sabato 30 marzo 2013

Sayaka Ganz - Danze della natura


Cecina (LI) - dal 30 marzo al 26 maggio 2013
Sayaka Ganz - Danze della natura

FONDAZIONE HERMANN GEIGER
Corso Giacomo Matteotti 47 (57023)
+39 0586631227 , +39 0586631227 (fax)
info@fondazionegeiger.it
www.fondazionegeiger.it


Sayaka recupera e classifica un universo di plastica ritrovando agli oggetti una nuova funzione, eminentemente estetica, come parte costitutiva di meravigliose opere figurative
orario: tutti i giorni dalle 16:00 alle 20:00
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 30 marzo 2013. h 17
catalogo: in galleria.
ufficio stampaILOGO
curatori: Alessandro Schiavetti
autori: Sayaka Ganz
genere: arte contemporanea, personale



comunicato stampa 
Gli animali di plastica di Sayaka Ganz in mostra alla Fondazione Geiger. Per la prima volta l’artista giapponese espone in Italia

Con il titolo “Danze della Natura” è organizzata dalla Fondazione Culturale Hermann Geiger di
Cecina e curata da Alessandro Schiavetti, direttore artistico della Fondazione.

Dal 30 marzo al 26 maggio 2013 la sala espositiva della Fondazione Hermann Geiger di Cecina( LI),
ospita la mostra “Danze della natura” dell’artista giapponese Sayaka Ganz. È la prima personale in Italia di questa artista di origini giapponesi e di fama internazionale, nata a Yokohama, ma
residente da diversi anni negli Stati Uniti. Sayaka recupera e classifica un universo di plastica ritrovando agli oggetti una nuova funzione, eminentemente estetica, come parte costitutiva di meravigliose opere figurative. La sua arte “si fa” con oggetti in plastica di uso quotidiano, reperti anonimi e banali del nostro presente che sono stati gettati via. Il percorso espositivo comprende sei grandi gruppi di sculture di animali e “Luminariales”, realizzati dall’artista in collaborazione con Jim Merz, sempre recuperando e assemblando coloratissimi contenitori in plastica.
Questo processo creativo è influenzato sia dalla cultura giapponese che dalla vita vissuta: secondo
le antiche credenze shintoiste anche gli oggetti hanno un’anima e ai bambini giapponesi viene insegnato che gli oggetti buttati via prima del tempo nella notte piangono nel cestino dei rifiuti. Sayaka ha trascorso la sua infanzia in Giappone, poi all’età di 9 anni si è trasferita in Brasile con i genitori. Tornata di nuovo in patria a 13 anni, si è spostata in seguito a Hong Kong per poi decidere di studiare arte all’Università dell’Indiana, negli Stati Uniti, dove tuttora vive. Questi trasferimenti continui hanno spinto l’artista a ricercare intorno a lei un senso di appartenenza e un ambiente armonico: dare nuova vita ad elementi di scarto, trasformandoli in una forma organica che sembra in movimento, dona a Sayaka un senso di pace e serenità poiché questo processo le dimostra che ogni pezzo, apparentemente ormai inutile e senza legami con ciò che lo circonda, può trovare un proprio equilibrio, una propria collocazione. Ogni oggetto trascende la sua originaria funzione, dando origine ad una figura animale che sembra viva. Per le sue sculture l’artista si lascia ispirare dalla forma degli oggetti stessi e dal mondo naturale, realizzando alla fine un’unione tra l’universo artificiale dei prodotti umani e quello della natura. L’artista studia inizialmente l’aspetto dell’animale da realizzare, poi crea per prima cosa un’armatura in fili di acciaio saldati sulla quale successivamente fissa i vari utensili di plastica, fino a quando l’insieme degli oggetti non assume la forma di un animale in movimento, dalle gamme cromatiche incredibili e dalle forme filamentose.

“Quella di Sayaka Ganz – spiega il curatore Alessandro Schiavetti - è arte dell’accumulo, arte
del riciclo e scultura squisitamente figurativa a un tempo; per lei l’oggetto è, al tempo stesso, rappresentativo di un vissuto esistenziale non concluso ed elemento discreto che si combina, cristallizzandosi in forme suggestive e naturalistiche”. La mostra, allestita nella Sala Espositiva della Fondazione Geiger in Piazza Guerrazzi 32 a Cecina (Li), resterà aperta al pubblico da sabato 30 marzo fino a domenica 26 maggio 2013, tutti i giorni dalle 16:00 alle 20:00, con ingresso libero. Info: Fondazione Culturale Hermann Geiger, tel. 0586.635011, www.fondazionegeiger.org






mercoledì 27 marzo 2013

Marcello Polacci - Versilia sognata

 Polacci scale

Lugano - dal 27 marzo al 28 giugno 2013
Marcello Polacci - Versilia sognata

UBS
Via Pretorio 14 (6900)


