliografia e monografie degli storici dell’arte E. Carli 1973, F. Solmi 1977, C.L. Ragghianti 1986, M. Lavallèe ed E. Di Martino 1990, F. Barocelli 2004,Peter Frank e VCremolini 2011. Recenti esposizioni a cura del Comune di Rapallo (2009), del Parlamento Europeo Strasburgo (2010)del Camec della Spezia (2011-12)Nel 2011 è invitato alla Biennale Internaz.di Venezia nel Padiglione Italia. Per estese notizie bio-bibliografiche cfr. www.vaccarone.it

Gong Chen è nato a Shangai (Cina) nel 1984 Vive e lavora a Milano . Ha studiato al Liceo Artistico ed all’ Accademia di Belle Arti di Hangzhou (Cina) dal 2001 al 2006 , dal 2008 frequenta L’Accademia di Belle Arti di Brera . Nel 2011 ha vinto i Premi Bice Bugatti Club e “Panorama” a Portovenere (Sp) . Nel 2012 ha vinto il Premio Università Bocconi “Tra Stabilità e Crescita” Da quando è in Italia ha partecipato a numerose mostre collettive e nel 2012 una sua mostra personale si è svolta alla Galleria Arrivada, Coira, (Ch) www.chengong.org


Michaela Zadra - Sensualità tra conscio e inconscio

Montepulciano (SI) - dal 28 luglio al 30 settembre 2012
Michaela Zadra - Sensualità tra conscio e inconscio

PALAZZO CARLETTI

Vicolo Salimbeni 3 (53045)
Angolo Via Dell'Opio


"Montepulciano è un luogo di grande richiamo internazionale, per questo la sua elezione è stata spontanea e contempla il mio desiderio di cercare nuovi orizzonti culturali ed artistici oltre la città di Sansepolcro”. Così l’amico Ugo Agostinelli che prosegue: “Michaela Zadra è stata per me una folgorazione per la sua limpidezza, clarità e capacità di avvicinare senso e visione, conoscenza e sensibilità”. E’ così che ella evoca, nel suo mondo ad un tempo surreale, d’altra parte autarchico e auto-referenziato, una spontaneità incondizionata che ha una netta valenza gnoseologica. Dal punto di vista operativo, invece, sprigiona una potente libertà del colore avvicinando e separando la natura in una mirabile unione di idee ed istinti primordiali.
orario: 10.00 - 22.00
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 28 luglio 2012. h 18
curatori: Ugo Agostinelli
autori: Michaela Zadra
genere: arte contemporanea, personale
web: www.michaelazadra.eu



Vincenzo Greco - In dispArte

Castiglioncello (LI) - dal 28 luglio al 12 agosto 2012
Vincenzo Greco - In dispArte

IN VILLA

Via G. Biagi 17/19 (57012)
+39 0586759077
invilla_odierna@tiscali.it


In questa personale il pittore Vincenzo Greco propone i dipinti più recenti della sua produzione dove per la prima volta compare la figura umana. Volti di donne o ombre lontane che si inseriscono su immagini astratte o su nature morte. I colori, saturi e scuri, conferiscono ai dipinti un senso di latente inquietudine.
Interverrà la critica d’arte Alice Barontini.
L’evento sarà ripreso dall’emittente televisiva Toscana TV.
orario: fino al 12 agosto 2012 tutti i giorni (escluso il martedì mattina) nei seguenti orari: 10-13; 16-20; 22-24
(possono variare, verificare sempre via telefono)

vernissage: 28 luglio 2012. h 22
autori: Vincenzo Greco
genere: arte contemporanea, personale
email: chiara.ca@alice.it



