lunedì 21 maggio 2012

Nureyev. La Danza

Capri - dal 21/05/2012 al 01/10/2012
VILLA LYSIS
via Lo Capo

Un tributo alla personalita' del grande ballerino e una lettura contemporanea dei codici artistici che lui volle inserire nel sistema dell'arte mondiale. Oltre ai materiali fotografici, poster e composizioni grafiche, la mostra presenta al pubblico gli schizzi di decorazioni per i balletti Il lago dei cigni e La Bajadera. In occasione della IV edizione del Premio Gorky.

Il 21 maggio presso le sale di villa Lysis a Capri apre una mostra, che resterà esposta fino ad Ottobre, dedicata a Rudolf Nureyev, uno dei ballerini più brillanti del Novecento. Arbitro di moda sul palco, fu anche il pioniere nella vita. I suoi spettacoli generarono delle vere ondate di “rudi-mania”, alcune delle sue azioni lo facevano criticare e ammirare nello stesso tempo, scatenando sempre di più l’interesse del pubblico nei confronti della sua personalità e della sua arte.

Organizzatori della mostra: Fondazione Chernomyrdin (Russia), Associazione Premio Gorky (Russia/Italia), Comune di Capri.

Nureyev ha rivoluzionato il balletto. Grazie a lui, l’uomo-ballerino è diventato altrettanto importante sul palco quanto la ballerina. La danza di Nureyev ipnotizzava gli spettatori con la propria potenza e la pura espressività. Per una maggiore espressività, usciva sul palco con indosso solamente la calzamaglia e il sospensorio. I critici spesso gli rimproveravano l’eccessiva nudità e le sortite scandalose. Invece per Nureyev, così come per Nizhinskij e Isadora Dunkan, questo aveva più che senso: non voleva presentare il ballo come tale, ma la bellezza del corpo umano che si dissolve nel movimento. Nei confronti di Nureyev è lecito ricordare il proverbio russo che dice: “chi ha talento lo dimostra ovunque”. Infatti, oltre ad essere ballerino capace di esibirsi, con la stesa perfezione, nei balletti classici e moderni, era musicista, attore, regista. In più, era un manager di successo (dirigeva il Grand Opèra di Parigi), nonce un eccezionale esparto di PR, munito del talento di ottenere i dividend da tutte le sue azioni, sia eroiche che scandalose.

La vita e l’arte del leggendario ballerino del Novecento furono oggetti di molte mostre, in cui al pubblico venivano presentati, oltre alle foto, i costumi nelle quali Nureyev usciva sul palco. La mostra “Nureyev. La Danza” sposta l’accento principale sulla percezione dell’arte dell’eccelso ballerino da parte dei partecipanti reali dell’odierno processo artistico. L’obiettivo della mostra è quello di trasmettere al pubblico la maestria artistica che tempo generò le ondate di “rudi-mania” e che tuttora rimane una fonte di ispirazione.

Elena Lebedeva, curatrice della mostra “Nureyev. La Danza”: I costumi di Nureyev sono eccezionalmente belli e curiosi (il ballerino fu addirittura autore di un modello di calzamaglia con un particolare taglio della zona delle ascelle). Ma il semplice fatto che Nureyev si esibiva con addosso un certo tipo di scarpe da ballo o di pantaloni dice poco della sua arte. Perciò abbiamo scelto una strada diversa: abbiamo deciso di presentare le foto, segni di movimento, dove lo stile del ballerino è più percepibile. Inoltre abbiamo incluso i poster e i disegni grafici in cui i giovani disegnatori trasmettono il proprio modo di percepire la plastica di Nureyev e la sua personalità.

In occasione della mostra è stato svolto un concorso speciale delle opere grafiche tematicamente legate sull’arte di Nureyev. Le opere più belle sono state selezionate per essere esposte a villa Lysis. La mostra “Nureyev. La Danza” non è dunque soltanto un tributo alla personalità del grande ballerino, ma una lettura contemporanea dei codici artistici che lui volle inserire nel sistema dell’arte mondiale.