Dal 27 marzo, e per i tre mesi successivi le opere dell'artista toscano Marcello Polacci saranno esposte nelle vetrine della prestigiosa sede centrale della banca svizzera

biglietti: free admittance
vernissage: 27 marzo 2013.
catalogo: in galleria.
curatori: Claudio Rossi
autori: Marcello Polacci
genere: arte contemporanea, personale
email: sabrina.mattei@tiscali.it



comunicato stampa 
La Versilia sognata di Marcello Polacci in una personale
alla Ubs di Lugano
Dal 27 marzo, e per i tre mesi successivi le opere dell'artista toscano Marcello Polacci saranno
esposte nelle vetrine della prestigiosa sede centrale della banca svizzera
Del pittore Marcello Polacci si apre il 27 marzo prossimo una personale alla sede centrale
della Ubs di Lugano. Un evento importante, introdotto da un pezzo critico di Cristina
Acidini, soprintendente del Polo Museale fiorentino e curata dall'architetto Claudio Rossi
di Lugano.
Le ventotto opere che l'artista ha scelto per questa mostra saranno collocate nelle vetrine
esterne della banca, nella hall e nelle sale di rappresentanza ai piani superiori della banca,
da tempo diventata un vero percorso espositivo per grandi eventi artistici.
Polacci ha sempre avuto un amore smisurato per la pittura, iniziando a dipingere dalla
metà degli anni Cinquanta. Un percorso iniziale che non si fonda su un vero e proprio
linguaggio personale, ma trae linfa dai vari pittori e stili pittorici che di volta in volta lo
attraggono e incuriosiscono. Espone in quegli anni in alcune collettive che destano
l'interesse di pubblico e critica tanto che, nel 1960, il gallerista Enzo Pagani, direttore della
Galleria del Grattacielo di via Brera a Milano, gli consiglia di prendere una decisione “o fai
il pittore e vieni con me a Milano a lavorare, o fai il pediatra e lasci stare i pennelli”.
L'artista versiliese non risponde a questo allettante richiamo e decide di conciliare la
passione per la pittura con la professione medica.
Ma è nel 1995 che, raggiunta la pensione, si risveglia prepotente il vecchio amore al quale,
finalmente, può dedicarsi a tempo pieno. “Una lucida vena di cultura – come ricorda nel
testo introduttivo Cristina Acidini – ha attraversato fin dalle prove più lontane la pittura di
Polacci, elevando a una dimensione d’intesa introversa e silente il dialogo tra lo sguardo del pittore
e le cose intorno. Che sono poi le cose della sua Versilia, a cominciare dai blocchi di marmo apuano
in riva al mare, forme geometriche di approssimativa purezza posate sulla rena, in dialettica con le
linee dell’orizzonte e della battigia”.
Una Versilia, quella dipinta da Marcello Polacci, idealizzata in simboli senza tempo: “Ho
cercato di far vedere la mia Versilia in chiave moderna, simbolica, sognata – afferma – in una mia
visione interna che è quella che guida la mia ultima pittura, perché ho sempre sentito lo stimolo che
mi davano i temi offerti dai paesaggi della terra dove sono nato”. Nel suo studio di Forte dei
Marmi porta avanti queste ricerche di nuovi rapporti fra le cose, accosta i simboli della sua
terra: il pino, il mare, la cabina, le Apuane, la linea dell’orizzonte, i blocchi di marmo inuna visione che è al di fuori del senso comune delle cose ”Sono immagini nuove di vecchie
cose”.
Marcello Polacci “Versilia sognata”
27 marzo – 28 giugno
Ubs – sede centrale
via Pretorio 14, Lugano
a cura di Claudio Rossi
Eventi d'arte, Muzzano, Svizzera
progetto del catalogo
Rossidesign, Camignolo, Svizzera, Glen Rossi, Ugo Rossi





domenica 24 marzo 2013

Raffaele Canoro - La Via della Croce


Nola (NA) - dal 24 marzo al 2 aprile 2013
Raffaele Canoro - La Via della Croce

SEDI VARIE
- (80035)


Sarà inaugurata domenica 24 marzo 2013, alle ore 20.00, La Via della Croce la mostra di Raffaele Canoro allestita nella Cattedrale di Santa Maria Assunta nel Duomo di Nola.

biglietti: free admittance
vernissage: 24 marzo 2013. ore 20.00
curatori: Pasquale Lettieri
autori: Raffaele Canoro
note: Sede: Cattedrale di Santa Maria Assunta, Nola
genere: arte contemporanea, personale




comunicato stampa 
Sarà inaugurata domenica 24 marzo 2013, alle ore 20.00, La Via della Croce la mostra di Raffaele Canoro allestita nella Cattedrale di Santa Maria Assunta nel Duomo di Nola.