Roberto Coda Zabetta - Verdade

tavola drago - smalto su tavola - anno 2012 - 31x31x7 cm

Capri (NA) - dal 28 luglio al 2 settembre 2012
Roberto Coda Zabetta - Verdade

CERTOSA DI SAN GIACOMO

Via Certosa (80073)
+39 0818376218
www.polomusealenapoli.beniculturali.it


Sabato 28 luglio alle ore 19.00 negli spazi della Canonica della Certosa di San Giacomo a Capri con la
direzione di Rossana Muzii, l’Associazione Culturale ArteAs presenterà la mostra personale di Roberto
Coda Zabetta dal titolo “VERDADE” a cura di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco.
L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico,
Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli e dall’Associazione Culturale ArteAs di
Maurizio Siniscalco

vernissage: 28 luglio 2012. h 18
ufficio stampa: NORA COMUNICAZIONE
curatori: Guilherme Bueno, Maria Savarese, Maurizio Siniscalco
autori: Roberto Coda Zabetta
genere: arte contemporanea, personale



comunicato stampa
ROBERTO CODA ZABETTA
VERDADE
“Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti”
Art. 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, 10 Dicembre 1948
a cura di Guilherme Bueno | Maria Savarese | Maurizio Siniscalco
Museo della Certosa di San Giacomo, Capri
28 luglio – 2 settembre 2012
Sabato 28 luglio alle ore 18.00 negli spazi della Canonica della Certosa di San Giacomo a Capri con la
direzione di Rossana Muzii, l’Associazione Culturale ArteAs presenterà la mostra personale di Roberto
Coda Zabetta dal titolo “VERDADE” a cura di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco.
L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico,
Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli e dall’Associazione Culturale ArteAs di
Maurizio Siniscalco.
La mostra, con il Patrocinio della Città di Paraty gemellata con la Città di Capri, dell’Istituto Italiano di
Cultura di Rio de Janeiro e della UERJ - Universidade do Estado do Rio de Janiero, presenta 27 lavori
inediti, in anteprima assoluta italiana, che verranno successivamente presentati al MAC - Museu de Arte
Contemporânea de Niterói a Rio de Janeiro dal 30 settembre al 3 novembre 2012.
“VERDADE” (“VERITÁ”) prende spunto dalla memoria di quanti hanno sofferto la detenzione in uno dei più
spietati sistemi di prigionia del mondo: quello delle carceri brasiliane, durante il periodo di dittatura dal 1964 al
1984. Bambini, giovani e donne sparirono senza lasciare traccia, se non quella indelebile nei ricordi di tutti
coloro che indirettamente vissero quella tragica esperienza.
Dopo due anni di polemiche e dibattiti, il 21 settembre scorso, la Camera dei Deputati brasiliana ha approvato
l’istituzione della "Comissão da Verdade" con lo scopo di “esaminare e chiarire le gravi violazioni dei diritti
umani” avvenute tra il 1964 e il 1988 e di “rendere effettivo il diritto alla memoria e alla verità storica e
permettere la riconciliazione nazionale”.
Le opere sono divise in due sezioni: Tables, dodici opere di piccolo formato, con cornici settecentesche in cui
sono incastonati oggetti di uso comune o religiosi, piccoli bronzi e preziose terrecotte, reliquie appartenute agli
stessi desaparecidos ed, all'interno, ritratti dipinti velocemente con ancora i segni della matita a fare da
sfondo.
Accanto ad essi, Escudos, quindici dipinti di grande formato, realizzati su vecchi tessuti, raffiguranti volti quasi
uguali, un ripetersi di immagini con una storia piena di materia: in tutte queste opere Roberto Coda Zabetta
non racconta mai la morte, ma una verità contemporanea con la speranza di poter trovare un dialogo sincero.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Ad Est dell’Equatore con testi di Guilherme Bueno, Maria
Savarese e Maurizio Siniscalco, e foto di Salvino Campos.
Cenni biografici
Roberto Coda Zabetta nasce a Biella nel gennaio del 1975. Qui frequenta inizialmente l’Istituto Tecnico
Sperimentale, per poi completare gli studi presso l’Istituto d’Arte di Roma. Nel 1995, conosce Aldo Mondino, di
cui dal 1996 al 2000 è assistente di studio. Dal 1997 inizia a partecipare a mostre e ad alcuni concorsi per
giovani artisti, sia in Italia che all’estero. Identità anonime (2000) è il suo primo catalogo, dedicato ai bambini
morti nel genocidio in Ruanda. Nel 2001 si stabilisce a Milano. In questi anni vengono pubblicati: In Coda
(2003), PPP e Colors (entrambi nel 2004).
Tra il 2005 e il 2006 si ricordano due importanti mostre: a Palazzo Venezia e al Teatro India, a Roma.
Seguono mostre personali e partecipazioni a mostre collettive in spazi pubblici e privati, da cui scaturisce un
forte movimento di critica attorno al suo lavoro. Esce in questi anni il catalogo curato da Robert C. Morgan:
Psichic Persona. Subito dopo parte per Parigi e Londra dove vivrà per un anno e dove frequenterà alcuni corsi
alla Saint Martin School. Fondamentale in questo soggiorno è la conoscenza di David Roberts, Martin Holman
e Laura Petrillo.
Inizia la serie dedicata all’Oriente. Nell’aprile 2008 la Indonesian National Gallery gli dedica una personale che
verrà seguita da mostre a Singapore, Hong Kong e Beijing. Viene pubblicato Koi Dan Trinacria.
Torna in Italia e si stabilisce nel suo nuovo studio in un piccolo borgo marchigiano.
Nel 2009 inaugura con una personale il Festival Dei Due Mondi di Spoleto a Palazzo Collicola.
Nel 2010 Milano gli dedica una personale molto importante a Palazzo Reale, Nuvole Sacre. Successivamente
verrà spostata al Pan – Palazzo delle Arti di Napoli. Nel 2011 si svolgono, nei primi mesi dell’anno, due
mostre: Proibito, alla Langgang Art Foundation a Jakarta e ex voto, presso lo Spazio Culturale Antonio
Ratti/Ex Chiesa di San Francesco a Como.
Roberto Coda Zabetta è stato insignito dei più significativi premi italiani - Premio Passaggi a Nord-Ovest
Fondazione Pistoletto, Premio Arte-Fiera di Bologna, Premio Giovani Artisti Miart 2003 e 2004, finalista
Premio Cairo Communications - e selezionato per la Dena Foundation al Centre International d'Accueil et
d'Echanges des Récollets di Parigi e per il BP Portrait Award 2006 di Londra.



