Partecipazione di PASQUALE PETRUCCI
con l’opera MADE IN ITALY
PAESAGGIO ITALIANO
artisti italiani nel loro habitat
Marzo - Settembre
2013
Museo Municipale, Bucarest 15 marzo -
10 aprile
Museo d’Arte, Ploiesti 15 marzo - 10
aprile
Museo del Basso Danubio, Calarasi 3
maggio - 6 giugno
Museo d’Arte, Costanza 30 giugno - 31
luglio
Museo di Arti Visive, Galati agosto
Galleria d’Arte, Silistra (Bulgaria) 5
- 25 settembre
Opere di 116 artisti italiani
invitati a rappresentare il paesaggio
italiano
Il progetto
espositivo “Paesaggio italiano”, proposto dall’Associazione Artisolide, riunisce opere di artisti italiani
rappresentativi di tutto il nostro territorio, interessati a parlare,
attraverso le loro ricerche, dei luoghi in cui vivono e degli effetti e
cambiamenti che tali ambienti stanno subendo e hanno subito nel corso degli
anni. Una contaminazione di generi e proposte che dà luogo a questa singolare
esposizione itinerante in 6 musei della Romania e Bulgaria, dal paesaggio
industriale e urbano a quello rurale, rivissuto attraverso un percorso di dipinti,
fotografie e lavori plastici aventi come unico denominatore comune il formato
di cm. 40x40.
ESPONGONO
Lucia Abbasciano - Maria Addamiano -
Antonia Aimini - Andrea Albanese - Natàlia Alemanno - Davide Arisi - Anna Maria
Artegiani - Antonella Avataneo - Angiolo Barracchia - Giugi Bassani - Tommaso
Basti - Raffaella Benetti - Mirella Bertinotti - Duilio Bettinelli “Dubett” -
Maria Bonaduce - Alberto Bongini - Riccardo Bossone - Sarah Bowyer - Gabriella
Bracco - Alberto Branca - Carla Brandinali - Gloria Brocchetta - Loredana
Cacucciolo - Susy Cagliero - Andrea Calabrò - Angela Maria Capozzi - Andrea
Cappelletti - Valentina Capurso - Erika Cardano - Marina Cassani “Aniram” -
Claudio Cavalieri - Eugenio Cerrato - Salvatore Chessari - Emma Chiavarone - Simonetta
Chierici - Milena Chiodi - Marco Coldesina - Carla Colombo - Luciano Crepaldi -
Giovanni Crippa - Carla Crosio - Marco Currò - Gerardo De Angelis - Vito De Leo
- Antonio De Luca - Daniela Dente aka DADE - Teo De Palma - Antonella Dicianni
- Carlo Dicillo - Siberiana Di Cocco - Sara Di Costanzo - Mario Di Giulio -
Massimiliano Fabris - Franco Fasulo - Silvy Favero - Giovanni Felle - Davide
Ferro - Sonja Fersini - Sergio Franzosi - Eliana Frontini - Elio Frontini -
Federico Gagliardi - Sergio Gandini - Andrea Ghelma - Antonio Gigante -
Pasquale Guastamacchia - Marco Guerrazzi - Emma Infante - Stefano Invernizzi -
Jeanfilip - Christian Lecci - Pino Lia - Enzo Mainini - Arnaldo Mangini -
Fiorella Manzini - Silvana Marra - Fabrizio Martinelli - Florencia Martinez -
Giuseppe Martorana - Giancarlo Meloni “Milù” - Mauro Antonio Mezzina - Osvaldo
Moi - Fabrizio Molinario - Giovanni Morgese - Alessio Necchi - Paolo Ober -
“Officina Rossi” - Rosa Elena Orsina - Nicola Palermo - Stefano Pelle -
Vincenzo Pellitta - Pasquale Petrucci - Ruggero Pezzaga - Antonella Preti -
Michele Protti - Eufemia Renzi - Patrizia Ricco - Manuela Riva - Giuseppe Roda
- Massimo Romani - Claudia Roverselli “Selli” - Sergio Russo - Giorgio Sambonet
- Davide Sanguedolce - Piero Sani - Elisabetta Scaglia - Luigi Sergi - Lucia
Serracca - Corrado Simeoni - Cecilia Simone - Walter Simonetti - Anna Strada -
Gabriele Targa “Kamalele” - Angela Trapani .- Gottardo Zanelli “Zago” - Clarice
Zdanski
CATALOGO CON TESTO DI MONICA DI PAOLA
A cura di
Massimo Romani e
Fabrizio Molinario
Accademia Internazionale “Greci-Marino”
Accademia del Verbano” di Lettere, Arti e Scienze
PAESAGGIO ITALIANO
Artisti italiani nel loro habitat
“[…] quando si tratta di un paesaggio,
amo quei quadri
che mi fanno venire voglia di entrarci dentro per andarvi a spasso”
Pierre Auguste Renoir
Il progetto “Paesaggio italiano”, ideato ed organizzato
dagli artisti Massimo Romani e Fabrizio Molinario, offre uno spaccato giovane,
fresco e vivace di Arte Contemporanea Italiana, sotto il comune denominatore
del formato di cm. 40x40, affrontando, attraverso le tecniche tradizionali o
gli strumenti e i materiali più innovativi, la tematica paesaggistica.