L'iniziativa accolta con entusiasmo dall’Arcivescovo di Nola monsignor Beniamino De Palma, è a cura di Pasquale Lettieri. Partner dell'evento è lo Spazio Nea di Napoli, galleria di riferimento di Canoro dove in autunno l'artista presenterà la sua prossima mostra, che rientra nel progetto espositivo ed editoriale Pelle & Pellicola.

L’idea di esporre le quattordici stazioni della Via Crucis realizzate dal maestro Canoro nasce dall'esigenza della Chiesa di recuperare un certo rapporto con gli artisti contemporanei individuando personalità che possano rappresentare il tema sacro attraverso stili e tecniche sapienti e al contempo adottando linguaggi all’avanguardia.
“Ci lasciamo prendere da queste immagini, una dopo l’altra non solo per ricostruire una storia, ma per decidere nella storia da che parte stare- spiega Don Lino D’Onofrio, Vicario Generale del Vescovo- Ci incamminiamo per avvertire la fatica dello stare sulla strada, non da spettatore ma da protagonista, ci incamminiamo perché ogni cammino è esodo che chiede di lasciarsi dietro qualcosa per intraprendere una nuova esperienza, per non rimanere chiusi dietro al ritmo di passi che si susseguono, ma a quei passi dare la possibilità di diventare strada, itinerario, per avere una meta”.

“L’idea è quella di stimolare gli artisti a cimentarsi con soggetti spirituali e simbolici”, precisa Pasquale Lettieri, “lontano da quanti hanno preso la chiesa come loro bersaglio, tipo Renée Cox, Brigitte Niedermair, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Martin Kippenburger. È questa la riflessione che ha portato la Curia Arcivescovile di Nola retta da monsignor Beniamino De Palma ad accogliere all’interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta nel Duomo di Nola la mostra La Via della Croce del maestro napoletano Raffaele Canoro. Il suo sguardo si veste di indagine scientifica rimanendo sul corpo integro di Cristo. Un lungo itinerario verso la rinascita: il mondo dell’iconografia, della speranza, della poesia e della sofferenza”.

Con La Via della Croce, Raffaele Canoro affronta il tema sacro senza astrattismi, ma con grande sapienza tecnica e libera risoluzione. Partire da questo livello chiedendo di intervenire ad artisti come Canoro che non sono affatto conformisti o semplici provocatori, sembra proprio il passo giusto, che può portare a sancire una fine definitiva delle difficoltà, oppure ad aprire un importante capitolo della creatività del nostro tempo, senza limiti e senza confini. “L’idea ferace di Raffaele Canoro – sottolinea Roberta Pirozzi, attenta studiosa dell’artista - è l’osservazione del mondo. Un lungo pellegrinaggio verso un luogo sacro: il mondo del silenzio, quello della meditazione, della pratica del dipingere”.








sabato 23 marzo 2013

Christina Thwaites - Looking back


Roma - dal 22 marzo al 13 aprile 2013
Christina Thwaites - Looking back

RVB ARTS
Via Delle Zoccolette 28 (00186)
+39 3351633518
info@rvbarts.com
www.rvbarts.com


Mostra personale di Christina Thwaites
orario: orario negozio; domenica e lunedì chiuso
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 22 marzo 2013. dalle 18.00 alle 22.00
autori: Christina Thwaites
genere: arte contemporanea, personale



comunicato stampa 
ACCESSIBLE ART

RvB Arts con la sua politica di ‘Accessible Art’ inaugura a Roma
in via delle Zoccolette e in via Giulia

la mostra personale di
CHRISTINA THWAITES

Looking Back
Opere Scelte 2011-2013

Curatrice e organizzazione: Michele von Büren

Vernissage e cocktail: venerdì 22 e sabato 23 marzo 2013
dalle 18.00 alle 22.00

La mostra resterà aperta fino a sabato 13 aprile
orario negozio; domenica e lunedì chiuso

La mostra è dedicata alle opere recenti di Christina Thwaites, un'artista inglese emergente che ha vissuto per diversi anni a Roma prima di trasferirsi in Australia.

Le opere della Thwaites traggono spesso ispirazione da fotografie provenienti dai suoi vecchi album di famiglia, e da qui il titolo della mostra, Looking Back (Guardando Indietro). Vivaci e stravaganti, questi quadri si caratterizzano per una forte vena satirica che è allo stesso tempo umoristica e toccante.

I suoi lavori più recenti sono stati esposti in Palestina e in due mostre collettive a Roma nelle prestigiose sedi di Palazzo delle Esposizioni e del MACRO.


