venerdì 9 novembre 2012

Matto Cocci - Quadri da cortile

Matteo Cocci, Lui è un accendino

Pistoia - dall'undici novembre al primo dicembre 2012
Matto Cocci - Quadri da cortile

LO SPAZIO DI VIA DELL'OSPIZIO
Via Dell'Ospizio 26 (51100)
+39 057321744 , +39 057321744 (fax)
lo-spazio@libero.it


Matteo Cocci espone alcune sue opere che narrano i suoi infiniti fantastici mondi tra surreali composizioni e colorati collages, lo squarcio di una realtà altra che si pone quasi casualmente di fronte allo spettatore.
orario: da lunedì a sabato ore 9,30-13 e 16-20
chiuso il lunedì mattina
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 11 novembre 2012. ore 17.00
autori: Matteo Cocci
genere: arte contemporanea, personale

comunicato stampa 
Domenica 11 novembre, a partire dalle ore 17 sarà inaugurata, allo Spazio di via dell'ospizio, la mostra personale di Matteo Cocci dal titolo "Quadri da cortile".

Cocci, artista pretese molto presente nel panorama della giovane arte toscana, espone alcune sue opere che narrano i suoi infiniti fantastici mondi tra surreali composizioni e colorati collages.

"Quello che faccio", sostiene l'autore, "nasce da una tecnica inventata da me che ho scoperto per caso , sovrappongo su legno carte che disegno e lavoro una sull’altra ,uso le cose che ho sul tavolo a portata di mano, piccoli pezzetti di carta strappati da altri lavori o dai libri, colori ad olio e acrilici e oggetti appuntiti per disegnare, non ho una precisa idea di quello che farò poi dalla confusione inizio a vedere delle forme ,un orecchio, degli occhi ,una zampa, una coda,un astronave o una limousine seguo l'idea che il lavoro mi suggerisce e se è buona ed io sono stato bravo ecco che vengono fuori delle figure che sembrano arrivate da chissà dove, in realtà esistono già ,solo che sono nascoste in tanti pezzi, alcuni nella mia testa altri sul tavolo o sul foglio escono fuori lentamente io le seguo e se diventiamo amici allora si fanno vedere a tutti, le dipingo perchè vorrei essere come loro , ma io porto le scarpe per camminare..."

Fantasie che nascono per caso, quindi, automatismi surreali che si incrociano tra gesso, carte, bitume, acrilici, fibre e oli a comporre l’ordito strutturale ligneo su cui si fissano come figurine ancestrali, stirate, graffiate, solcate, appiattite, isolate o ammucchiate su sfondi monocordi chiari e scuri che vengono dilaniati da spatolate di caldo colore contrastante e corposo.

Il risultato è sorprendente, uno squarcio di una realtà altra che si pone quasi casualmente di fronte allo spettatore.

La mostra resterà visibile fino al 1 Dicembre.



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