Roma - dal 14 al 24 febbraio 2013
Giorgio Dante e le figure dell'invisibile.
GALLERIA VITTORIA
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Via Margutta 103 (00187) |
+39 0636001878 , +39 063242599 (fax) |
tizianatodi@libero.it |
www.galleriavittoria.com |
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La filosofia di Dante è integralmente utopica perché conosce ed esibisce luoghi e figure immersi nella perfezione dell’Ideale. Una tale perfezione si presenta in termini così saldi, che non si ha il minimo sospetto che esista qualcosa di diverso dall’incredibile teatro messo in atto.Roberto M. Siena
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orario: lunedì al venerdì 11.00-19.00 - fuori orario su appuntamento
(possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 14 febbraio 2013. ore 18.00 |
curatori: Tiziana Todi, Tiziano Todi Macciocca |
autori: Giorgio Dante |
genere: arte contemporanea, personale |
comunicato stampa
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Giorgio Dante, nato a Milano il 7 Marzo 1982, si diploma nel 2006 presso l’Accademia di Belle Arti di Roma con il massimo dei voti. Nel 2007 ha luogo l’esposizione personale di disegni “Giorgio Dante” presso la Galleria Logu’s Arte di Roma. Nel 2008 egli espone alla collettiva “Nel cerchio di Bocklin”, tenutasi presso la Galleria Vittoria di Roma. Lo stesso anno è stato presente ad un’esposizione collettiva ispirata alla figura di San Sebastiano presso la CFM Gallery di New York.
Nel 2010 l’artista riceve il Premio Cornelia per la sezione Arte della decima edizione di “Cuori sotto le stelle”, presso San Romano, comune di Montopoli in Val d’Arno, Pisa. Lo stesso anno hanno luogo: l’esposizione personale “Giorgio Dante e la resurrezione di Claudiano” presso la Galleria Lucia Messina Arte Contemporanea di Crotone e l’esposizione collettiva “Nel Cerchio del Sacro”, presso la Galleria Incontro d’Arte di Roma. Nel 2012, Giorgio Dante è presente ad un’esposizione dedicata a S.Rosalia presso Palazzo Costantino e di Napoli a Palermo ed alla collettiva “Il Divino nell’arte contemporanea” presso il museo dei Brettii di Cosenza a cura di Roberto Bilotti e presenziata da Vittorio Sgarbi.
La filosofia di Dante è integralmente utopica perché conosce ed esibisce luoghi e figure immersi nella perfezione dell’Ideale. Una tale perfezione si presenta in termini così saldi, che non si ha il minimo sospetto che esista qualcosa di diverso dall’incredibile teatro messo in atto. Da questo universo discende la passività degli eroi e delle eroine coltivati dal nostro; costoro, infatti, si collocano all’interno di un desiderio ormai del tutto realizzato che si è dimenticato della fatica che è stata sicuramente alla base di ciò che viene ora esibito con tanta semplicità.
Roberto Maria Siena
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