L’adesione di pittori, scultori e fotografi è stata
tempestiva ed appassionata: dopo poco tempo dall’invito a partecipare, molti
fra loro avevano già creato il loro “paesaggio”, sicuri di muoversi in un tema
consolidato e tradizionale, stuzzicati dall’idea di depositarne una versione
nuova, autentica e personale.
L’Associazione Italiana di Volontariato “Artisolide”
presenta con orgoglio e con piacere questa “scuderia” di talenti, nella
prestigiosa cornice orientale europea di Romania e Bulgaria, in un percorso
itinerante di 6 tappe, in altrettante prestigiose sedi espositive.
E’ un incontro ricco di spunti e di eredità culturali: una
compagnia di Attori (gli artisti) che porta con sé il bagaglio della culla del
Mediterraneo, su un palcoscenico (l’affascinante Europa balcanica) che,
geograficamente e storicamente, rappresenta il “ponte” fra Europa e continente
asiatico.
Ho scelto di aprire questa breve presentazione, citando le
parole del celeberrimo Pierre Auguste Renoir, poiché descrivevano il mio stato
d’animo di fronte alle opere del progetto: distese di colori permeati di luce o
raccontati dalla matericità, ermetiche rappresentazioni, scatti istantanei
della quotidianità italiana, ...ogni composizione è l’epifania del rapporto fra
l’anima dell’artista e il suo ambiente, unico ed esclusivo.
La mia osservazione e il mio studio di queste immagini sono
stati come una passeggiata in ognuna di esse: ho percepito che per ogni creatura,
l’artista primo fra tutte, l’ambiente in cui vive è come un enorme salone
ricoperto di specchi, nel quale ciascuno sceglie un posto da cui guardare ed
essere guardato.
Il paesaggio riflette il legame fra ciò che i luoghi sentono
e ciò che dei luoghi sentiamo, per riprendere il pensiero dell’antropologo ed
archietto italiano Franco La Cecla, ed ogni artista vi aggiunge il proprio
“sentire”. Il processo è ultimato dalla scelta della tecnica e
dall’elaborazione manuale, ed il gioco è fatto!
Sono felice di scoprire e di testimoniare con queste parole,
quali e quante siano le risposte contemporanee al tema del paesaggio italiano:
il “Bel Paese”, così il Petrarca battezzò l’Italia, vanta una tradizione remota
e di altissimo livello nella Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, ed è
rassicurante scorgere il fermento attuale dei giovani artisti italiani, spesso
penalizzati dall’insorgere delle “correnti artistico-commerciali-modaiole” che
incalzano in tutto il mondo, o messi qualche volta di troppo in ombra dalle
preziose testimonianze del passato che la Penisola custodisce.
Trovo doverosa una digressione per ricordare quanta strada,
e di quale straordinaria fattura, abbia percorso il genere paesaggistico nella
Storia dell’Arte, con un accento sul contributo italiano.
Ancor prima del Rinascimento, il tema si era timidamente
ritagliato uno spazio nelle pitture di Simone Martini, o prima ancora negli
sfondi didascalico-religiosi dei cicli giotteschi, per poi acquisire un ordine
e una scientificità senza precedenti nelle composizioni di Piero della
Francesca. Attualissimo il dibattito sulla simbologia dei paesaggi
leonardeschi, che alludono alla psiche umana, oltre che essere squisite
ambientazioni naturalistiche.
Ma è soprattutto in area veneta che il Paesaggio comicia a
prendere posto fra i Grandi: basti ricordare le ambientazioni di Giovanni
Bellini e di Giorgione. Nel contempo arrivano considerevoli risposte europee,
nell’opera di Dürer e Bosch, oltre all’indagine minuziosa di matrice fiamminga.
Il Seicento è il secolo del rinnovamento classicista di
Annibale Carracci, e non tardano a giungere le opere firmate dal Poussin e da
Lorrain, di intonazione arcaica e bucolica.