Andy Warhol - Ritratti e curiosità del Mito dal 1964 al 1983

Arzachena - Porto Cervo () - dal 29 luglio al 26 agosto 2012
Andy Warhol - Ritratti e curiosità del Mito dal 1964 al 1983

PROMENADE DU PORT

Via Del Porto Vecchio 1 (07020)
+39 0789 92225
info@gocil.it
www.promenadeduport.it


Restelliartco in collaborazione con Louise Alexander Gallery, presenta al Madai, una serie di ritratti tra i piu' famosi del Maestro Andy Warhol, come Marilyn Monroe, Liz Taylor e Mao Tse-tung, altri della collezione 'Ladies and Gentleman' dedicata ai volti non noti, oltre ad alcuni divertissement, come i due Dollari di Jefferson firmati sul fronte o la custodia del disco 'Love you live' di Mick Jagger, disegnata e firmata dall'artista.
vernissage: 29 luglio 2012. dalle ore 20.00 alle ore 22.00
autori: Andy Warhol
genere: arte contemporanea, personale
web: www.restelliartco.com


comunicato stampa
Restelliartco in collaborazione con Louise Alexander Gallery, presenta al Madai, una serie di ritratti tra i piu' famosi del Maestro Andy Warhol, come Marilyn Monroe, Liz Taylor e Mao Tse-tung, altri della collezione 'Ladies and Gentleman' dedicata ai volti non noti, oltre ad alcuni divertissement, come i due Dollari di Jefferson firmati sul fronte o la custodia del disco 'Love you live' di Mick Jagger, disegnata e firmata dall'artista.