RvB Arts è una nuova galleria romana che promuove l’Accessible Art. Scova talenti emergenti e organizza mostre ed eventi con lo scopo di far conoscere l’arte contemporanea in maniera divertente ed informale, rendendola anche ‘abbordabile’ da un punto di vista economico.
Antiquariato Valligiano è una nota galleria romana che dal 1982, nella rinomata via Giulia, propone antiquariato italiano delle regioni alpine e non solo, tra cui mobili di ogni tipo e oggetti allegri e raffinati.

Per ulteriori informazioni e appuntamenti:
Informazioni: Tel. 06.6869505
Curatrice e organizzazione: Michele von Büren di RvB Arts, Via delle Zoccolette 28
Cell. 335.1633518
www.rvbarts.com - info@rvbarts.com

Antiquariato Valligiano: via Giulia 193, tel. e fax: 06.6869505

Ufficio stampa:
Caterina Falomo: cell. 346.8513723; email: caterina@pennarossapresslab.it







Paolo Scheggi


Prato - dal 23 marzo al 30 giugno 2013
Paolo Scheggi

CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Viale Della Repubblica 277 (59100)
+39 05745317 , +39 0574531901 (fax)
info@centroartepecci.prato.it
www.centroartepecci.prato.it


Il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato dedica a Paolo Scheggi (Settignano, Firenze 1940 - Roma 1971) un articolato percorso espositivo incentrato sulla presentazione dell'Intercamera plastica, ambiente monocromatico praticabile che entra per l'occasione nella collezione del Museo d'arte contemporanea della Toscana, grazie alla disponibilità e generosità di Franca e Cosima Scheggi. Parte dell'esposizione ripercorrerà la collaborazione di Paolo Scheggi con la "sarta intellettuale" di origine fiorentina Germana Marucelli, presentando alcune sue creazioni del 1961 e 1962, abiti dipinti da Scheggi oggi conservati a Milano.
Allo sguardo parallelo, al talento fotografico di Ada Ardessi sarà dedicata l'esposizione allestita nella lounge del Centro Pecci,intitolata Zone riflesse. La vita e le opere di Paolo Scheggi nella fotografia di Ada Ardessi.
orario: tutti i giorni ore 10-19, chiuso martedì e 1° maggio. Dal 5 giugno: tutti i giorni ore 16-23, chiuso il martedì
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 23 marzo 2013. h 17
autori: Paolo Scheggi
genere: arte contemporanea, personale








Mario Paschetta - Terre senza tempo


Pavia - dal 22 marzo al 7 aprile 2013
Mario Paschetta - Terre senza tempo

SPAZIO BROLETTO
Piazza Cavagneria 10 (27100)
+39 0382399611 , +39 3480533037
www.comune.pv.it


Lo Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia presenta, dal 22 marzo al
7 aprile, la mostra "Terre senza tempo" di Mario Paschetta (Milano, 1949), la cui ricerca ha
ottenuto negli ultimi anni un significativo riscontro da parte del pubblico e della critica e si
è affermata grazie ad importanti collaborazioni con istituzioni e musei, in Italia e all'estero.
orario: da martedì a venerdì 16 - 19; sabato e domenica 10.30 - 12.30 e 16 - 19.
(possono variare, verificare sempre via telefono)

vernissage: 22 marzo 2013. h 18.30
autori: Mario Paschetta
genere: arte contemporanea, personale
web: www.paschettamario.com


comunicato stampa 
Lo Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia presenta, dal 22 marzo al
7 aprile, la mostra "Terre senza tempo" di Mario Paschetta (Milano, 1949), la cui ricerca ha
ottenuto negli ultimi anni un significativo riscontro da parte del pubblico e della critica e si
è affermata grazie ad importanti collaborazioni con istituzioni e musei, in Italia e all'estero.

L'interesse per il territorio dimostrato dall'artista e
in contatto con la città di Pavia per farne una delle
base del progetto pensato per gli spazi del Broletto,
di accostarsi ad una produzione pittorica in grado
figurazione.

I dipinti di Mario Paschetta delineano infatti territori privi di confini (geografici e
immaginari) immersi in una dimensione temporale sospesa. La suggestione emotiva
veicolata dal colore e la concretezza della materia che addensa le superfici, così ricche di
riferimenti all’uomo eppure segnate dalla sua assenza, fanno da filo conduttore all’interno
di un orizzonte di ricerca che rimanda tanto al naturalismo lombardo che guarda a
Morlotti, quanto all’informale europeo di Alberto Burri e Antoni Tàpies.

Nei grandi paesaggi naturali solcati da accensioni luminose e scanditi da evoluzioni
geologiche si riscontra un originale utilizzo di elementi residuali della vita dell’uomo -
tessuti, juta, tele di jeans - recuperati nella loro suggestiva fisicità. La materia proveniente
dal quotidiano diventa così supporto per il colore e al tempo stesso elemento pittorico,
determinando il valore espressivo ed estetico dell’opera.

