venerdì 5 aprile 2013

Vincenzo Balsamo - 1957 - Brindisi - 2013 Dalle memorie del visibile ai segni dell’infinito


Brindisi - dal 5 aprile al 6 maggio 2013
Vincenzo Balsamo - 1957 - Brindisi - 2013 Dalle memorie del visibile ai segni dell’infinito

PALAZZO GRANAFEI-NERVEGNA
Via Duomo 16-20 (72100)


L’esposizione ripercorre i quasi sessant’anni di attività dell’artista, presentando opere del suo periodo figurativo, risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta, e del suo avvicinamento alla pittura astratta, passando per i cicli delle Decomposizioni (1975-77), delle Nebulose (1977), delle Evocazioni (1978-79), e del Ritorno alla Pittura nella prima metà degli anni ’80, per arrivare ai più noti quadri lirico-astratti, che dal 1987 e sino ai giorni nostri, vedono Balsamo come uno dei massimi esponenti dell’astrazione
orario: da martedì a domenica 10.00 - 20.30 – lunedì chiuso (orario mostre 9.30 . 13.00 - 16.30 . 20.30)
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 5 aprile 2013. h 18.30
catalogo: in galleria.
ufficio stampa: pamela.spinelli@libero.it - +39 0831229781
autori: Vincenzo Balsamo
note: Conferenza stampa: venerdì 5 aprile alle ore 12
genere: arte contemporanea, personale





comunicato stampa 
VINCENZO BALSAMO

1957 - Brindisi - 2013
”Dalle memorie del visibile ai segni dell’infinito”

Mostra a cura dell’Archivio Generale Vincenzo Balsamo
con Presentazione del prof. Floriano De Santi

Brindisi, Palazzo Granafei-Nervegna

5 aprile – 6 maggio 2013

Inaugurazione: venerdì 5 aprile alle ore 18,30
Conferenza stampa: venerdì 5 aprile alle ore 12,00

Vincenzo Balsamo ritorna, dopo cinquantasei anni, nella sua città natia, dove
nel lontano 1957 si tenne, proprio a Brindisi, la sua prima mostra pubblica.
L’esposizione ripercorre i quasi sessant’anni di attività dell’artista, presentando
opere del suo periodo figurativo, risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta, e del
suo avvicinamento alla pittura astratta, passando per i cicli delle Decomposizioni
(1975-77), delle Nebulose (1977), delle Evocazioni (1978-79), e del Ritorno alla Pittura
nella prima metà degli anni ’80, per arrivare ai più noti quadri lirico-astratti, che
dal 1987 e sino ai giorni nostri, vedono Balsamo come uno dei massimi esponenti
dell’astrazione.

Per questo catalogo antologico si è scelto di non avvalerci, come abitualmente si usa fare,
di un solo testo, ma di selezionare una parte degli scritti, sino ad ora pubblicati, di critici
e non che hanno, in quasi sessant’anni di carriera artistica, scritto sulle opere e sulla vita
del maestro Vincenzo Balsamo, riportando per ognuno di loro uno stralcio rilevante. In
catalogo, pertanto, si potranno leggere i testi di: V. Apuleo, M. Bologna, B. Buscaroli, G.
Cerioli, M. Calabrese, E. Crispolti, D. Davvetas, R. De La Calle, E. De Martino, A. Del
Massa, F. De Santi, E. D’Orsi, U. Mannoni, G. Faccenda, C. Giacomozzi, M. de La Croix
de Lafayette, von R. Rabensaat, M. Vanni, M. Vescovo.

Balsamo fin dai primi lavori si è confrontato con l’importante dilemma che dai tempi antichi
affascina la mente degli uomini: l’idea dello spazio, finito e infinito. L’artista, consapevole
che le immagini fenomeniche percepite dalla natura sono i risultati formali scaturiti da
energie primordiali, ha ritenuto necessario, per la sua arte, comprendere e indagare
queste forze originarie ri-creandole sui supporti che sceglie per dare origine alle proprie
opere. Fin dai primi lavori degli anni Cinquanta, Balsamo inizia a suddividere in piani
cromatici i suoi paesaggi, trascurando la prospettiva accademica nella ricerca del dato
psicologico, fino a proporre delle visioni quasi metafisiche delle nature morte. Dice a
questo proposito lo stesso Balsamo “In quegli anni…cercavo di personalizzare la visione e
di avere un contatto più intimista con l’immagine”
Già negli anni Sessanta l’artista supera il dualismo tra finito e infinito, tra luce e ombra, tra
volumi e spazio: i ritratti si mostrano permeati di una luce artificiosa che sembra generarsi
dall’interno delle figure irradiandosi fino al rigoroso e bidimensionale spazio circostante.
Agli inizi degli anni Settanta l’evoluzione artistica di Balsamo lo porta a considerare
l’infinito e il finito come aspetti complementari della realtà: ne risultano paesaggi e
nature morte dove il finito non è mai fuori dall’infinito, non esistono più distinzioni tra
volume e spazio, tra colori freddi e caldi, tra luci e ombre, le superfici diventano quasi
monocromatiche, il segno si fa sempre più rapido e fluido in un divenire che comunque
permette allo spettatore di calarsi in un’illusione di profondità.
Dopo la metà degli anni Settanta Balsamo propone le Decomposizioni, le Combustioni,