L' attività di Andy Warhol ,che fu uno dei principali esponenti del fenomeno ' Pop Art ', conta moltissime opere, prodotte in serie con l' ausilio dell impianto serigrafico e i suoi quadri più famosi rappresentano immagini che sono diventate vere e proprie icone.

La ripetizione era il suo metodo di successo; produceva su grandi tele moltissime volte la stessa immagine con iterazione ossessiva trasformandone ed esasperandone i colori, prevalentemente vivaci e forti, riuscendo a rinnovarne il significato.

Prelevava immagini dai circuiti dell'informazione di massa divulgate dalla stampa quotidiana, come riproduzioni pubblicitarie di grandi marchi commerciali o immagini d'impatto che 'hanno fatto notizia', come incidenti stradali o sedie elettriche, riuscendo a svuotarle di ogni significato, proprio con la ripetizione dell'immagine stessa su vasta scala.

Come un ritornello, la notizia trapassa nell'inconscio senza essere passata per la coscienza…

Come omaggio al Madai saranno inoltre presenti in mostra altre due opere, una di Vik Muniz,'Hermes' della serie 'dipinti di cioccolato' e una natura morta di Irving Penn del 1947.

Durante la serata d'apertura verranno servite agli ospiti alcune prelibatezze dello chef Elio Sironi.

sabato 21 luglio 2012

TATIANA CARAPOSTOL

Venezia - dal 21 luglio al 28 settembre 2012
TATIANA CARAPOSTOL

LE BISTROT DE VENISE

Calle Dei Fabbri 4685 (30124)
+39 0415236651 , +39 0415202244 (fax)
info@bistrotdevenise.com
www.bistrotdevenise.com


I suoi paesaggi sono a volte malinconici e pieni di pathos,a volte carichi di una gioia ebbra che si manifesta in esplosioni di colori caldi e acidi stesi con ampie spatolate.
orario: tutti i giorni
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 21 luglio 2012. h 17
curatori: Paolo Dogà, Sergio Fragiacomo
autori: Tatiana Carapostol
note: la mostra si terrà presso il
BISTROT DE VENISE
San Marco 4685 Calle dei Fabbri VENEZIA
genere: arte contemporanea, personale



comunicato stampa
Tatiana Carapostol è un’artista in costante evoluzione e la sua crescita sia a livello tecnico sia a livello lirico la fanno risultare una delle pittrici di sicuro avvenire del nostro panorama artistico


Giuseppe Amadio - Armonie e disarmonie

Armonie e disarmonie, 2011

Specchia (LE) - dal 21 luglio al 28 agosto 2012
Giuseppe Amadio - Armonie e disarmonie

BORGO CARDIGLIANO

Contrada Cardigliano (73040)
+39 0833539599 , +39 0833539722 (fax)


L'artista italiano ci presenta in questa mostra un importante lavoro, significative tele estroflesse monocrome, tagli di luci e ombre sorvegliate nel loro equilibrio e nella loro energia.
orario: Tutti i giorni, dalle 9.00 alle 13.00 – dalle 16.00 alle 22.00
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 21 luglio 2012. ore 19.00
catalogo: in galleria.
curatori: Carlo Franza
autori: Giuseppe Amadio
note: mostra promossa da Borgo Cardigliano - Specchia
genere: arte contemporanea, personale


comunicato stampa
“Nuovo atlante delle arti” è un progetto-festival appositamente ideato per Borgo Cardigliano nel Salento, già nel centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo, mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, intellettuale di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere un'Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Con “Nuovo atlante delle arti” si porgono sette mostre personali di sette artisti taluni giovani emergenti,altri di chiara fama (Beatrice Zapponi, Daniele Amico, Valeria Mariotti, Fiamma Zagara, Giuseppe Amadio, Marco Santolisier, Roberto Russo).

