CAMeC
Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia
Beatriz Millar [pUR nUR]
preview venerdì 1 giugno ore 17.00
inaugurazione venerdì 1 giugno ore 18.00
Beatriz Millar – cenni biografici
Nata nel 1967 a Einsiedeln in Svizzera. Vive e lavora a Toscolano sul Lago di Garda.
Beatriz Millar si confronta nella sua opera con il tema della dualità tra forma e sostanza, tra verità e artificiosa realtà del quotidiano. Evidenziando una quotidianità illusoria fatta di allarmanti superficialità, l’artista denuncia con la sua arte il profondo sbilanciamento del nostro mondo. L’uomo “sensuale” di quest’ultimo secolo ha concesso al più illusorio dei sensi - la vista- la conduzione della propria vita. Lo spirito dell’artista si ribella alla società occidentale basata sull’apparenza. L’utilizzo di effimeri espedienti nella sfida contro il tempo, l’esaltazione del senso materialistico della vita e il suo consumo vengono analizzati nel suo lavoro evidenziandone, ironicamente, la precarietà e vanità.
Il fil rouge che, in una disanima accorta e ironica, accompagna le sue opere emerge in “MAKE UP THE TREE” (2005) dove l’artista osserva e ammira la natura e in essa trova la sua maestra e ispiratrice. L’albero che seguendo la naturale evoluzione muta e si trasforma di stagione in stagione mantiene un centro, un’anima interiore viva e autentica, Millar, giullare alla corte dell’arte, gioca e provoca interpretandolo secondo la sua poetica. L’ha fatto soprattutto con la scultura - istallazione “CLOWN CLONE AND THE PIANO TATTOO” (2007). L’installazione, realizzata attraverso la scultura e l’accompagnamento di un pianoforte, mira a rappresentare un Io fisico clonato – come afferma l’artista – un alter ego che la rappresenti mentalmente e fisicamente. L’opera ironizza sulla fuga dalla noia di un’esistenza chiusa su se stessa, spinta dall’eterna ricerca di una perfezione irraggiungibile che a sua volta diventa foriera di un narcisismo ed di un ego smisurato. Questa disperata lotta per il raggiungimento della sfera di un sé ideale e della perfezione può solo condurre alla deformazione ed alla decadenza interiore ed esteriore dell’Io clonato, a meno che non riesca a ritrovare la salvezza nel risveglio verso un mondo di diversità. Dal corpo sonoro del pianoforte, tatuato da cicatrici tribali ed arcaiche, escono delle melodie malinconiche composte e cantate dalla musicista svizzera Helena Stocker che ha saputo, attraverso la sua sensibilità musicale, trasformare ed interpretare i testi poetici di Beatriz Millar. In altri lavori, quali “pheNOMENon of mOMENts” (2007), grandi edifici pulsanti sentono l’afflato del mondo, superfici e pareti concave o convesse percepiscono lo scorrere del tempo con un vissuto quasi surreale.
È in “KISSES” (2006) che si evidenzia la necessità di abbandonare l’apparenza e usare altri strumenti per percepire l’umano: un flusso energetico rispecchiato e misurato in un’immagine termografica. In essa si legge lo scioglimento dell’ego nello spazio, l’individuo integrato in un ordine superiore, senza limiti né frontiere finalmente in un tutt’uno che scorre e mai si ferma. “MORNINGDIARIES” (2004) è il diligente e preciso diario fotografico del mattino, che Beatriz Millar tiene da oltre 15 anni; ancora una volta la natura nei suoi quotidiani e molteplici cambiamenti ritratta sul lago di Garda. Giorno dopo giorno il minuzioso e preciso diario coglie l’Anima mundi. Le immagini sono state rielaborate, umanizzate con l’impronta di una bocca e corredate da un pensiero, come moderne cartoline giganti che l’artista invia all’umanità. “CRYSTAL VIEW” (2008): l’Occhio come mandala con decorazioni geometriche (RGB:red, green, blue di Photoshop), incisioni su plexiglass. Nella performance “HAMARTANEIN” (2008), dal greco “mancare il segno”, vengono presentanti sedici dischi coloratissimi come bersagli da colpire, dove il pubblico veniva invitato a colpire un centro prescelto. “BEATRIZIFAL’S TAROT” (2000) sono 22 tavole in legno che raffigurano i 22 Arkana maggiori dei tarocchi, che Beatriz Millar ha utilizzati nella sua “Tête-à-tête Performance” ad Artfirst 2010 raccontando e “vedendo” storie nel suo “Bianco-Nero-Rosso” Habitat.
2 giugno > 26 agosto 2012
Il Comune della Spezia e l’Istituzione per i Servizi Culturali presentano al CAMeC [pUR nUR], la prima retrospettiva dell’artista svizzera Beatriz Millar (Einsiedeln, 1967). A poco più di un anno di distanza dalla grande personale al Duolun Museum of Contemporary Art di Shanghai, Beatriz Millar sviluppa un percorso in cui la sua ultima serie di lavori, dal titolo Salve Regina Souvenir, si confronta con le opere realizzate a partire dagli anni '90.
