genere: arte moderna e contemporanea, arte contemporanea, serata - evento, personale, arte moderna
comunicato stampa |
| Spazio Sandro Negri Palazzo Cavalcabò Via Ateneo Piasano, 22 46010 Montanara MN
Sandro Negri “Petali di vita”
Mercoledì 25 aprile 2012 ore 16.00 presentazione a cura di Paola Artoni
Non c’è 25 aprile senza la festa di Sandro Negri. Dal 1995 ogni anno in questa ricorrenza l’artista apre le porte del suo atelier , lo splendido Palazzo Cavalcabò di Montanara (Mn), a tutti gli appassionati di pittura in una giornata di amicizia tra arte, musica e buona cucina. Lo scorso anno ha emozionato tutti i presenti con il ciclo di opere “Furore”, preludio di una stagione di grande vigore espressivo e impegno professionale che lo ha visto impegnato a livello internazionale in un tour che ha toccato la Russia e gli Stati Uniti e che lo ha riportato in patria per inaugurare il rinnovato Museo di Pietole (Mn). In occasione dell’evento del 25 aprile 2012 Negri ha in serbo altre sorprese per il suo pubblico: alle pareti dello studio sarà infatti presentato un ciclo completamente inedito intitolato “Petali di vita”. La presentazione sarà affidata a Paola Artoni, autrice anche del testo pubblicato in catalogo, la quale ricorda come dopo i cicli di “Energia” (2010), “Furore” (2011), si sia in presenza di una scatenata volontà di entrare nel profondo della vita, esplorandone abissi e potenzialità: “Non è un caso che Sandro abbia scelto come protagonista e alter ego il girasole, un fiore che è una sorta di sole che nasce dalla terra e che al cielo tende tutta la vita. Come la ninfa Clizia, mutata in girasole per potere fissare per sempre il dio del sole, l’amato Apollo, così Negri dimostra di essere un innamorato della luce, un fedele cercatore di speranza”. Inevitabile il rimando affettuoso alla pittura di Van Gogh, da sempre riferimento per Negri, e come pure alla lirica di Montale “Portami il girasole ch’io lo trapianti” per la medesima anima di vitalità e di speranza di una “pazzia di luce” che diventa ricerca di infinito.
Sandro Negri nasce nel 1940 a Virgilio (Mn). Il legame tenace di comunanza che stabilisce con l’ambiente rurale affonda le origini nella sua fanciullezza e costituisce uno dei temi privilegiati nell’intera sua opera. Esordisce con una mostra personale nel 1970 e la sua prima monografia viene pubblicata nel 1976 con la prefazione di Dino Villani. Persona dotata di una carica comunicativa immediata, Negri è anche artista versatile. Nel 1989 apre un atélier a Parigi. Nel 1991 riceve l’incarico di eseguire manifesti pubblicitari per il film Vincent e Theo di Robert Altmann con l’obbiettivo di mettere in luce la tragedia affettiva che avviluppa i due fratelli. Nel 1993 allestisce in Palazzo Ducale di Mantova una retrospettiva, curata da Eda Benedetti e accompagnata da catalogo edito da Electa, e l’anno seguente presso la Rocca Normanna, in collaborazione con il Comune di Paternò (Catania). Nel 1995 apre uno studio a Montanara di Curtatone (Mn), nel seicentesco Palazzo Cavalcabò. Dal 1997 due disegni di Negri entrano a fare parte della collezione permanente “Vivian and Gordon Gilkey” del Portland Art Museum. Nel 2001, in occasione dell’apertura del Palazzo del Plenipotenziario a Mantova, si organizza un’antologica allestita con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Mantova – Casa del Mantegna. Nel 2002, in collaborazione con la galleria londinese “Gagliardi Gallery”, viene allestita una mostra al “The Lord Leighton House Museum” di Londra che riscuote un notevole successo di critica e di pubblico. Sempre nel 2002 partecipa alla mostra itinerante in Spagna Pàginas desde Lombardia, un Museo de Arte Contemporaneo. Nel 2004 inaugura un’altra sede a Portland (USA). Nello stesso anno Silvana Editoriale inquadra la sua opera con una pubblicazione di grande rilievo a firma di Raffaele De Grada e Claudio Rizzi. Lo stesso anno è invitato alla rassegna Poetiche del ’900 a Castel Ivano in provincia di Trento. Nel 2005 l’evento Pàginas desde Lombardia – Itineranti di ritorno si ripropone in Italia al Civico Museo di Maccagno. Nella stessa sede partecipa alla mostra Metafore di Paesaggio (riproposta al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova, e allo Spazio Guicciardini di Milano). Sempre nelle stesso anno, in occasione di una personale a Milano, Rossana Bossaglia firma la presentazione in catalogo. Nel 2006 ordina l’ampia antologica Evocate immagini al Civico Museo Parisi Valle di Maccagno(Varese), a cura di Claudio Rizzi, con catalogo edito da Nicolini Editore. Sempre a Maccagno partecipa alle mostre Acquisizioni 2006 e ad Arte Contemporanea in Lombardia – Generazione anni ’40. Nel 2008 Swatch Group, in collaborazione con la Gioielleria Azzali 1881 di Mantova, sceglie Negri per celebrare i suoi venticinque anni di attività e consente all’artista di personalizzare una serie di 299 orologi, pezzi unici presentati nel suo atelier in una giornata-evento dedicata ai collezionisti degli Swatch Club. Nel 2010 una mostra allestita presso la “Brian Marki Fine Art” di Portland, negli Stati Uniti, e un catalogo monografico con interviste all’artista e testimonianze di collezionisti statunitensi hanno celebrato i suoi primi cinquant’anni di pittura. Nel 2011 è stato invitato a Mosca in giugno come protagonista assoluto di un evento a lui dedicato nella sede Mercedes e in settembre per allestire una personale nella galleria Bogolubov Art. All’inizio del 2012 con la sua mostra “Omaggio alla letteratura di Virgilio”, esito di un laboratorio tenuto da Negri con seicento allievi dell’Istituto comprensivo di Virgilio già presentato in anteprima durante il Festivaletteratura 2011, è stato riaperto al pubblico il restaurato Museo Virgiliano di Pietole (Mn), luogo natale del poeta latino e dell’artista. Nella primavera 2012 il Centro Studi dell’Associazione Postumia ha accolto nella sede di Gazoldo degli Ippoliti una sua mostra dedicata alle opere degli anni Settanta e Ottanta e intitolata “Le origini e le radici”. Un’intensa documentazione critica correda il percorso di lavoro e tutta la letteratura è presente presso “Ad Acta” Associazione Culturale Milano e l’Archivio per l’Arte Italiana del Novecento “Kunsthistorisches Institut” di Firenze. In questi anni Negri ha esposto in gallerie private e sedi istituzionali di numerose città italiane e straniere, quali Roma, Milano, Firenze, Bologna, Desenzano del Garda, Verona, San Gimignano, Londra, Ginevra e Lugano, Parigi, Vienna, Berlino, Goteborg e Helsingborg (Svezia), Malaga (Spagna), Nijmegen, Hooghalen e Helenaveen (Olanda), Orlando, Washington D.C., Portland e Seattle (USA), Mosca.
Palazzo Cavalcabò Via Ateneo Pisano, 22 – 37030 Montanara (Mn) Mercoledì 25 aprile 2012 ore 16.00 Sandro Negri “Petali di vita” presentazione a cura di Paola Artoni Sino al 27 Maggio 2012 Apertura al pubblico: dal lunedì al sabato, dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00 Per informazioni: www.sandronegri.com; e.-mail rocco@sandronegri.com
** Girasoli impazziti di luce Paola Artoni
Portami il girasole ch’io lo trapianti nel mio terreno bruciato dal salino, e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti del cielo l’ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure, si esauriscono i corpi in un fluire di tinte: queste in musiche. Svanire è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce dove sorgono bionde trasparenze e vapora la vita quale essenza; portami il girasole impazzito di luce.