le Vocazioni e le Nebulose. Sono lavori che manifestano il massimo grado di libertà, di
apertura mentale, di ricerca interiore e un’ulteriore sperimentazione anche attraverso
inediti strumenti espressivi. L’essenza fisica viene talmente violata da trasformarsi in
filamenti fluttuanti, in dinamici e coloratissimi frammenti, in un’immagine di creazione
intesa come genesi.
Dagli anni Novanta Vincenzo Balsamo non è più legato alle ricerche informali o
astratte, bensì alla consapevolezza che la natura è di per sé un mistero impenetrabile
e insondabile. Nell’ultimo ciclo di opere le forme, la luce, la superficie e il colore sono in
perfetta armonia e simbiosi. L’artista adesso ricorre a forme casuali che si collegano, si
incastrano, si sovrappongono e si riducono di continuo in frantumi, in perenne evoluzione,
in eterno inseguimento. Le composizioni degli anni Novanta si presentano come una
fitta trama di tratti e segni, e guardando più volte la stessa opera si ha la sensazione che
qualcosa cambi in divenire, creando una luminescenza dalla quale nasce un effetto ottico
di distanza. Balsamo: “Negli anni novanta ho riscoperto il segreto della luce. La luce è vita.
Con la luce trovo stimoli inediti e intimistici e la luminescenza mi permette di entrare nelle
mie opere attraverso una totale partecipazione di me stesso. Anche i colori, spesso, sono
legati alla luce”

Vincenzo Balsamo: la vita
Nato a Brindisi nel 1935, Vincenzo Balsamo è andato a Roma da ragazzo e lì, già agli inizi degli
anni Cinquanta, ha trovato la propria cittadinanza, non soltanto artistica. La sua formazione, lunga
e ricca, ha preso le mosse dal post-impressionismo e dal divisionismo di Segantini raggiungendo,
via via, l'affinamento di un linguaggio pittorico inconfondibile in cui si avverte, come in sottofondo, il
dialogo con Mirò e Arshile Gorky ma anche un'appartenenza "di concetto" al Futurismo .
Dopo le prime mostre italiane, comincia a viaggiare in Europa e conosce Andrè Verdet, Picasso,
Cèsar, Arman e Hartung. Tutti incontri che lo avvicinano alla condizione della grande arte
europea di quegli anni. Nella sua inesauribile produzione sono da ricordare, tra gli altri, il ciclo
delle "Decomposizioni" (1975-76), "Nebulose" (1976-78) e quello delle "Evocazioni" (1978-79)
mentre, a partire dal decennio successivo, l'artista ha modo di perfezionare al massimo il proprio
personalissimo linguaggio aggiungendovi una inedita qualità lirica.
Agli inizi degli anni '90 si stabilisce a Parigi dove soggiornerà diversi anni per poi trasferirsi a
Verona, e successivamente a Corchiano (VT), aprendo un nuovo studio.

La mostra ha il patrocinio del Comune e della Camera di Commercio di Brindisi ed il contributo
della BANCAPULIA, della Leuci Costruzioni e la collaborazione dell’Associazione Vivere
Insieme e della Artep Italia.

VINCENZO BALSAMO
1957 - Brindisi - 2013
”Dalle memorie del visibile ai segni dell’infinito”
5 aprile – 6 maggio 2013
Brindisi, Palazzo Granafei-Nervegna, via Duomo 20
Ingresso libero: da martedì a domenica 10.00 - 20.30 – lunedì chiuso (orario mostre 9.30 . 13.00 -
16.30 . 20.30 )
Per informazioni: tel. 0831 229643 – 696 – 647
e-mail: turismo@comune.brindisi.it
Archivio Generale Vincenzo Balsamo
e-mail: archivio@vincenzobalsamo.com
tel. 0761 573246

Ufficio Stampa mostra
Dott.ssa Pamela Spinelli
Palazzo Granafei-Nervegna, via Duomo 20
Tel. 0831/229781– Fax 0831/525865
e-mail pamela.spinelli@libero.it





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