L’esposizione si articola in varie sezioni: “La plastica della danza”, “Il culto del corpo”, “I grandi duetti”, “Le quattro età”.

La plastica della danza
“Il movimento è una parte di me, io sono una parte del movimento”, scrisse Rudolf Nureyev nella sua Autobiografia. Possedeva la capacità di comunicare con il proprio corpo, traducendo la musica in movimento. Lo dimostra la sezione della mostra composta da alcune fotografie accanto alle composizioni grafiche richiamate a esprimere la drammaturgia della danza di Nureyev e le emozioni che lui stesso provava e faceva provare agli spettatori. La danza “è un gioco non con la vita, ma con la morte, vincere o morire”, l’eccelso ballerino caratterizzava così la propria visione del balletto.

Il culto del corpo
“Fare del corpo l’unico strumento, di cui ogni parte funziona armoniosamente e serve a un obiettivo comune”. Nureyev attribuiva un grande significato alla “logica del corpo in cui (…) un minuscolo movimento del piede viene trasmesso al corpo e può influenzare la posizione della mano, della testa e persino degli occhi” (la citazione tratta da Autobiografia di R. Nureyev). Il ballerino era bello come una divinità antica, ciò nonostante non smetteva mai di perfezionare il proprio corpo trasformandolo nello “strumento unico nel suo genere”. Questa sezione è una testimonianza eloquente e suggestiva di questo lavoro titanico.

I grandi duetti
“Se tra te e il tuo partner non c’è comprensione e confidenza, non è tanto importante quanto bene sai ballare. Vi potete odiare nella vita, ma ciò che succede sul palco si chiama amore” (Tratto da un’intervista di R. Nureyev). Nureyev si esibiva insieme ai grandi ballerini del suo tempo: Natalia Dudinskaja, Margot Fontein, Ivette Shovire, Eric Bruhn e molti altri. Sapeva apportare al duetto qualcosa che faceva salire i partner su un nuovo livello. Lo dimostrano i materiali espositivi inclusi in questa sezione della mostra.

Il cittadino del mondo
“Sono venuto al mondo con il tonante rumore di un treno come ninnananna. /…/ Mi sembra molto simbolico il fatto di esser nato lungo la strada tra due stazioni. Il destino stesso predeterminò il mio essere cosmopolita. Sin dalla nascita non sentivo di appartenere a nessun posto né a nessuna casa”, affermò Nureyev nella sua Autobiografia. “Sono un nomade, un eterno vagabondo, felice di esserlo. Ho la sensazione di vivere con una valigia sotto il braccio, soleva dire. La mia terra è il mio lavoro in questo preciso momento”. La sezione della mostra propone al pubblico tre fotografie di diversi periodi della sua vita, scattate rispettivamente nell’URSS, a Londra e a Parigi; queste foto rispecchiano perfettamente la geografia vitale della stella del balletto mondiale.

Le quattro età
“Alla fine del cammino ci può essere anche la morte, ma nonostante tu lo sappia, continui ad andare avanti, trovi nuove forze e prendi nuove decisioni là dove gli altri si affiderebbero alla provvidenza” (Tratto da Autobiografia di Rudolf Nureyev). La sezione è richiamata a llustrare il fatto che i successi di Nureyev furono frutto di un enorme sacrificio. Gli anni avevano cambiato Nureyev, ma lui ha conservato sempre una sfrenata sete di creazione che permetteva al ballerino 50-enne allora malato di rimanere impeccabile e brillante sul palco, costringendolo, ormai incapace di ballare, di mettere in scena i balletti e dirigere gli spettacoli.

