I suoi dipinti sembrano spingersi oltre i confini e la dimensione dell'umano sentire e percepire e diventano finissima introspezione psicologica, percorso nell'inconscio, itinerario che supera il puro visibile e penetra in profondità, dentro la coscienza, là dove si formano incubi e pensieri.
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genere: arte contemporanea, personale
comunicato stampa
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Alla galleria d’Arte Contemporanea “Studio C” di via G. Campesio, 39 si inaugura oggi, alle ore 18, la mostra personale di Cesare Borsacchi dal titolo “Nei territori sospesi dell’immaginazione e dell’inconscio”. Nato a Pisa, dove anche attualmente vive e lavora, Cesare Borsacchi sino al 1962 ha vissuto nelle Tenuta Presidenziale di San Rossore, oasi naturalistica dove il padre Luigi lavorava come guardiacaccia. Nel 1965, spinto dalla sua innata curiosità e desideroso di approfondire la conoscenza di nuove culture, inizia a viaggiare per il mondo registrando impressioni, stringendo amicizie, frequentando artisti e personalità di rilevanza internazionale. Il suo, però, non è affatto un viaggiare turistico dove tutto è predisposto e programmato. Borsacchi, al contrario, si mescola alla gente, veste come loro, siede alla loro tavola, ne condivide rischi ed esperienze (R.Margonari),insomma partecipa alla vita e alle scelte dei personaggi che incontra e lega la sua vita alla loro. Il senso del viaggio, pertanto, si veste di simboli e significati, diventa percorso e conoscenza di se stessi, viaggio interiore, nel profondo dell’anima e della coscienza. Nasce dunque da questi presupposti la sua espressione artistica, fortemente legata all’uomo e alle sue problematiche. Pittura di derivazione surreale, magica e visionaria, capace di entrare, con grande efficacia e lirica interpretazione all’interno dell’animo umano per indagarne percorsi e traiettorie, per interpretare drammi e accadimenti, per decifrare, se possibile, l’incredibile mistero della vita e dell’esistenza. In questo vortice espressivo sogno e realtà convivono in assurde e imprevedibili combinazioni, i racconti si infittiscono di significati e situazioni, si fanno viaggio nel tempo, scavano nella memoria e nel ricordo, recuperano emozioni e stati d'animo. Espressione intensa e sentita, vissuta sulla propria pelle e verificata giorno per giorno. Perchè l'arte non è soltanto ispirazione del momento, ma è soprattutto vita, condizione esistenziale, aria pura e vitale da respirare in ogni istante. Allora anche esperienze drammatiche come la perdita di coscienza dovuta ad un grave incidente, possono trasformarsi in preziose informazioni da raccontare affinchè nulla delle umane vicissitudini vada perduto ma possa invece servire all'arricchimento interiore di chi è attento e disposto ad apprendere. Ecco perchè, molto spesso, i suoi dipinti sembrano spingersi oltre i confini e la dimensione dell'umano sentire e percepire e diventano finissima introspezione psicologica, percorso nell'inconscio, itinerario che supera il puro visibile e penetra in profondità, dentro la coscienza, là dove si formano incubi e pensieri. Un modo di sentire e di produrre, quello di Borsacchi, che procede per tematiche o “cicli” e a cui corrispondono anche forme espressive diverse che vanno dal figurativo a raffinate dissoluzioni cromatiche, da scansioni spaziali di taglio quasi geometrico a veri e propri disfacimenti della materia con interventi cromatici e gestuali di chiaro gusto informale. Tutto, però, è sempre immerso in un'atmosfera rarefatta e sospesa, in una dimensione magica e visionaria. La rassegna, che sarà introdotta dal critico d'arte Luciano Carini, terminerà il 21 marzo.
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