Napoli - dal 21 al 31 gennaio 2012
Carlo Improta - Gli artigiani
Carlo Improta - Gli artigiani
FORUM UNIVERSALE DELLE CULTURE - EX ASILO FILANGIERI vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede | |
Vico Giuseppe Maffei 4 (80138) | |
www.forumdelleculturenapoli2013.com | |
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Mostra personale | |
orario: dalle 9,00 alla 17,00 dal lunedi al sabato (possono variare, verificare sempre via telefono) | |
biglietti: free admittance | |
vernissage: 21 gennaio 2012. ore 17 | |
catalogo: in galleria. | |
curatori: Filomena Pagnani | |
autori: Carlo Improta | |
telefono evento: +39 0815595300 | |
genere: fotografia, personale | |
email: carlo.improta@tin.it In Mostra alla Fondazione del Forum Universale delle Culture 2013, ex Filangieri, sala del Refettorio via Maffei, 4 Napoli Dal 21-01– al 31-01-2012 Inaugurazione 21-01-2012, ore 17,00 tel 0815595300 Sito http://carloimprota.xoom.it Si ringrazia: il Presidente della Fondazione Dottore Sergio Marotta Presenta Il critico e storico dell’arte Dottore Stefano Taccone Curatrice della mostra Filomena Pagnani Presidente dell’Associazione non profit L’Essenzialista. La dottrina dell’ “essenzialismo”, stando all’accezione nella quale Carlo Improta lo intende e lo pratica, oltre a teorizzarlo in primis attraverso un romanzo, un “giallo poliziano” intitolato appunto L’essenzialista7, al suo insistere sul ritorno ad una essenzialità della vita in quanto totalità delle facoltà umane, ma anche assenza di orpelli, possiede senz’altro non superficiali caratteri di opposizione alle logiche quantitative ed accelerative che abbiamo considerato essere tipiche del ciclo della modernità inaugurata con le due grandi rivoluzioni del XVIII secolo. La circostanza per cui la sua attenzione, essendosi riproposto un confronto con la sfera sociale, fino ad ora probabilmente da lui mai affrontata così esplicitamente per mezzo degli strumenti visivi, non ricada su quelle che sono le figure più ricorrenti degli attuali scenari della crisi (vecchia, ma persistente, classe operaia, nuovi lavoratori atipici, migranti…), bensì su di una categoria di lavoratori che più di ogni altra, forse persino più di quella degli agricoltori e degli allevatori, appare dimenticata e ai limiti della percezione dell’inesistenza, quella degli artigiani, è particolarmente degna di nota. Personaggi che Improta, con una accuratezza, un tatto ed una dedizione che ricorda in maniera davvero assai prossima il giornalista Sergio Sentori protagonista de L’essenzialista, nonché uno dei suoi tanti alter ego, che indaga, mosso più da una esigenza spirituale individuale che dal dovere professionale, sulla vita del misterioso pittore Franco Rubi (e non è irrilevante a tal proposito osservare come la cittadina toscana di Montepulciano, ove peraltro lo stesso Improta trascorre da decenni parte della sua vita, sia tanto il luogo in cui,nel romanzo, Sentori ripercorre le tracce di Rubi, quanto il luogo in cui si trovano le botteghe artigiane immortalate da Improta ), ha pian piano avvicinato vincendone la paura e la diffidenza, sentimenti spiegabili con la condizione di clandestinità entro la quale sono stati forzatamente relegati, conseguenza dell’autentica «persecuzione sociale che negli ultimi trent’anni», come l’artista stesso tiene a sottolineare, «hanno subito gli artigiani da parte dello stato. Sono talmente tante le tasse che subiscono che l’utile è letteralmente scomparso». «Per loro, che sanno fare qualcosa con le proprie mani e non solo col cervello», continua Improta, «è impossibile cambiare mestiere. Non possono più avere collaboratori ma solo servirsi di se stessi». |
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