Oltre ai materiali fotografici, poster moderni e composizioni grafiche la mostra presenta al pubblico gli schizzi di decorazioni per i balletti “Il lago dei cigni” e “La Bajadera”, in cui si esibì Nureyev. Il modello delle decorazioni per il balletto “La Bajadera” è stato ricostruito secondo i disegni originali. Uno degli spazi di villa Lysis è stato perciò trasformato in un palco dei tempi di Nureyev, offrendo al visitatore la possibilità di percepire l’ambiente teatrale che circondava il grande ballerino. Un altro punto importante della mostra è quello di una magnifica vista sull’isola Li Galli di cui Nureyev era il proprietario e dove lui trascorse gli ultimi anni della sua vita. Dalle sale principali di villa Lysis l’isola si vede distintamente. Forse è questo il motivo per cui i capresi sono stati i primi a ricordarsi del prossimo doppio giubileo di Rudolf Nureyev: infatti, il 2013 è nello stesso tempo il 75/o anniversario della nascita e il 20/o anniversario della scomparsa del ballerino.

Ideatori e organizzatori della mostra: Fondazione Chernomyrdin (progetto ambientato nel programma “Dialogo tra culture”) e Associazione italo-russa Premio Gorky.

Svetlana Chernomyrdina, fondatrice della Fondazione Chernomyrdin, organizzatrice della mostra: La Fondazione Chernomyrdin allestisce questa mostra nell’ambito del programma “Dialogo tra culture”. Nureyev è interessante non solo per la sua arte ma anche per il suo destino. Inserito nella lista nera dei sovietici partiti per l’estero e decisi di non tornare più in URSS, Nureyev sempre metteva in evidenza la priorità dell’arte di fronte alla politica e alle frontiere nazionali. La sua arte appartiene al patrimonio culturale di diversi paesi ed supera quindi i limiti degli stati nazionali. Uno degli obiettivi che gli organizzari si sono posti nel corso della preparazione della mostra sta nell’intenzione di stimolare l’approccio creativo, molto vicino allo stesso artista cosmopolita che sapeva varcare i confini tra i generi artistici, scuole nazionali, cultura classica e innovazioni.

Organizzatori della mostra La mostra è organizzata da Fondazione Chernomyrdin, Associazione Premio Gorky e Comune di Capri.

La Fondazione sociale regionale Chernomyrdin fu istituito da Viktor Chernomyrdin nel 1999, qualche mese dopo che lui abbandonò la carica del primo ministro di Russia. L’attuale attività della Fondazione si articola in tre direzioni: programma internazionale “Dialogo tra culture”, Associazione Premio Gorky (Italia-Russia), programma regionale dello sviluppo della regione Orenburg. Tutti i tre programmi furono lanciati con l’attiva partecipazione di Viktor Stepanovich Chernomyrdin. L’Associazione Premio Gorky è stata istituita con lo scopo di promuovere la letteratura russa contemporanea in Italia e viceversa, attirare più attenzione al mestiere del traduttore, contribuire allo scambio perpetuo tra le culture.

Il programma “Dialogo di culture” si propone di promuovere i migliori esemplari della cultura russa e mondiale. Le iniziative inserite nel programma sono richiamate a dare l’appoggio agli artisti, la cui arte oltrepassa i confini nazionali e diventa mondiale, unendo tradizioni locali, paesi, popoli e culture.

Organizzatrice della mostra: Svetlana Chernomyrdina, istitutrice della Fondazione Chernomyrdin, direttrice del programma “Dialogo tra culture”. Curatrice della mostra: Elena Lebedeva, esperta d’arte, direttrice della sezione di relazioni pubbliche del Laboratorio di progettazione museale (Russia).

Partner della mostra: Museo di arte teatrale e musicale (San Pietroburgo) Teatro Accademico Mariinskij (San Pietroburgo) Laboratorio di progettazione museale dell’Istituto russo di culturologia (Mosca) Università di stampa Ivan F?dorov (Mosca) Accademia statale di studi artistici e industriali S. G. Stroganov (Mosca)



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