Celebrazione della luce ed esaltazione del colore si riflettono anche nel ciclo di opere
d’arte sacra ispirate al primo libro della Genesi, che restituisce in maniera mirabile
l'atteggiamento di stupore di fronte al momento della creazione. L’attenzione per la luce
e per il segno che percorre la materia trova infine il suo vertice espressivo nei dipinti
monocromi, dove i riferimenti alla natura concreta si fanno ancora più rarefatti ed emerge

la sollecitudine con cui è entrato
sue "terre senza tempo" sono alla
che offre al visitatore la possibilità
di unificare linguaggio astratto e

maggiormente la ricerca esistenziale e concettuale dell’artista.

Mario Paschetta. Biografia

Mario Paschetta nasce a Milano nel 1949 e inizia a dipingere all’età di 14 anni:
la sua è una pittura tradizionale, seppure già compare una corposità materica.
La frequentazione degli ambienti culturali milanesi, tra i quali il Bar Jamaica a
Brera, lo porta ad entrare in contatto con i numerosi artisti che lo frequentano.
Nel 1992 inizia uno studio approfondito sulla materia e le sue opere suscitano
da subito vivo interesse sia per la tecnica che per la costruzione pittorica.
Trento Longaretti, indiscusso maestro della pittura del Novecento, ne
riconosce l’originalità e la capacità, attraverso un linguaggio personale, di
descrivere un mondo poetico. Nel 2001, in occasione di un’importante mostra
personale al Museo Nazionale di Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (Mn),
Maurizio Sciaccaluga evidenzia nell’arte di Paschetta la capacità di indurre
nell’osservatore il desiderio di toccare materialmente le opere, poiché il suo è
un “paesaggio non raccontato ma ricreato” e il suo linguaggio si traduce in una
necessità di contatto come in “una sorta di pittura braille”.
Le opere di Mario Paschetta sono presenti in diverse collezioni pubbliche e
private; molte sono le sue partecipazioni alle principali rassegne d’arte italiane
ed europee e le mostre personali ordinate negli ultimi anni in prestigiosi
contesti istituzionali.

Per maggiori informazioni www.paschettamario.com






Paolo De Cuarto - Tracce

 Paolo De Cuarto, Vespa 1959, 2010, cm 100 x 140

Matera - dal 23 marzo al 29 aprile 2013
Paolo De Cuarto - Tracce

COMPLESSO DI SANTA LUCIA E AGATA
Porta Pistola (75100)
Sasso Caveoso


Frammenti di vecchie rèclame, che hanno fatto la storia della pubblicità, dall’Olivetti alla Pepsi per arrivare al mito della Vespa, sono i protagonisti della mostra. L’artista riporta su tela piccoli brandelli di pubblicità degli anni ’50 e ’60, epoca in cui grandi marchi, rimasti confinati per decenni a una dimensione provinciale, si affermano e s’impongono sullo scenario mondiale. Il marchio diviene immediatamente riconoscibile, idea e oggetto si sovrappongono fino a diventare una cosa unica. Ecco perché, a distanza di anni, nelle opere di De Cuarto è sufficiente riproporre solamente il carattere del logo o una sfumatura di colore per riconoscere all'istante il marchio raffigurato. L’artista, nei suoi lavori, si sofferma sulle tracce che il tempo ha depositato su quei marchi, che possono anche assumere le sembianze di slogan, e che continuano a far risuonare nelle menti del pubblico analogie e rimandi. Egli decontestualizza l’immagine dal contesto originale per trasformarla in un’opera d’arte grazie a un linguaggio creativo e semplice, operando per sottrazione, togliendo, sgrossando e lasciando vivere solo i tratti essenziali.
orario: Tutti i giorni 10.00 – 13.00; 17.00 - 20.30
Chiuso festivi e il lunedì
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 23 marzo 2013. ore 18.00
catalogo: Prefazione al catalogo di Achille Bonito Oliva
ufficio stampaSPAINI & PARTNERS
curatori: Achille Bonito OlivaUmberto Scrocca
autori: Paolo de Cuarto
patrocini: Comune di Matera
genere: arte contemporanea, personale




comunicato stampa 
Dal 23 marzo al 29 aprile 2013, presso il complesso di Santa Lucia e Agata a Matera, si terrà la mostra “Tracce” di Paolo De Cuarto, a cura di EAC di Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca.

