genere: arte contemporanea, personale
comunicato stampa
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Per la prima volta verranno riunite ed esposte al pubblico 46 opere dell’artista tedesco (Aachen 1894 - Nizza 1970), uno dei pionieri del Realismo magico e della Nuova oggettività, provenienti da collezioni private italiane, raramente presentate al pubblico o persino inedite. Con questa iniziativa, il Museo Comunale d’Arte Moderna continua nella sua attività di valorizzazione dei maestri presenti nella sua collezione.
Il calendario espositivo proseguirà, dal 29 giugno al 15 settembre, con una rassegna di opere grafiche di Carol Rama.
Il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona continua la sua attività di valorizzazione dei maestri della propria collezione presentando, dal 10 marzo al 9 giugno 2013, una nuova mostra di grande interesse, incentrata su un artista poco conosciuto e raramente trattato dalla critica in ambito italiano, Heinrich Maria Davringhausen (Aachen 1894 - Nizza 1970), uno dei pionieri del Realismo magico e della Nuova oggettività, anch’egli legato - come tanti altri esponenti della storia dell’arte moderna - alla città che si affaccia sul versante elvetico del lago Maggiore.
L’esposizione, curata da Mara Folini, direttrice del Museo di Ascona, proporrà 46 lavori di Davringhausen, provenienti in gran parte da collezioni private italiane, raramente esposte al pubblico e spesso inedite. Si potranno ammirare quadri degli anni dell’emigrazione, dagli anni 1930, accanto a lavori più maturi, fino agli anni 1960, oltre ad alcune grafiche e una interessante serie di ardesie incise.
Il legame con Ascona inizia già nel 1914, quando Davringhausen soggiorna al Monte Verità, conoscendo vari artisti, come la danzatrice Mary Wigman o l’artista anarchico Georg Schrimpf che sarà una tra le più importanti personalità del futuro gruppo della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività): un movimento per il quale Davringhausen sarà figura anticipatrice già nel 1916 e con il quale si schiererà condividendo, con George Grosz, Otto Dix e Carlo Mense, la lotta politica contro i falsi valori della guerra e della società capitalista. Seguiranno i viaggi in Spagna (1924-1925), il ritorno in Germania, l’avvicinamento alle correnti surrealiste (Gruppe 32) e a quelle puriste di Abstraction-Création. Poi, nel 1933, la fuga dal regime nazista, che lo porta a riparare nell’isola di Mallorca in Spagna: tra i periodi più felici dell’artista e che lo misero in contatto con Arthur Segal, una vecchia conoscenza asconese. Poi, con lo scoppio della guerra civile spagnola, ancora la fuga, dapprima a Parigi e poi, nuovamente, ad Ascona, dove vivrà dal 1936 al 1939. Nel borgo, Davringhausen s’inserisce subito nella vita culturale e artistica, collaborando al Teatro delle Marionette di Jakob Flach, o rinnovando l’amicizia con personaggi come Wladimir Rosenbaum e Aline Valangin. Seguiranno altri anni di fuga, l’internamento in campi di lavoro forzati, fino al rifugio definitivo nel Sud della Francia, dove rimase per ben 23 anni, fino alla morte, avvenuta nel 1970 a Nizza. Accompagnerà la mostra un catalogo edizioni ALIAS, in italiano e tedesco, a cura di Mara Folini e con i contributi di Dorothea Eimert (autrice del catalogo ragionato dell’artista) ed Elena Pontiggia.
Il programma 2013 del Museo di Ascona continuerà, dal 29 giugno al 15 settembre, con una mostra di opere recenti dell’ultima produzione grafica di Carol Rama (Torino, 17 aprile 1918), dalla Collezione Masoero di Torino. La rassegna, curata da Mara Folini e Alexandra Masoero, sarà l’occasione per immergersi nel mondo fantastico, di bizzarrie, di racconti accennati e allusioni mitiche e leggendarie, della quasi centenaria guerriera dell’arte, insignita del Leone d’oro alla carriera in occasione della 50.ma Biennale di Venezia
L’iniziativa sarà affiancata, negli spazi di Casa Serodine, da un Omaggio a Carol Rama: opere grafiche di Francesca Gagliardi e Luca Mengoni. L’esposizione proporrà una serie di grafiche e sculture dei due artisti che interagiranno nello spazio seicentesco di Casa Serodine. Gagliardi e Mengoni, nel corso della loro produzione, hanno guardato a Carol Rama come a un modello, scoprendo così di condividerne la poetica e, in particolare, lo stile delle più recenti realizzazioni grafiche dell’artista torinese, graffiante ma anche teneramente sentimentale.
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