venerdì 17 dicembre 2010

Una squisita indifferenza. Dialoghi con Alberto Burri



















Mola Di Bari (BA) - dal 19 dicembre 2010 al 28 gennaio 2011
Una squisita indifferenza. Dialoghi con Alberto Burri

CASTELLO ANGIOINO
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La mostra è incentrata su una raccolta di opere del Maestro Alberto BURRI (1915-1995) esposte al fianco dei lavori recenti di artisti italiani contemporanei che proseguono e reinventano il lavoro polimaterico e formale del grande maestro umbro.
orario: da mercoledì a venerdì 18–20
sabato e domenoca 19–21
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 19 dicembre 2010. ore 11
catalogo: edito da Favia
curatori: luca arnaudo, Roberto Lacarbonara
autori: Aldo Bandinelli, Alberto Burri, Ada Costa, Ono Emiliani, Iginio Iurilli, Alfredo Quaranta
patrocini: patrocinio del Ministero della Gioventù, della Regione Puglia e del Comune di Mola di Bari
note: organizzata dall’Associazione Culturale Entropie
genere: arte contemporanea, personale, collettiva
email: info@entropiearte.it
web: www.entropiearte.it


Il Castello Angioino di Mola di Bari ospita dal 19 dicembre 2010 al 28 gennaio 2011 l’esposizione di arte contemporanea UNA SQUISITA INDIFFERENZA. Dialoghi con Alberto Burri.
La mostra, curata da Roberto Lacarbonara e Luca Arnaudo, organizzata dall’Associazione Culturale Entropie con il patrocinio del Ministero della Gioventù, della Regione Puglia e del Comune di Mola di Bari, è incentrata su una raccolta di opere del Maestro Alberto BURRI (1915-1995) esposte al fianco dei lavori recenti di artisti italiani contemporanei che proseguono e reinventano il lavoro polimaterico e formale del grande maestro umbro.

Il titolo della mostra, Una squisita indifferenza, riprende quello dell'importante saggio critico di Kirk Varnedoe (già curatore del Museum of Modern Art di New York), il quale, per illustrare con leggera immediatezza i percorsi dell’arte moderna e contemporanea, prende spunto da una lapide commemorativa apposta nella cittadina inglese di Rugby, dove si legge quanto segue: “Questa pietra commemora l’impresa di William Webb Ellis che, con una squisita indifferenza per le regole del calcio dell’epoca, prese la palla tra le braccia e si mise a correre, dando così origine alla peculiare caratteristica del gioco del rugby. A.D. 1823”. Varnedoe ricorre a questa curiosa immagine sportiva per dire l’innovativo, audace ruolo dell’arte che si sviluppa correndo il rischio del distacco o del totale disinteresse rispetto al pensiero convenzionale e alle regole collettive, fino a stabilire nuovi canoni estetici, determinare nuove intenzioni.

Alberto Burri rappresenta questa volontà di riscrittura delle logiche espressive dell’arte attraverso il ricorso a materiali alieni alla tradizione, le inedite combinazioni formali, le innovative tecniche di realizzazione. In tal modo egli ha dato corso a un potenziale creativo cui numerosi artisti attingeranno per successive ricerche, fino agli anni più recenti. Ed è questa continuità, questo proseguimento di una rivoluzione artistica, questa divergenza anomica dalla composizione che si vuole raccontare attraverso le opere degli artisti presenti accanto al grande maestro.

In mostra sarà presente un nucleo significativo di opere grafiche riferite ai cicli delle Combustioni, dei Cretti, dei Bianchi e Neri e delle Acqueforti. Una documentazione che, attraversando snodi determinanti del percorso di Burri, da vita ad un’originale interpretazione dialettica e un’ipotesi di complementarietà estetica con i lavori di artisti contemporanei. Le installazioni di Alfredo QUARANTA repertano la materia della combustione, l’annichilimento del corpo-oggetto a favore dell’incenerimento e polverizzazione di memoria, arte, materia. I cretti neri di Burri si espongono al confronto con il tracciato lineiforme, il componimento cellulare della pittura di Ono EMILIANI e delle sue Stuoie, agglomerati formali chiusi ma aperti a un'interna moltiplicazione ritmica.
La scarnificazione duale dei Bianchi e Neri si riflette nel crepuscolo formale dell’opera di Aldo BANDINELLI, concepita tramite un’articolazione di segni esili concentrati in opere di piccolo formato e posti in risonanza con pagine di un intenso colore puro. Iginio IURILLI definisce cromaticamente e morfologicamente sinuosi grovigli modellati dal tempo e dall'uomo, sculture gravi che disegnano l’evoluzione della forma tra ordine e caso accanto alla monumentale forma-intenzione del Grande Nero di Burri. Con Ada COSTA si giunge, infine, alla distrazione assoluta dell'elemento materiale, alla sottrazione di presenza e densità dal corpo dell’opera del maestro: il grande muro di mattoni di cristallo dice la gravità attraverso il suo contrario, la solidità attraverso lo svuotamento: esito lieve che sussurra al fianco della silenziosa Acquaforte F di Burri, un'opera sottile dalla spazialità evanescente.

L’intera operazione verrà documentata in un catalogo, edito da Favia, con i testi dei curatori, dell’Assessore Regionale al Mediterraneo Silvia Godelli e dell’Assessore alla Cultura di Mola di Bari.



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