Scrive Carlo Franza nel testo: “Ha senso, più di un senso, focalizzare un nome dell’arte contemporanea già familiare ai collezionisti e al mondo artistico, ed è Giuseppe Amadio, a suo tempo apprezzato anche da Piero Dorazio proprio per una sua volontà di ricerca assoluta. Lavora sullo spazio e sulle forme, inseguendo quegli stessi concetti che sono stati alla base del lavoro di Fontana, Bonalumi e Castellani, portandosi oggi a costruire significative tele estroflesse monocrome capaci di raccogliere in talune forme, proprio laddove il segno estroflesso ci racconta dell’universo declinandolo nella sua ossatura impunturata, tagli di luci e ombre sorvegliate nel loro equilibrio, nella loro energia. Ecco allora che il suo lavoro mirabilmente assoluto e lucido, svia ogni carattere illusorio per divenire, invece, una progressione infinita di movimenti, tanto tensivi quanto poetici, tanto misteriosi quanto naturali. E’ così che l’universo è come rifondato in una sorta di materia pulsante e dilatata, e trova nella sua ossatura il respiro sincopato capace ancora di emozionare spiriti lucidi. Questa sorte di neospazialismo, che si presenta come un nuovo rappel à l'ordre, ha come reinventato una tecnica, donandoci un labirinto di linee spezzate, in cui avventure diverse sono accostate in felici collisioni. Ecco la sfida di Giuseppe Amadio, lo svelamento di una geografia del mondo assoluta, da perpetual inventory. I suoi lavori sono ormai spazi-regione, rilievi di una cartografia dinamica, ma sempre equilibrata”.

Biografia dell’artista
Giuseppe Amadio è nato a Todi nel 1944 e qui vive e lavora. Dopo la frequenza di corsi liberi di design e grafica pubblicitaria, si è occupato di cartellonistica su scala industriale. Alterna l’attività di pittore a quella di designer nel settore dell’arredo. Per oltre un ventennio ha collaborato come tecnico di studio con l’artista Piero Dorazio. Dopo un’iniziale poetica materico-gestuale oggi è approdato a un linguaggio fortemente concettuale, vivendo la sua esperienza astratto-concreta, con opere monocrome. Ha tenuto mostre fin dal 1980 in Italia e all’estero (Perugia, Viterbo, Forlì, Cesena, Porto San Giorgio, Sansepolcro, Porto San Giorgio, Viterbo, Milano, Roma, Pescara, Bologna,Firenze, Berlino,Borgo Cardigliano-Specchia, ecc.). Nel 2011 ha vinto il Premio delle Arti Premio della Cultura come Artista dell'Anno al Circolo della Stampa di Milano,candidato dal Prof. Carlo Franza presidente della Giuria del Premio. Del suo lavoro si è interessata la critica più qualificata, tra cui Piero Dorazio e l'illustre Storico Prof. Carlo Franza.

Biografia del curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano (LE) nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.



Gabbris Ferrari - Per mari e per fiumi

Porto Viro (RO) - dal 20 luglio al 14 settembre 2012
Gabbris Ferrari - Per mari e per fiumi

CA' CORNERA

Località Ca' Cornera 3 (45014)
+39 0426325457 , +39 3487157940
ca_cornera@libero.it
www.cacorneradeltapo.it