(Eugenio Montale, Portami il sole ch’io lo trapianti, 1923, in Ossi di seppia, 1925)
Il Pittore alza gli occhi al cielo e stringe le palpebre, troppo forte la potenza dei raggi, insostenibili per sguardo d’uomo. Il Pittore percepisce il limite della sua natura, prende coscienza della sua fragilità, abbassa il viso e lascia entrare nei polmoni la brezza che muove i campi ondeggianti. Solamente allora le macchie di giallo prendono forma e sostanza e il Pittore ringrazia il cielo per quel dono di luce caduto sulla terra e che al sole sempre si rivolge. Gli steli robusti sono alti e forti, sostengono le grandi corolle di petali d’oro colme di luce. No, non è un caso… Non è un caso che Sandro abbia scelto come alter ego il girasole, un fiore speciale, una sorta di sole che nasce dalla terra e che al cielo tende per tutta la vita. Come la ninfa Clizia, mutata in girasole – dalle gambe snelle uno stelo robusto, dal viso sognante la corolla, dalle chiome bionde i petali d’oro – per potere fissare per sempre il dio del sole, l’amato Apollo, così Negri dimostra di essere un innamorato della luce, un fedele cercatore di speranza. Inevitabile il rimando affettuoso alla pittura di Van Gogh, da sempre riferimento per Negri, e come pure alla lirica di Montale “Portami il girasole ch’io lo trapianti” per la medesima anima di vitalità e di speranza di una “pazzia di luce” che diventa ricerca di infinito. Per Van Gogh il tema dei girasoli è compagno di vita: già nel 1887 a Parigi questo tema si affaccia (e Vincent non esita a scrivere al fratello Theo “Il girasole è mio, in un certo senso”) mentre tra il 1888 e il 1889 la luce provenzale di Arles vede la nascita del ciclo con lo stesso tema. Un vaso di girasoli sarà il gesto di ospitalità che scalderà la stanza di Paul Gauguin, preparata nella Casa Gialla di Arles, con un vigore materico che trasmette tutto il desiderio di essere considerato un vero amico. Quel desiderio lo ritroviamo anche nei girasoli di Sandro: anche in lui ogni pennellata intrisa di giallo – ora chiarissimo e squillante ora aranciato, poi rossastro e carnoso sino a volgere al bruno – è una partecipazione irrequieta, inquieta e smaniosa, col desiderio di fare uscire da se stesso le emozioni e di aprirsi al mistero dell’altro. Anche la pittura di Sandro ci trasmette quel vigore di energica vibrazione e se usassimo il termine di “natura morta” rischieremmo di intraprendere una strada pericolosa e distorta. I suoi girasoli sono “natura viva”, vivissimi anche quando stanno per morire (e non possiamo non ricordare il passaggio evangelico “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24) per quella stessa apparente contraddizione di morte che diventa, al contrario, vita feconda), seccati dal calore, scompigliati nei petali e piegati dalle burrasche. La bellezza rigogliosa e turgida della corolla, l’eleganza regale del fusto, hanno lasciato il passo all’esplosione e alla scomposizione, alla contemplazione e al tormento. Nei girasoli è racchiusa la sintesi dell’universo poetico di Negri: ritroviamo i colori delle colline, il colore biondo del grano, le cromie dei tramonti, i riflessi dei laghi, la lava dei solchi tracciati dal pennello come fossero lame di sangue e di linfa, i graffi dei muri delle cascine, la forza degli uomini col tabarro, i gesti delle madri che avvolgono i piccoli negli scialli, c’è il fuoco che scalda l’inverno, le notti stellate che accendono come piccoli lumi la speranza nel buio più cupo (come scriveva Vincent: “invece di abbandonarmi alla disperazione, ho optato per la malinconia attiva […] ho preferito la malinconia che spera, che aspira”), la tenerezza di chi si china verso l’abisso ma ha nel cuore, nonostante tutto, la luce. Il girasole è nostro, in un certo senso.
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