Il suo è un lavoro concettuale che prende forma attraverso pittura, scultura, fotografia, video e performance, in cui l’artista si interroga sia sugli aspetti mondani del contemporaneo che su quelli più spirituali. Partendo da una presa di coscienza di se stessa, del suo corpo e delle sue emozioni, la Millar gioca a spostare rapidamente lo sguardo a diversi livelli di “ingrandimento o allontanamento”, mettendo a fuoco ora la centralità del singolo, ora il suo essere parte di un complesso intreccio in cui ogni decisione e ogni azione provocano dirette conseguenze. Ciascuna opera funziona quindi da testimonianza e rivelazione del proprio ruolo in un preciso momento, in relazione ad istanze, terrene e non, apparentemente distanti. La fitta simbologia che popola i suoi lavori è proprio il punto di contatto fra
questi elementi distanti, valori di una grande equazione che l’artista si diverte a cercare di risolvere.
[pUR nUR], il titolo della mostra presentata al CAMeC, è un gioco di parole attorno ai concetti di luce/materia, puro/povero. Esso sintetizza la poetica dell’artista, in cui le suggestioni simboliche e le sperimentazioni materiche entrano in dialogo tessendo un poetico filo d'unione fra filosofie, storie e racconti. In particolare, la mostra è un percorso fra quelle tematiche che nei trascorsi vent’anni di produzione artistica hanno maggiormente influenzato e modellato la sua ricerca sul femminile, da sempre punto centrale di interesse nella sua poetica. La donna di Beatriz è una figura paragonabile a quella della Grande Madre – divinità primordiale in grado di infondere la vita e di toglierla – che prende forma nelle madri, nelle prostitute, maghe, gitane e sacerdotesse delle opere in mostra. Infatti [pUR nUR] dedica un’intera sala al progetto più recente Salve Regina Souvenir in cui - attraverso una ricerca testuale e visiva - l’artista effettua un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca delle origini del concetto occidentale di donna, ritrovandosi inevitabilmente ad affrontare la propria storia personale e culturale. Nata in una famiglia di panettieri, la Millar ritrova nel preparare il pane, e nell’offrirlo in dono come alimento, il potere femminile della creazione, interrogandosi attraverso questo semplice gesto sui ruoli che le donne hanno perso o acquisito nelle società contemporanee, mettendo inoltre in discussione il confine fra lavoro intellettuale e manuale, fra arte e artigianato.
Invece la serie di lavori fotografici dal titolo Dedications è il risultato di un intenso lavoro di produzione di figure femminili in pane, fotografate prima e dopo la loro cottura in forno, donate dall’artista alle persone a lei vicine negli aspetti più semplici del quotidiano, innescando una serie di piccoli riti che evocano momenti di unione apparentemente effimeri, avvenuti proprio attraverso l’offerta e la consumazione dell’alimento. I lavori fotografici sono accompagnati da piccole sculture in pane che sembrano ricordare Veneri preistoriche o artefatti precolombiani, inseriti in nicchie di plexiglas che sanciscono la sacralità di questi fittizi oggetti di culto.
Infine il lavoro video Lux, Mater riporta l’osservatore al punto di partenza della mostra riflettendo in modo poetico e ironico sui processi di creazione e trasformazione degli elementi.
CREDITS
Beatriz Millar. [pUR nUR]
Mostra prodotta e promossa da
Comune della Spezia Sindaco, Massimo Federici Assessore alla Cultura, Diego Del Prato
Istituzione per i Servizi Culturali del Comune della Spezia Presidente, Cinzia Aloisini Direttore, Marzia Ratti
in collaborazione con FaMa Gallery – Verona
Titolo: Beatriz Millar. [pUR nUR] A cura di: Matteo Pollini Sede: CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea, Piazza Battisti, 1 – La Spezia Preview: venerdì 1 giugno ore 17.00 Inaugurazione: venerdì 1 giugno ore 18.00 Durata: 2 giugno – 26 agosto 2012 Catalogo: Silvana Editoriale Testi critici in catalogo di: Gabriella Belli, Matteo Pollini, Laura Rangoni, Erica Shiozaki Conservatori: Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati
INFORMAZIONI e CONTATTI Orari: Invernale: da martedì a sabato 10-13 / 16-19 Estivo (dal 21 giugno al 31 agosto): 11-14 / 16-19 Domenica e festivi 11-19 Lunedì chiuso Informazioni e prenotazioni: tel. + 39 0187 734593 / fax + 39 0187 256773
camec@comune.sp.it Sito: http://camec.spezianet.it - www.laspeziacultura.it
Ufficio stampa: Comune della Spezia: Luca Della Torre, Federica Stellini, Luca Bondielli +39 0187 727328; ufficiostampa@comune.sp.it Istituzione per i Servizi Culturali: Cinzia Compalati – tel. +39 339 3494536 comunicazione@laspeziacultura.it |
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