Un archetipo di barca ci attende, inventato per salpare su rotte antiche, ad incontrare culture paleolitiche di questi luoghi e approdare nei loro miti fantastici
orario: dal venerdì alla domenica orario 16 - 19
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 20 luglio 2012.
catalogo: in galleria.
curatori: Laura Gavioli
autori: Gabbris Ferrari
genere: arte contemporanea, personale


comunicato stampa
La creazione dello spazio giusto, per allestire la sua mostra, è stata una priorità. E’ da questa contaminazione, tra arte e architettura, che nasce l’artista Gabbris Ferrari. Forse non a caso è stato affidato proprio a lui la riapertura del “Granaio” di Ca’ Cornera. “Il luogo è già di per sé pieno di fascino – sottolinea Gabbris – ma per dare forza all’evento, contribuire ad esaltare l’immaginazione del pubblico ho pensato di trasformare il granaio in una sorta di teatro.”
Le dimensioni sceniche, non usuali per questo luogo, cercate da Gabbris per le sue opere, nella rassegna “Per mari e per fiumi”, ci inducono ad un corpo a corpo tra lo spazio e il racconto, dove tutto si concretizza, prende vita, anche i rimandi stilistici si moltiplicano, provocando vertigini. Ma come interviene Gabbris nell’impianto scenico? Un archetipo di barca ci attende, inventato per salpare su rotte antiche, ad incontrare culture paleolitiche di questi luoghi e approdare nei loro miti fantastici.
Ciò che entusiasma di più Gabbris Ferrari è la possibilità di cimentarsi in linguaggi diversi, di declinare in vari modi la sua espressione artistica: è una ricerca in continua evoluzione del linguaggio giusto, il più adatto al dove e al quando, per restituirci al presente il passato, conservandone ogni memoria. Una specie di viaggio straordinario e sorprendente alla scoperta del cuore antico della nostra terra, quella nella quale il giorno e la notte hanno ancora gli odori forti e inebrianti che riconosciamo come nostri, dove il sentimento del passato non è diviso dal presente ma riesce a comporsi in un tutt’uno.
Gianpaolo Gasparetto
Ca’ Cornera, luglio 2012



20 luglio – 14 settembre 2012
dal venerdì alla domenica orario 16 - 19
- ingresso libero -
catalogo in mostra con testo della curatrice


CA’ CORNERA, dove il Po si fa cultura
Porto Viro località Ca’ Cornera, 3
info@cacorneradeltapo.it – www.cacorneradeltapo.it
info 348 7157940



Maria Cristina Spinao - Echi e silenzi

Pistoia - dal 20 luglio al 31 agosto 2012
Maria Cristina Spinao - Echi e silenzi

FONDAZIONE MARINO MARINI

Corso Silvano Fedi 30 (51100)
+39 057330285 , +39 057331332 (fax)
fmarini@dada.it
www.fondazionemarinomarini.it


Personale di Maria Cristina Spinato
orario: 10-18
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 20 luglio 2012. h 18.00
curatori: Maria Teresa Tosi
autori: Maria Cristina Spinato
genere: fotografia, arte contemporanea, personale