Frammenti di vecchie rèclame, che hanno fatto la storia della pubblicità, dall’Olivetti alla Pepsi per arrivare al mito della Vespa, sono i protagonisti della mostra. L’artista riporta su tela piccoli brandelli di pubblicità degli anni ’50 e ’60, epoca in cui grandi marchi, rimasti confinati per decenni a una dimensione provinciale, si affermano e s’impongono sullo scenario mondiale. Il marchio diviene immediatamente riconoscibile, idea e oggetto si sovrappongono fino a diventare una cosa unica. Ecco perché, a distanza di anni, nelle opere di De Cuarto è sufficiente riproporre solamente il carattere del logo o una sfumatura di colore per riconoscere all'istante il marchio raffigurato. L’artista, nei suoi lavori, si sofferma sulle tracce che il tempo ha depositato su quei marchi, che possono anche assumere le sembianze di slogan, e che continuano a far risuonare nelle menti del pubblico analogie e rimandi. Egli decontestualizza l’immagine dal contesto originale per trasformarla in un’opera d’arte grazie a un linguaggio creativo e semplice, operando per sottrazione, togliendo, sgrossando e lasciando vivere solo i tratti essenziali.

Note biografiche

Paolo De Cuarto (all’anagrafe Paolo Scozzafava) nasce a Catanzaro nel 1972, è il quarto di cinque figli maschi (da qui lo pseudonimo De Cuarto). La prima tappa della sua formazione ha luogo in Calabria, dove inizia la sua ricerca sull’utilizzo della materia e della plasticità dell’immagine. Nel 1994 De Cuarto si trasferisce a Milano, dove frequenta gli ambienti artistici dell’Accademia di Brera e dello storico Bar Jamaica, e dove inizia ad affinare la sua passione per tutte le forme artistiche espressive che lo portano a trasferirsi, per motivi di ricerca e studio, per tre anni in Spagna. Ritornato, più maturo e consapevole, a Milano, inizia a collaborare come assistente artistico nello studio del Maestro Mimmo Rotella. Da questa esperienza nasce un grande sodalizio intellettuale con il Maestro e la sua “vera formazione artistica”, come ama ricordare. La collaborazione tra i due finisce alla fine del 2002 quando Paolo inizia a percorrere autonomamente la sua strada nel mondo dell’arte. Le sue opere sono conservate all’interno d’importanti collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.





Enrico Bulciolu - Racconti dal colore


Livorno - dal 23 al 29 marzo 2013
Enrico Bulciolu - Racconti dal colore

IL MELOGRANO
Via Giovanni Marradi 62/68 (57126)
info@ilmelograno.eu
www.ilmelograno.eu


Enrico Bulciolu, mostra personale alla galleria d'arte Il Melograno a Livorno. L'artista presenta le sue ultime realizzazioni, i suoi " Racconti dal colore".
orario: Ore 10.00/13.00 e 16.00/20.00. Chiusi nelle mattine della domenica e del lunedì.
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 23 marzo 2013. ore 18.00
autori: Enrico Bulciolu
genere: arte contemporanea, personale


comunicato stampa 
Enrico Bulciolu vive e lavora a Livorno. Architetto molto attento al rispetto per il passato come base sulla quale porre le radici di una vera innovazione, traduce nella pittura gli aspetti più affascinanti della sua professione. Ci propone scorci della sua città, interni, paesaggi, attraverso una lettura assai personale. Gli angoli si arrotondano, le linee si piegano, la scena si muove e ci avvolge, portandoci al centro del palcoscenico. Le proporzioni si adattano al nuovo ordine, all’assetto che gli elementi reciprocamente assumono, guidati da un regista che assegna le parti secondo un copione rielaborato e rivisto, e nel quale, ubbidendo al colore, comparsa e primo attore possono scambiarsi i ruoli.




STEFANO ABBIATI - IL TERZO

Stefano Abbiati 'Il cane dei pompieri' 2013 - tecnica mista su tavola di cm 70x70 (courtesy Romberg)

Latina - dal 23 marzo al 12 maggio 2013
STEFANO ABBIATI - IL TERZO

ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA
Viale Le Corbusier (04100)
+39 0773604788 , +39 0773690053
artecontemporanea@romberg.it
www.romberg.it


Il terzo è l'elemento invisibile. L'elemento emotivo che ci lasciamo alle spalle dopo una partenza e ritroviamo all'arrivo quando ci immergiamo senza inganni nel "viaggio".
orario: da martedì a sabato ore 16-20
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 23 marzo 2013. ore 19
curatori: Italo Bergantini
autori: Stefano Abbiati
genere: arte contemporanea, personale

