venerdì 8 marzo 2013

Bruia - La prima pietra


Napoli - dall'otto al 15 marzo 2013
Bruia - La prima pietra

PAN - PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI - PALAZZO ROCCELLA
Via Dei Mille 60 (80121)
+39 0817958605 , +39 0817958608 (fax)
info@palazzoartinapoli.net
www.palazzoartinapoli.net


Bruia, è il nome d’arte di Brunella D’Auria, che dall’8 al 15 marzo esporrà al PAN- Palazzo delle Arti Napoli-, una personale, intitolata “La prima pietra”, ispirata alla figura della donna, sul modello di Maria Maddalena sopraffatta e umiliata da un mondo al maschile, eppure simbolo di forza, che seppur colpita e ferita, prenderà coscienza di se stessa, e avrà il coraggio di reagire e scagliare le pietre a chi le getta fango solo per il piacere di distruggere o semplicemente per sottomettere

vernissage: 8 marzo 2013. h 18.30
autori: Bruia
note: Anteprima Stampa ore 12 (ore 12,30 performance di Mariagiulia Fiorino)
genere: arte contemporanea, personale
email: annalisa.tirrito@tin.it

comunicato stampa 
Al Pan “La prima pietra” di Bruia commemora il femminile oltraggiato

Dall’8 al 15 marzo 2013 - PAN, Palazzo delle Arti Napoli, Via Dei Mille 60

8 marzo: Anteprima Stampa ore 12 (ore 12,30 performance di Mariagiulia Fiorino);

Inaugurazione al pubblico ore 18,30

Bruia, è il nome d’arte di Brunella D’Auria, che dall’8 al 15 marzo esporrà al PAN- Palazzo delle
Arti Napoli-, una personale, intitolata “La prima pietra”, ispirata alla figura della donna, sul
modello di Maria Maddalena sopraffatta e umiliata da un mondo al maschile, eppure simbolo di
forza, che seppur colpita e ferita, prenderà coscienza di se stessa, e avrà il coraggio di reagire e
scagliare le pietre a chi le getta fango solo per il piacere di distruggere o semplicemente per
sottomettere. A tal proposito, la data dell’inaugurazione non è un caso, piuttosto la volontà di
commemorare l'8 Marzo non come una festa, ma in ricordo di una triste giornata, quando nel 1908
un gruppo di operaie di una industria tessile di New York, scioperò come forma di protesta, contro
le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare, e molte di loro rimasero ferite mortalmene a
causa di un incendio, dopo essere state chiuse, all’interno della fabbrica. Ecco perchè Bruia,
attraverso le sue opere in mostra, intende far riflettere sulla condizione della donna, ancora oggi
inflitta da abusi e ingiustizie sociali. La lapidazione o l’infibulazione o altre barbarie oltraggiano da
secoli i diritti delle donne, tema rappresentato dall’artista in pittura e in scultura per dar voce, “per
far girare il capo” a chi non vuol vedere e sentire. “Con le mie opere- spiega Bruia- intendo
rappresentare la vigliaccheria e la codardia di chi prende il sopravvento sui più deboli con la forza e
la violenza incurante, che si tratti di un suo simile, di un essere umano con gli stessi diritti,
aspirazioni, desideri. Tutto ciò mi è possibile grazie all’arte, che impossesandosi dei simboli mitici
autenticizzati dalla stessa religione, ne da poi una rappresentazione ideale, trasformando una
prostituta sacra nel simbolo di riscatto e dell’affrancamento dai tabù, dalle angherie e dal potere.”
Le tele di Bruia, sono realizzate con diversi materiali come olio, acrilici, gessi, refrattaria, cere,
piombo, attraversate da alcune scritte in ebraico. Le sculture raffigurano le “4 stagioni” delle donne,
mentre la quinta “Burqa” parla da sola. ”Fatima la figlia di Maometto”, ”Maddalena”, ”Il peccato
originale”, ”Broken”, ”Schoner Wind”, ”Touch the drop” sono alcuni significativi titoli di opere,
che fanno riflettere sulla condizione della donna. Attraverso il corpo, la natura, la politica, il potere,
l’artista, descrive percorsi di vita cognitivi ed affettivi che si concretizzano nelle opere mostrando
così all’osservatore diverse maniere di essere donna all’esordio del nuovo millennio. “Tutto è nato
dallo sguardo di una donna condannata alla lapidazione – continua Bruia- I suoi occhi mi hanno
ricordato la forza rassegnata di una tigre in gabbia piena di rabbia, di forza, di rancore. Da quel
giorno ho cominciato la mia ricerca convinta che non si possono chiudere gli occhi di fronte a
queste realtà drammatiche che ancora riempiono le pagine di cronaca. Dipingendo, spero in un
riscatto silenzioso”. Nelle drammatiche immagini di Bruia, che ha esposto in numerose gallerie e
spazi istituzionali, si intravede attraverso Maria Maddalena, la sofferenza di tutte le donne obbligate
da un violento potere esterno e private della loro identità e femminilità. L’artista , ricorda il
silenzio, evocando visioni ed esempi rarefatti, come la solitudine e lo smarrimento dell’uomo
contemporaneo, facendo riflettere su interrogativi, con un occhio caleidoscopico del suo inconscio
ricco di coordinate e di esistenzialismo in cui e’ facile ritrovarsi. Maria Maddalena diventa così lo
spunto per sottolineare la carenza della nostra cultura, dove la società perde sempre più il rispetto
per il femminile, ovvero per l’intera umanità.

Completa la mostra il video di Giuseppe D'Angelo.

Ufficio Stampa: Daniela Ricci, cell. 347.0824165, d_ricci@libero.it; Annalisa Tirrito, cell.
335.5289607, annalisa.tirrito@tin.it

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...