comunicato stampa
ECHI E SILENZI

leggeramente
inquietante e imprendibile…

Vorrei trovarmi, una mattina di novembre, nel bosco. E intravedere una pura agnizione, una danzatrice, nero-antracite, che mi si staglia, improvvisamente, di contro al cielo lattiginoso, fra tronchi e rami secchi, ingannandomi perfettamente sulla visione che mi offre: vorrei insomma credere, una volta per tutte, che il mondo dell’illusoria realtà esistesse davvero e fosse possibile, almeno per un istante, fondersi e confondersi con l’oltre, passare in un aldilà…
Non sono parole di follia. È semplicemente la riflessione dell’età che ormai sa separare l’essenziale dall’accessorio, sa distinguere ciò che vuole come punto di fuga all’interno del quadro della vita.
E di quadri della vita, nel lavoro di Maria Cristina Spinato, ce n’è tutta una scelta circolare e ricadente in se stessa.
Sono foto, di fatto: ma in realtà quadri. Perché lei, la ‘mano’ che ha deciso gli interventi sulla realtà fino a ricrearne una più sfuggente e più vera, ha riplasmato l’opera della natura o di Dio; l’ha ricondotta a un sé che ha deciso cosa vedere e cosa farci vedere, come vederlo e come farcelo vedere.
Echi e silenzi, dunque.
Si è parlato insieme – ma non più di un istante, di una mail – di titoli. Lei scettica e stancata dalla difficile scelta dei soggetti rivisitati e ricreati; io dall’esterno e, quindi, più pronto a suggerire perché meno bruciato dall’ansia che attraversa l’artista.
È uscita una ‘iscrizione’ suggestiva, un’epigrafe che indica, alla perfezione, la matura personalità di questa donna palpitante di un suo mondo nascosto dentro una ben serrata cassaforte, da cui ha estratto certi suoi tesori.
Lei non ama mostrarsi per ciò che la attraversa come un turbolento torrente montano. Preferisce sfumare le cascate delle emozioni in aperture lunghe di obiettivi che trasformano l’acqua dell’impeto in soffice nebbia, in pura inconsistenza: l’acqua della sua vita, leggeramente.
Così accade in questi ‘soggetti’ che arrivano come frecce alla nostra carne: o come sassi scagliati da fionde di popoli dei boschi nascosti negli alberi stessi della montagna, il suo vero elemento naturale. Dardi e sassi che colpiscono e stordiscono perché sono, al tempo stesso, echi di un mondo interiore e silenzi di una intimità vissuta che lei, la domina di queste dimensioni, percepisce, vive e condivide in maniera totale solo con se stessa e dopo essersi fatta occhio del silenzio e della fissità.
Nelle foto-quadri di questa mostra stupita e stupefacente, si intravedono tre filoni conduttori: nature morte, nature astratte, nature vere ma sottratte alla verità.
I fiori addormentano come in una sottilissima ipnosi. Sono un’orgia di essenze che suggeriscono decadenti emozioni alle quali abbandonarsi senza porsi domande.
Gli ‘alberi delle due radici’, diritte e rovesce, che reggono il mondo di cui non si sa quale sia l’alto e il basso, ci ammaliano additandoci l’incomprensibilità dell’essere fino ai limiti del reale: insieme alle rocce, alle erbe specchiate e, in un caso davvero emblematico, alla ‘doppia foresta della fata’, in cui lei, l’attrice del mondo, compare a dare motivazione e consistenza all’abbaglio con la sua veste rossa che parla, per simbolo, di passione e di forza.
Le Ninfe, come fuggite dalle illustrazioni del libro della Natura, sono lì, infine, in carne e ossa: ma solo per essere strappate dal concreto che ha un peso corporeo, ed essere fissate eternamente nella pura agnizione redenta dalla forza di gravità: ecco perché nature vere, ma astratte dalla verità.
Così vorrei trovarmi, una mattina di novembre, nel bosco. E intravedere una pura agnizione, una danzatrice che mi si staglia, di contro al cielo lattiginoso di nebbia, fra tronchi e rami secchi.
E finalmente sarei pronto a fondermi e confondermi con l’oltre, a passare in un aldilà…

Edoardo Bianchini

"..Maria Cristina Spinato dedica la propria ricerca artistica alla natura, con una predilezione e dedizione tutte “emersoniane” e trovando in essa la sua ideale dimensione esistenziale e creativa.
La fotografia digitale è il medium utilizzato dall’artista, la quale, partendo dal dato oggettivo, elabora immagini suggestive e dalle atmosfere vagamente “tardo romantiche”, nelle quali una natura incommensurabile si impossessa totalmente del campo visivo e lo domina incontrastata.."
Alessandro Trabucco


Mimmo Matera - Parola d'Immagine

Ostuni (BR) - dal 21 luglio al 5 agosto 2012
Mimmo Matera - Parola d'Immagine

GALLERIA ORIZZONTI ARTE

Largo Giovanni Lanza 24 (72017)
+39 3488032506
info@orizzontiarte.it
www.orizzontiarte.it