comunicato stampa 
Il terzo è l'elemento invisibile. L'elemento emotivo che ci lasciamo alle spalle dopo una partenza e ritroviamo all'arrivo quando ci immergiamo senza inganni nel "viaggio".
In questo nuovo progetto Stefano Abbiati attraverso la sua raffinata ricerca pittorica ci mostra le mappe che ha tracciato durante questo percorso.
Attraverso la pittura, sulle curve delle setole che trascinano materia sulla tavola, ad ogni suo gesto e ad ogni nostro sguardo si ricompone un panorama emotivo che ci ricongiunge al prima e al dopo nel "terzo" presente.
La mostra si articola nei due spazi espositivi della Romberg in una sequenza di 30 lavori, alcuni solo apparentemente grigi altri costruiti su pochi essenziali colori, vibrano di riflessi accesi e si sciolgono in trasparenze languide in una sorta di mantra visivo si ripetono nel percorso espositivo e nell'occhio, fino ad accendere un caleidoscopio emotivo in cui il "terzo" promesso prenderà sostanza e si svelerà nella sua apparente inafferrabilità.
Raramente oggi la pittura si muove su terreni così incerti, Abbiati recupera il coraggio del saper fare e ci mostra, grazie a una sapiente stratificazione materica, lo stato della pittura.
A una prima stesura figurativa su tavola sovrappone a distanza un elemento traslucido in plexiglas abraso, dipinto e inciso con astrazioni monocromatiche che ridisegna l'architettura dell'opera dando corpo a dei parallelepipedi che impongono la loro presenza nello spazio fisico oltre che in quello visivo.
Con questo procedimento Abbiati innesca un'oscillazione che ci costringe a rielaborare continuamente il piano di messa a fuoco concettuale dell'opera, fino all'inevitabile deflagrazione del "TERZO".
Questa duplice operazione colloca il lavoro di Abbiati al limite dell'arte concettuale e restituisce alla pittura i mezzi per decodificare il contemporaneo.
Il terzo ricorda il mito della caverna, rielabora l'ombra della pittura e ci parla con una schiettezza concettuale rara.






venerdì 22 marzo 2013

Riccardo Licata - Percorsi del segno (Opere scelte 1953-2010)

Riccardo Licata, Senza titolo, 2010. Olio su tela, 60x80 cm.


Firenze - dal 23 marzo al 30 aprile 2013
Riccardo Licata - Percorsi del segno (Opere scelte 1953-2010)

SIMBOLI ART GALLERY
Via Di San Giuseppe 6r (50122)
simboliart@libero.it



In mostra una selezione di circa 40 dipinti (olii su tela e tecniche miste su carta applicate a tela), dalla prima metà degli anni Cinquanta fino alla prima decade degli anni Duemila.
orario: lunedì 16.30-20 e da martedì a domenica 10-13 e 15-20
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 23 marzo 2013. ore 17.30
catalogo: in galleria.
curatori: Emanuele GrecoGabriele Greco
autori: Riccardo Licata
genere: arte contemporanea, personale





comunicato stampa 
Il 23 marzo prossimo alla Simboli Art Gallery di Firenze si inaugura la mostra personale del maestro Riccardo Licata (Torino 1929), dal titolo Percorsi del segno (Opere scelte 1953-2010).

L'esposizione comprende una selezione di circa 40 dipinti (olii su tela e tecniche miste su carta applicate a tela), di vari formati, dalla prima metà degli anni Cinquanta fino ai più recenti della prima decade degli anni Duemila, alcuni dei quali esposti per la prima volta al pubblico in questa occasione.

La mostra ripercorre le tappe fondamentali degli ultimi sessant'anni della lunga e fervida attività artistica di Licata, divisa tra i soggiorni a Venezia e a Parigi, le due città in cui vive e lavora. Tratto distintivo del suo linguaggio artistico è una sorta di alfabeto composto da simboli misteriosi e da tratti grafici che l'artista stesso definisce come "lettere immaginarie". Si tratta, infatti, di una scrittura grafico-pittorica, ispirata in qualche modo all'armonia del linguaggio musicale, che serve all'artista per trasferire sulla superficie ciò che egli sente, avverte, percepisce in quel momento determinato. È, quindi, una scrittura dell'esistenza dell'artista, dove ogni segno tracciato è puro significante.

Tra le opere più rappresentative che si potranno ammirare in esposizione – di formato vario, e tutte accomunate dalla mancanza di titolo –, si segnalano, tra quelle storiche: una tecnica mista su carta del 1953, connotata da un grafismo segnico deciso; una delicata tecnica mista su carta applicata a tela del 1963; una tecnica mista su carta del 1966, caratterizzata dalla presenza di segni dai contorni sfaldati e liquidi. Degli anni Settanta si ricordano almeno due tecniche miste su carta del 1972, caratterizzati da una scrittura segnica elegante e sobria. La tecnica mista su carta del 1980, invece, è formata da ben cinque livelli orizzontali di scritture immaginarie. Del 1999 una bellissima tecnica mista su carta, caratterizzata dalla presenza di eleganti e slanciati segni che sembrano quasi alludere a presenze arboree.
Per quanto riguarda gli olii su tela, si troveranno in mostra alcuni significativi esempi, anche di grande formato, per la maggior parte appartenenti alla sua ultima stagione artistica, compresa tra gli anni Novanta e la prima decade degli anni Duemila, tra cui se ne ricordano almeno tre di grandi dimensioni: uno del 2004, dai colori accesi e decisi; un altro del 2007, composto da varie tonalità di blu contaminate anche da segni incisi; ed infine l'ultimo, del 2010, tutto giocato sulle delicate tonalità del color sabbia.

