mercoledì 16 gennaio 2013

Assunta Pizza - La stanza di Odisseo

Napoli - dal 16 al 30 gennaio 2013
Assunta Pizza - La stanza di Odisseo

GALLERIA GINO RAMAGLIA
Via Broggia 9/10 (80135)
+39 0815640738
info@ginoramaglia.it


Artisti in Vetrina
Gino Ramaglia
Via Broggia, 10
Napoli
orario: da Mercoledì a Sabato ore 10-14-16-20
(possono variare, verificare sempre via telefono)

biglietti: free admittance
vernissage: 16 gennaio 2013. Performance ore 19.00
curatori: Enzo Ramaglia
autori: Assunta Pizza
patrocini: Accademia Di Belle Arti di Napoli
genere: arte contemporanea, performance - happening, personale


comunicato stampa 
Assunta Pizza
“ La stanza di Odisseo”

Mercoledì 16 Gennaio 2013

Performance ore 19.00


Artisti in Vetrina
Gino Ramaglia
Via Broggia, 10
Napoli


Riassumendo, non appena un’Arte acquista una sua autonomia, e come se ripartisse nuovamente da zero, ed è allora interessante considerare tale partenza nello spirito di una Fenomenologia.
Il Fenomenologo, per principio, liquida un passato e fa fronte alla novità.
Perfino in un’Arte come la pittura, che reca la traccia di un mestiere, i grandi successi sono al di là del mestiere.
Jean Lescure, studiando l’opera del pittore “ Lapicque, giustamente scrive:
anche se la sua opera testimonia una grande cultura e una conoscenza di tutte le espressioni dinamiche dello spazio, essa tuttavia non le applica e non ne trae formule […]
Bisogna dunque che il sapere si accompagni ad un uguale oblio del sapere stesso.
Il non sapere non è ignoranza ma un atto difficile di superamento della conoscenza.
Solo a tale prezzo un’ opera è in ogni istante quella sorte di inizio puro che fa della sua creazione un esercizio di libertà.
Testo di fondamentale importanza per noi per la sua immediata trasposizione di fenomenologia del poetico.
In poesia, il non-sapere è una condizione primaria; se vi è mestiere nel poeta, questo risiede nel compito secondario di associare immagini, ma la vita dell’immagine sta tutta nella sua luce splendente, nel fatto che un’immagine è un superamento di tutti i dati della sensibilità.


Da questo punto di vista, ci si rende conto come l’opera acquisti un tale rilievo al di sopra della vita che la vita stessa non è in grado di spiegarla più.
Jean Lescure più avanti afferma: ”Lapique reclama dell’atto creatore tanta sorpresa quanta gliene offre la vita”.
L’arte è dunque un raddoppiamento di vita, una sorte di emulazione delle sorprese che eccitano la nostra coscienza; essa impedisce così a quest’ultima di assopirsi.

Info
info@ginoramaglia.it


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