Il Settecento è però senza dubbio il Secolo del Paesaggio:
vengono riprodotti luoghi con intento quasi documentario, immortalando scenari
spettacolari di calamità naturali, ma soprattutto dando vita a “cronache
dipinte”: nasce il Vedutismo, e ancora una volta l’Italia è custode di uno dei
protagonisti, il Canaletto.
L’Illuminismo prima, e il Romanticismo di più ancora poi,
donano l’affrancamento definitivo e la dovuta dignità al genere paesaggistico:
la poetica del Sublime carica le immagini naturalistiche di significati
simbolici, per descrivere gli stati d’animo umani e a scatenarne le emozioni, mentre
nelle creazioni del “Pittoresco”, assistiamo alle prime sperimentazioni
compositive del genere: a tale proposito vale la pena ricordare,
rispettivamente, il tedesco Friedrich e l’inglese Constable.
La strada è ormai spianata per rappresentare i valori
sociali e politici che investono la Storia dell’Ottocento, dove i dipinti di
paesaggio denunciano il malessere, di fronte al degrado industriale e
all’irruzione della modernità (W. Turner), o cercano di tornare ad un rapporto
genuino e sacro con la Natura: negli anni Trenta nasce così la Scuola di
Barbizon (o di Fontainenbleau), che di lì a poco accoglierà le radici del
movimento che, a mio parere, incorona per sempre il Paesaggio nell’Arte:
l’Impressionismo.
Un cenno a parte merita l’indiscussa ed isolata figura di
Van Gogh, che, nella luminosità dei gialli campi di grano, nella vivacità dei
colori, e nell’insistenza del segno pittorico, affonda tutto il suo buio
disagio interiore.
Un artista, ancora oggi, se interessato ad opere attente
alla luce, al colore o alla celebrazione del Bello nella Natura, non può
prescindere dagli esiti dell’“en plain air”, o dal tratto fitto e materico che
contraddistinguono il movimento dei “Refuses”.
Di lì a poco la risposta paesaggistica italiana: i
Macchiaioli!
E’ necessario a questo punto ricordare che a metà
dell’Ottocento fa il grande debutto la Fotografia: grazie alle invenzioni di
D.O. Hill e W. Talbot nasce la Fotografia Artistica, che, tuttavia, fatica ad
imporsi come genere autonomo, tanto che nel “Pittorialismo”, deve ancora
“camuffarsi” con l’Arte pittorica.
Solo negli anni ’40 del Novecento, con il Gruppo f64
(termine che indica la minima apertura dell’obiettivo), si impone e decolla
come genere a sé stante.
Dopo le ondate innovatrici e “distruttrici” delle Avanguardie,
il Paesaggio gode delle composizioni architettoniche della Metafisica,
indiscusso il primato di De Chirico; altrettanto originale il ruolo investito
dalle ambientazioni “oniriche” del Surrealismo.
L’Arte Italiana, e con lei il Paesaggio, tornano “all’ordine”
con il Gruppo Novecento, negli anni ’30, bastino i nomi di Sironi e Funi.
Per la Fotografia, si dovranno aspettare invece gli anni
Sessanta, per vedere gli scatti di G. Basilico e di A. De Luca.
Quest’ultimo valorizza inoltre le tematiche dell’ambiente
urbano, “musealizzando” pezzi di Sreet Art, l’arte che “colora il Paesaggio”,
staccando dalle superfici delle città napoletane i graffiti, al fine di
conservarli nel tempo, seppur decontestualizzate.
Negli anni ’80 la Fotografia paesaggistica, pur proseguendo,
viene offuscata da altre sperimentazioni, come del resto avviene per tutto il
panorama artistico, con la Transavanguardia e il “Concettuale”.
Nella mano degli artisti di “Paesaggio italiano” torneranno
alla mente alcune delle molteplici Scuole artistiche della Storia, sopracitate
e non, combinate o contaminate fra loro, ma soprattutto reinvenate dalla
sensiblità individuale e contemporanea. Si tratta di personalità autentiche,
riconoscibili e sincere, che possono andar fiere delle glorie dell’Arte
italiana, per averla metabolizzata al punto da far scrivere una nuova pagina di
Storia, quella della contemporaneità.
Tradizionalmente il Gran Tour si faceva in Italia, Goethe ne
è l’illustre viaggiatore portavoce; oggi, con questo ambizioso progetto,
l’Italia e la sua Arte viaggiano nel mondo, per testimoniare che anche in
scenari complessi e talvolta drammatici, gli artisti non si fermano, sono
sempre propositivi, sensibili e attenti, e hanno sempre un dono prezioso per
l’umanità!
Monica Di Paola
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PAESAGGIO ITALIANO
INFO: 3463794247 (Massimo Romani)
artisolide@libero.it
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