Si inaugura sabato nei prestigiosi spazi della Galleria Orizzonti Arte di Ostuni, la mostra di Mimmo Matera "Parola d'Immagine" a cura di Barbara Dicorato.
La sua ricerca stilistica parte sicuramente dal segno: “...la materia incisa dal segno dalle prime manifestazioni sulla pietra fino ad oggi".
orario: Tutti i giorni 10-14 e 16-23
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 21 luglio 2012. ore 20.30
catalogo: in galleria.
curatori: Barbara Dicorato
autori: Mimmo Matera
genere: arte contemporanea, personale



comunicato stampa
Per la sua prima personale l'artista propone 25 opere site specific, acrilico su tela, di grandi, medie e piccole dimensioni, che declinano appieno la sua poetica.

La ricerca stilistica di Mimmo Matera parte sicuramente dal segno: “...la materia incisa dal segno a partire dalle prime manifestazioni sulla pietra fino al giorno d'oggi". Il segno è comunicazione, espressione intesa come gesto, istintivo e immediato. Per l'artista il dipinto deve nascere e terminare velocemente; la creazione è hic et nunc, legata al momento preciso dell'intuizione: il segno e il colore sono la trascrizione di una sensazione presente ed effettiva, quasi autonoma, un'istantanea che appena si ferma sulla retina è capace di dischiudere piccoli universi silenziosi ma brulicanti di vita; Mimmo Matera parte dall'osservazione del mondo per dar vita ad una scrittura che "si trasforma in grafia astratta e pulita che mai si confronta con lo spazio, inteso come tridimensionalità, ma è in grado di crearne uno dove ascisse e ordinate rispondono ai comandi di un "io" che si manifesta quasi di nascosto. Timidamente." (B. Dicorato).

Il risultato è piena libertà d'interpretazione: "... libero da una interpretazione guidata come quella che può suggerire il titolo... sono tutti senza titolo, perché chi legge i miei segni spero che trovi da solo la propria corrispondenza." (M. Matera)

Catalogo in mostra.

Orizzonti Arte Contemporanea
Piazzetta Cattedrale – Centro Storico - Ostuni
Gabriella Damiani
cell.348.80.32.506
Tel. 0831.33.53.73
www.orizzontiarte.it
info@orizzontiarte.it
F: OrizzontiArteContemporanea

Ufficio stampa Arteefatti
Cura comunicazione e consulenza per l'arte;
Barbara Dicorato cell.340 7704969 barbaradicorato@arteefatti.com
www.arteefatti.com


Biografia

Nato il 9 settembre a Castellana Grotte (BA). Dopo essersi diplomato al liceo artistico di Matera, nel 1994 si trasferisce a Bari per frequentare l'Accademia di Belle Arti. Lo studio e le attività si sono concentrate fin dall'inizio sulle ricerche e sulle tematiche sviluppate dalle avanguardie artistiche del novecento. Nel 2004 si trasferisce a Roma, dove svolge la sua attuale attività lavorativa nel campo scenografico del mondo del cinema. Molte sue opere sono presenti il film e cortometraggi.

Mostre
• II premio d'arte contemporanea “LaterzArte”, segnalato con attribuzione di merito da parte del Prof. Alfredo Pasolino. 11-18 gennaio 2004
• Collettiva di pittura, scultura, grafica e fotografia, Palazzo Lanfranchi sala Carlo Levi, Matera 03-15 aprile 2004
• Collettiva di pittura, scultura, fotografia e videoarte, Gruppo Forteguerri, Roma, 26-28 maggio 2006, Stabile l'Officina.

Film
• Piano 17, regia Manetti Bros, 2005
• Sandrine nella pioggia, regia Tonino Zangardi, 2008, Minerva Pictures
• Oggi sposi, regia Luca Lucini, 2009, Universal Pictures
• Qualunquemente, regia Giulio Manfredonia, 2011, 01 Distribution
• Fantasticherie di un passeggiatore solitario, regia Paolo Gaudio, ancora in produzione


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