Milano - dal 26 gennaio al 28 febbraio 2011
Domenico Grenci - Animae
Domenico Grenci - Animae
ELEONORA D'ANDREA CONTEMPORANEA vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede | |
Via Luigi Settembrini 26 (20124) | |
+39 3408596967 | |
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Attraverso l'uso del bitume steso a pennellate, l'artista crea zone di umidità che ne espandono il colore, creando delle immagini vaghe cariche di forza e immediatezza espressiva. | |
orario: Martedì, Mercoledì, Giovedì ore 16.30-20 Lunedì, Venerdi, Sabato e Domenica su appuntamento (possono variare, verificare sempre via telefono) | |
biglietti: Igresso Gratuito | |
vernissage: 26 gennaio 2011. ore 18.30 | |
catalogo: in galleria. | |
curatori: francesca baboni, Stefano Taddei | |
autori: Domenico Grenci | |
genere: arte contemporanea, personale La Galleria Eleonora D'Andrea presenta dal 26 gennaio al 27 marzo 2011 presso la sua sede di Milano in via Settembrini 26, (al primo piano), il giovane artista Domenico Grenci. Nato ad Ardore (RC) nel 1981, si è diplomato al Liceo Classico di Locri e ha successivamente conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo due anni come tutor all'Accademia di Belle Arti, ha deciso dedicarsi pienamente alla Pittura lasciando il lavoro universitario. Attualmente vive e lavora a Bologna. Durante la sua carriera ha partecipato attivamente a workshop e ha conseguito importanti premi italiani ed esteri. Ricordiamo il Premio Morandi per l'incisione (2005), il Premio S.A.M.P. (2006) con acquisizione dell'opera da parte della Fondazione CARISBO, il Premio Celeste (2007) il primo premio del Goldener Kentaur a Monaco di Baviera (2007); il primo premio al Maggio Fiorito a Cento di Ferrara (2008) e il Premio delle Arti di Catania. Le sue opere sono presenti in molte collezioni importanti, quale la collezione della già citata Fondazione CARISBO e dell'azienda mondiale Tetrapack, che dal 2008 espone le sue opere nella hall della sua sede modenese. La mostra qui presentata si inserisce perfettamente in un percorso di ricerca artistica che lega artista e gallerista da quattro anni e che vede il suo culmine nelle esposizioni presentate nel 2010 - 2011: nella primavera passata nella galleria di Prato, attualmente a Milano e nella prossima primavera presso la Rocca di Bazzano (BO). Artista emergente di indiscutibile sensibilità, Domenico Grenci si muove su una base figurativa e se ne stacca in maniera innovativa, utilizzando medium della modernità per indagare la psicologia celata dietro i volti raffigurati. Attraverso l'uso del bitume steso a pennellate, l'artista crea zone di umidità che ne espandono il colore, creando delle immagini vaghe cariche di forza e immediatezza espressiva. Con un linearismo accurato, propone armonie perfette ed equilibri bilanciati, ricercando una bellezza vista come esperienza intima e estetica. Eppure queste donne, dall'immagine sbavata, non sono rassicuranti, ma sono fragili e irrequiete, vittime dei canoni mediatici di bellezza femminili della nostra epoca e della mercificazione del loro stesso corpo. Il colore ottenuto è costituito dalle varie tonalità del seppia, colore che ci ricorda le vecchie stampe fotografiche. E di istantanee sembra trattarsi: come l'antica leggenda degli indiani d'America sosteneva che la fotografia rubasse loro l'anima, così queste immagini sembrano essere lo scatto rubato a una persona che, abbandonando tutte le difese, si mostra per quello che è, in tutta la sua nudità. L'immagine dipinta smette di essere una mera raffigurazione del reale più superficiale, ma ci spinge di fronte a una natura traballante, a un'inquietudine che lascia trasparire sofferenza e turbamenti dell'anima, che rompe la nostra quotidianità spingendoci ad abbandonare la maschera per approcciarci all'immagine con la maggiore sincerità. Nato ad Ardore (RC) nel 1981, si è diplomato al Liceo Classico di Locri e ha successivamente conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo due anni come tutor all'Accademia di Belle Arti, ha deciso dedicarsi pienamente alla Pittura lasciando il lavoro universitario. Attualmente vive e lavora a Bologna. Durante la sua carriera ha partecipato attivamente a workshop e ha conseguito importanti premi italiani ed esteri. Ricordiamo il Premio Morandi per l'incisione (2005), il Premio S.A.M.P. (2006) con acquisizione dell'opera da parte della Fondazione CARISBO, il Premio Celeste (2007) il primo premio del Goldener Kentaur a Monaco di Baviera (2007); il primo premio al Maggio Fiorito a Cento di Ferrara (2008) e il Premio delle Arti di Catania. Le sue opere sono presenti in molte collezioni importanti, quale la collezione della già citata Fondazione CARISBO e dell'azienda mondiale Tetrapack, che dal 2008 espone le sue opere nella hall della sua sede modenese. La mostra qui presentata si inserisce perfettamente in un percorso di ricerca artistica che lega artista e gallerista da quattro anni e che vede il suo culmine nelle esposizioni presentate nel 2010 - 2011: nella primavera passata nella galleria di Prato, attualmente a Milano e nella prossima primavera presso la Rocca di Bazzano (BO). Artista emergente di indiscutibile sensibilità, Domenico Grenci si muove su una base figurativa e se ne stacca in maniera innovativa, utilizzando medium della modernità per indagare la psicologia celata dietro i volti raffigurati. Attraverso l'uso del bitume steso a pennellate, l'artista crea zone di umidità che ne espandono il colore, creando delle immagini vaghe cariche di forza e immediatezza espressiva. Con un linearismo accurato, propone armonie perfette ed equilibri bilanciati, ricercando una bellezza vista come esperienza intima e estetica. Eppure queste donne, dall'immagine sbavata, non sono rassicuranti, ma sono fragili e irrequiete, vittime dei canoni mediatici di bellezza femminili della nostra epoca e della mercificazione del loro stesso corpo. Il colore ottenuto è costituito dalle varie tonalità del seppia, colore che ci ricorda le vecchie stampe fotografiche. E di istantanee sembra trattarsi: come l'antica leggenda degli indiani d'America sosteneva che la fotografia rubasse loro l'anima, così queste immagini sembrano essere lo scatto rubato a una persona che, abbandonando tutte le difese, si mostra per quello che è, in tutta la sua nudità. L'immagine dipinta smette di essere una mera raffigurazione del reale più superficiale, ma ci spinge di fronte a una natura traballante, a un'inquietudine che lascia trasparire sofferenza e turbamenti dell'anima, che rompe la nostra quotidianità spingendoci ad abbandonare la maschera per approcciarci all'immagine con la maggiore sincerità. |
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