INQUIETE
senza tempo, senza luogo, pensieri mossi, sonni inquieti, voglia di raccontare chi sono, IO, in questo momento senza quiete, senza motivo reale; non ci sono pensieri, preoccupazioni, solo inquietudine, agitazione, voglia di essere, assolutamente essere, fermamente essere fermento dell'anima, pressione dello sterno, gola stretta, tensione del palato... questo è INQUIETE, un mondo che non vede più, che non osserva, che si limita a guardare, flusso costante, informazioni veloci, assenza di filtri, mancanza di etica, slealtà dell'appartenenza.
INQUITE vorrei raccontare quello che ci sfugge, ci circonda, che in mano ci scivola, recipiente deformato da un flusso debordante; non c’è tempo, ci vendono tempo, si rimane frastornati, avulsi da tutto ciò che non sappiamo più distinguere, rimangono i colori, i suoni gli odori ma sfugge il senso, la vitalità degli elementi, la voglia di conoscere, cercare, ci offrono oggetti per farci guadagnare tempo, acquistiamo oggetti per avere tempo per acquistare oggetti che ci lascino tempo per utilizzare oggetti; senza accorgercene perdiamo la materia, perdiamo identità, responsabilità dell'essere, ancora, mondo, senza accontentarsi di essere paesaggio, contorno, colore, macchia, ombra, sfumatura dilatata da una luce troppo forte
INQUITE è un bicchiere d’acqua rovesciato su una tela, è acido sulla pellicola, è esplosivo nel marmo, statua di creta sotto la pioggia, film in 3D senza occhiali, è una pagina scritta con troppe cancellature
INQUITE è fiatone, appunti scritti e offerti a un non vedente, è Chopin ascoltato attraverso un apparecchio acustico… ho fatto un castello di sabbia, l’ho curato, l’ho protetto, ma qualcuno l’ha distrutto correndo a fare il bagno
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