Daverio (VA) - dal 13 gennaio al 28 febbraio 2013
Maurizio Gabbana - Studio Dimensione
MOROTTI ARTE CONTEMPORANEA
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| Piazza Monte Grappa 9 (21020) | 
| +39 0332947123 | 
| info@morottiarte.it | 
| www.morottiarte.it | 
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saranno esposte 20 fotografie signifcative di come l'artiste vede la sua Milano 
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orario: da martedi a sabato 10-12,30e 15-19 domenica 15-19 (possono variare, verificare sempre via telefono) | 
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| biglietti: free admittance | 
| vernissage: 13 gennaio 2013. ore 17 | 
| curatori: Rolando Bellini | 
| autori: Maurizio Gabbana | 
genere: fotografia, personale
 
 
 
comunicato stampa    
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La mitica riconquista di New York realizzata da Stieglitz che incarna l’ideale emersoniano e romantico del “poeta veggente”, com’è stato detto, rischia di rinnovarsi, ultimamente, nelle esplorazioni fotografiche di Maurizio Gabbana. Anche il paradossale connubio tra arte e scienza di allora sembra rinnovarsi in questi oggidiani elaborati visivi, questi scatti fotografici sovrapposti di Gabbana. Dunque posso suggerire una lettura o interpretazione d’essi che mi riconduca verso i paradigmi epistemici più attuali e fecondi; posso sostenere che queste elaborazioni fotografiche gonfie di magica poesia soggiacente sia a geometrie segrete sia a libertà fantasmatiche indicibili, sembrano esprimere, a mezza voce, con leggerezza, con timida emozione, una dichiarazione di spicco. Queste elaborazioni fotografiche di Maurizio Gabbana mi pare vadano dichiarando, sommessamente, con Santayana: “Le percezioni non rimangono nella mente […] passive e immutabili finché il tempo non logori i loro orli ruvidi e non le affievolisca. No, le percezioni cadono nel cervello piuttosto come i semi in un campo arato […]. Ogni immagine ne genera altre cento, talvolta lentamente […], tal’altra […] con un improvviso scoppio di fantasia”. Scoppio che segue puntualmente ogni rappresentazione visiva realizzata da Gabbana tramite il medium fotografico e una tecnica procedurale affatto innovativa, provocando una dilatazione percettiva che è anche cognitiva, un’emozione poetica come solo un linguaggio visivo incognito può suscitare.
  28 / XII / 2012
 
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