Riccardo Licata nasce a Torino il 20 dicembre del 1929. Dopo una breve parentesi parigina, la sua famiglia si trasferisce a Roma, città in cui vive dal 1935 al 1945. Nel 1946 si trasferisce a Venezia, dove l'anno successivo si iscrive al Liceo Artistico. In quegli anni studia la cultura della Bauhaus e inizia a cimentarsi con il mosaico. Conosce gli artisti Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Alberto Viani, Giulio Turcato e Renato Birolli. Nel 1949 con altri giovani costituisce un gruppo astrattista, denominato Giovani Pittori Astratti, con cui inizia ad esporre a Venezia e a Firenze. Nel 1950 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia e l'anno seguente tiene nella stessa città la sua prima personale. Partecipa con un grande mosaico alla Biennale di Venezia del 1952 e, l’anno successivo, alla Triennale di Milano.
Nel 1957 ottiene una borsa di studio dal governo francese per sperimentare l'incisione a colori e le nuove tecniche. Nello stesso anno è chiamato da Gino Severini come assistente alla cattedra di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris. Nel 1961 è nominato professore di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris, dove ha insegnato fino al 1995. Inizia a vivere tra Parigi, frequentandovi gli studi di vari artisti, e Venezia dove mantiene il proprio. Gli incarichi prestigiosi si susseguono, così nel 1969 è nominato professore di Arti plastiche alla U.E.R. della Sorbonne, quindi professore di incisione all'Academie Goetz di Parigi e, dal 1972 ricopre il medesimo titolo alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e all'Ecole Americaine d'Architecture de Fontainebleau. Nel 1963 vince il premio Michetti. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1964, 1970 e 1972, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Parigi, di San Paolo, di Tokyo, di Lubiana e di Alessandria d'Egitto.
In questo periodo sviluppa e definisce quello che diventerà in seguito il suo peculiare linguaggio artistico: una sorta di alfabeto composto da simboli e tratti grafici, che caratterizzeranno gran parte della sua produzione artistica, ovvero gli olii su tela, le tecniche miste, e le serigrafie a tiratura limitata. Si tratta di una sorta di scrittura grafico-pittorica, che trae ispirazione dal linguaggio musicale, composta da particolari segni che Licata stesso definisce "lettere immaginarie".
Suoi grandi mosaici sono installati in spazi pubblici a Genova (Palazzo dei lavori pubblici), a Bourgoin-Jallieu, a Sault-lès-Tethel, a Lille (Università), a Perpignan, a Monza (largo di via Italia), e a Reggio Emilia (Camera del Lavoro).
Si è occupato anche di scenografie teatrali (Medea di Euripide, nel 1978 al Teatro Comunale di Treviso) e di balletto (Ichspaltung di Giuseppe Marotta nel 1980 al Teatro Goldoni di Venezia).
Sue opere si trovano presso musei d'arte contemporanea di varie città del mondo, tra cui: Belluno, Chicago, Firenze, Milano, Mosca, Mulhouse, New York, Parigi, Pescara, Reggio Emilia, Stoccarda, Torino, Varsavia, Venezia, Vienna. È presente nella collezione permanente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e nella collezione itinerante dell'Istituto Nazionale d'Arte Contemporanea. Nel corso della sua lunga attività artistica, Licata ha tenuto moltissime esposizioni nelle più importanti gallerie italiane ed internazionali.
Tra le varie mostre più recenti si segnalano: nel 2007 Riccardo Licata. Diari di viaggio-Cahiers de voyage alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano; nel 2008 Riccardo Licata, Mare nostrum al Museo d'Arte Moderna di Mosca. Nel 2009, per gli ottant'anni del maestro, si è tenuta a Roma, presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Riccardo Licata e le stagioni dello Spazialismo a Venezia, una mostra che ha messo a confronto il percorso del pittore negli anni '50 e '60 con quello degli altri artisti veneziani suoi contemporanei che aderirono in quegli anni alla corrente spazialista.
Sempre nel 2009 nel Palazzo Ducale di Venezia è stata ospitata la mostra Riccardo Licata. Mosaici e vetri. Nello stesso anno la città di Venezia ha ospitato presso la ex Chiesa di Santa Marta, Porto D'Arti, evento collaterale alla 53esima Biennale d'arte, in cui le opere di Licata sono state esposte insieme a quelle di altri sette artisti italiani di fama internazionale.





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